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3 Settembre 2024
12:51

Hvaldimir, il beluga considerato una spia russa, è stato trovato morto in Norvegia

Il beluga Hvaldimir, considerato una "spia russa" di Vladimir Putin, è stato trovato morto a largo della Norvegia sudoccidentale. Secondo l'organizzazione di tutela animale One Whale potrebbe non essere stata una morte naturale: «Abbiamo chiesto di effettuare la necroscopia».

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Il beluga Hvaldimir è stato trovato morto a largo di Stavanger, città nella Norvegia sudoccidentale. A darne notizia è One Whale, organizzazione internazionale specializzata nella salvaguardia dei cetacei. Nulla hanno potuto però per salvare il beluga considerato una "spia russa" di Vladimir Putin.

«Non conosciamo ancora le modalità del decesso, ma si trovava in acque molto trafficate appena fuori Stavanger, in Norvegia, quindi ci aspettiamo che non sia stata una morte naturale – hanno dichiarato gli attivisti – Abbiamo chiesto alle autorità norvegesi di effettuare una necroscopia e hanno detto che la faranno».

La storia di Hvaldimir e della sua presunta affiliazione ai servizi segreti russi inizia nel 2019 quando proprio le autorità norvegesi lo trovarono nelle loro acque mentre indossava una imbracatura su cui era riportata la scritta "Equipment St Petersburg" in caratteri latini. I norvegesi da quel momento lo hanno ribattezzato Hvaldimir, nome composto dal norvegese "Hval", balena, e da "Vladimir", in riferimento proprio a Putin.

Dopo la scoperta Hvaldimir è stato liberato, privato dell'attrezzatura, ma è stato proprio in quel momento che per lui sono iniziati i veri problemi. Secondo i dati diffusi da One Whale fino a 300 persone ogni giorno lo seguivano con l'ausilio di a moto d’acqua, barche private e veri battelli turistici allo scopo di vedere "il beluga spia di Putin". Sono centinaia i video sui social che mostrano l'animale avvicinato dalle persone che cercano di filmarlo e toccarlo.

Un interesse che rischiava di essere pericoloso per l'animale e che si sommava al conflitto con i pescatori che gestivano gli allevamenti di salmone in acque norvegesi. L'organizzazione si era quindi fatta avanti per realizzare un santuario nel quale potesse vivere lontano dalle persone, anche se in uno stato di semi libertà. One Whale però non è riuscita nell'obiettivo di creare la struttura adatta: Hvaldimir è morto prima che ogni progetto potesse concretizzarsi.

I contatti ripetuti con le persone potrebbero aver influito sulla sua capacità di alimentarsi autonomamente, si tratta del rischio più grande per i selvatici avvicinati dalla nostra specie. «Le osservazioni che risalgono al 19 maggio 2023 lo mostrano dimagrito, ma per ora non vediamo alcuna necessità che venga nutrito. Questo è il motivo per cui chiediamo al pubblico di non provare a sfamare Hvaldimir», avevano spiegato gli attivisti, aggiungendo che «il protocollo per alimentarlo sarà attuato solo se la situazione cambierà in maniera critica».

Secondo l'esperta di balene, Ingrid Visser, la grande confidenza mostrata dal beluga nei confronti dell'essere umano potrebbe essere effettivamente riconducibile a un periodo di addestramento. Non deve sorprendere: l'utilizzo di animali in guerra è diffuso, anche se spesso ha finalità propagandistiche, come visto con il caso del cane sminatore ucraino Patron.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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