La memoria è il terzo atto primario della mente, il baule che custodisce il tesoro prezioso dei ricordi, ossia le tracce di ciò che rimane di altri due atti primari, la percezione e l’elaborazione. Nella mente avvengono tre attività principali: l’immagazzinamento delle informazioni, il consolidamento dei ricordi e il loro richiamo, in risposta a qualche sollecitazione. Tre sono anche gli stadi della memoria.
Il primo è la memoria sensoriale, che è quella che conserva le informazioni sensoriali percepite dall'ambiente per un brevissimo periodo di tempo (inferiore a 0,5 secondi per quelle visive, circa 3 secondi per quelle sonore). Il secondo è la memoria a breve termine, la quale ospita i ricordi sensoriali a cui inizialmente prestiamo attenzione, ma sono destinati a finire nel dimenticatoio presto, nel giro di 20-30 secondi: pensiamo alla lista della spesa, alla sigla di un taxi, o a un numero di telefono che ci viene dettato a voce. Infine, c’è la memoria a lungo termine, nella quale arrivano i ricordi davvero importanti, dopo essere transitati negli altri due stadi.
Qui vengono conservati per giorni, anni, o addirittura per tutta la vita, e si consolidano, per poi essere richiamati quando necessario. Qualche esempio? L’indirizzo di casa, il proprio numero di telefono, il nome del primo cane o le tabelline. La memoria a lungo termine è il luogo in cui hanno origine le immagini, dove avviene cioè la rievocazione, in forma di rappresentazioni mentali, di realtà visive, uditive, olfattive, gustative o tattili, assenti, ma che, a suo tempo, sono state presenti. Alcuni animali hanno una memoria davvero portentosa, vediamo quali sono.
La nocciolaia di Clark
La nocciolaia di Clark (Nucifraga columbiana) è un vero fenomeno. Affidandosi a un'incredibile memoria spaziale (a lungo termine), ogni inverno questo uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei corvidi nasconde oltre 90.000 pinoli, sparpagliandoli attraverso la foresta in oltre 30.000 luoghi diversi. Poi, mesi dopo, riesce ancora a ritrovarli quasi tutti, anche se sono sepolti sotto la neve! Chissà cosa penserebbe una nocciolaia di chi, come la sottoscritta, riesce a scordarsi dove ha lasciato le chiavi di casa, anche se le utilizza più volte al giorno!
I pesci
Sebbene le capacità mnemoniche nei pesci varino a seconda delle specie e dei contesti, diversi studi dimostrano che questi organismi acquatici possono conservare informazioni per diversi giorni, mesi e persino anni. Altro che i tre secondi della memoria di Dory, la piccola pesce chirurgo che si può incontrare negli oceani disneyani. Del resto, il cervello dei vertebrati è altamente conservato in tutti i taxa, pertanto molte delle aree cerebrali associate all'apprendimento e alla memoria nei pesci sono omologhe a quelle dei vertebrati terrestri, e lo stesso dicasi per i meccanismi di regolazione della memoria. I pesci sono bravissimi a ricordare le informazioni utili per evitare i predatori. La carpa (Cyprinus carpio), per esempio, impara come evitare gli ami e se ne ricorda per almeno un anno.
L’elefante africano
Gli elefanti africani sono noti per la memoria lunga, che coinvolge anche quella olfattiva. Questi animali sono in grado di riconoscere i parenti da cui sono rimasti separati anche per 12 anni soltanto dall'odore delle feci. Questa caratteristica è molto importante poiché permette loro di mantenere i legami familiari e di distinguere tra individui familiari e non familiari.
Il delfino
La memoria sociale a lungo termine è ecologicamente molto importante: riconoscere i conspecifici anche a distanza di tempo permette di aiutare a valutare le minacce sociali così come le potenziali alleanze, il che è utile all’interno di un sistema sociale molto fluido e complesso come quello dei delfini. E difatti in questi cetacei il riconoscimento sociale, che avviene attraverso i fischi, può durare almeno 20 anni.
Il grillo
Per gli insetti che vivono in un ambiente in cui le riserve di cibo cambiano continuamente, è indispensabile saper apprendere e memorizzare l'associazione di uno specifico segnale con il cibo. Tra le specie di insetti, si ritiene generalmente che gli imenotteri sociali, come le api e le formiche, siano quelli con le capacità cognitive più sofisticate. Eppure, i grilli non sono da meno. Poiché i grilli adulti sono notturni, è probabile che il loro senso principale per la ricerca di cibo sia l'odore.
In effetti sono in grado di memorizzare anche sette coppie di odori contemporaneamente. I grilli si nutrono principalmente di verdure, frutta, foglie cadute e carcasse di piccoli animali e l'elevata capacità di immagazzinamento della memoria olfattiva nei grilli può riflettere questa loro abitudine alimentare onnivora. La disponibilità di cibo varia con le stagioni e quindi una grande capacità di memoria degli odori può svolgere un ruolo fondamentale nella selezione appropriata del cibo.
Bibliografia
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