«Attenzione al delfino!». E' il messaggio comparso da qualche settimana sulle spiagge della Prefettura di Fukui, regione sulla costa del Mar del Giappone.
Qui, riferiscono le autorità locali, dal 9 luglio ad oggi si sono verificati 10 episodi di morsi ai danni dei bagnanti che incautamente si sono avvicinati ai delfini per toccarli. Il 26 luglio attraverso il suo portale ufficiale, la Prefettura giapponese è tornata ad allertare la cittadinanza: «Attualmente, molti avvistamenti di delfini vengono segnalati sulle spiagge. In alcuni casi potresti essere gravemente ferito, quindi fai attenzione».
Gli ultimi episodi in ordine di tempo sono avvenuti sulla spiaggia di Koshino, dove mercoledì il personale addetto alla sicurezza ha installato uno strumento che emette frequenze capaci di dissuadere i delfini dall'avvicinarsi eccessivamente alla riva. Il medesimo espediente era stato usato precedentemente anche sulla vicina spiaggia di Takanosu, dove i delfini sono stati avvistati a due metri dalla riva.
Come ricostruito delle autorità di Fukui, molti bagnanti sono stati morsi dopo aver toccato il muso dei cetacei. L'invito della Prefettura a tutti i frequentatori della spiaggia resta quindi quello di: «Non avvicinarsi; non toccare; non nutrire» i cetacei che vengono avvistati in mare. Lo stesso avviso è stato posto in prossimità delle spiagge frequentate da delfini e persone.
Si tratta di norme di comportamento che dovrebbero sempre essere osservate in presenza di fauna selvatica, anche nel caso di animali che nel nostro immaginario associamo a mansuetudine, e in qualche caso addirittura collaborazione con la nostra specie, come avviene con i delfini. La proiezioni di questi valori antropici su un'altra specie è sempre dannosa, soprattutto per gli animali.
In queste ore i delfini si trovano infatti ad essere al centro di una psicosi che, come avvenuto già per altri animali, rischia di danneggiarne l'immagine e quindi la sicurezza. E' bene quindi ribadire che i delfini non attaccano le persone e non sono aggressivi, ma ciò non significa che possano essere disturbati o addirittura toccati.
Kodami ha raccontato la fascinazione che questi mammiferi marini esercitano su di noi, invitando nello stesso tempo a rispettarli e a conoscerli meglio seguendo l’attività di monitoraggio promossa dall’area marina protetta di Punta Campanella, in Campania, dove questi cetacei sono molto presenti.
Non solo, siamo andati nell'area di Punta Campanella anche per mostrare come viene gestito il rapporto tra pescatori e delfini a causa della difficile convivenza tra uomo e animale nelle acque per le risorse di cibo che vengono pescate.
Rispettare le caratteristiche etologiche di un altro essere vivente e non credere che la sua presenza sul mondo sia legata alla soddisfazione di un nostro bisogno, della sfera dell'affettività o dell'intrattenimento, sembra sempre di più essere la nuova sfida dell'uomo.
Ancora una volta, infatti, quanto sta avvenendo in Giappone racconta qualcosa in più non sulla presunta aggressività degli animali, ma sul modo spregiudicato e inconsapevole con il quale l'essere umano si approccia ad essi.