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5 Febbraio 2021
9:08

Homeless e cani a Torino, come stanno davvero le cose?

Il comune di Torino ha pubblicato una proposta di modifica del regolamento per la tutela e il benessere degli animali in città suscitando le critiche dei presidenti delle circoscrizioni. La modifica però non propone solo un ampliamento delle condizioni per il sequestro dei cani ai senzatetto ma anche un'apertura ai cani nei luoghi di ricovero e nelle scuole.

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Il comune di Torino sta studiando in queste ore un aggiornamento del regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali in città, ma le modifiche in atto hanno generato molte polemiche tra i consiglieri comunali dell’opposizione, i quali ritengono che le superficialità nella stesura del testo siano particolarmente evidenti per quanto riguarda l'articolo che tratta i cani che vivono con i senzatetto. Un duro scontro è avvenuto sui social e la polemica, come spesso accade, si è scatenata partendo da post e analisi poco approfondite. Il dato di fatto, di partenza, è che l’attuale versione del regolamento obbligherebbe la polizia municipale a sottrarre l’animale a un senzatetto solo in caso di maltrattamento, gravidanza o nel caso il cane non abbia ancora raggiunto i 180 giorni di vita. L’aggiornamento del regolamento, del quale abbiamo potuto visionare la bozza,  toglie queste regole, facendo di fatto divieto totale di chiedere l'elemosina accompagnati da un animale. Ma la modifica al documento non parla solo dei cani degli homeless: approfondisce invece un altro punto importante che si può vivere come una conquista: il comune di Torino apre infatti per la prima volta le porte agli animali da compagnia nei luoghi di ricovero e cura, negli asili nido, nelle scuole per l’infanzia e negli istituti scolastici.

«Chi vive per strada instaura un rapporto profondo con il proprio animale»

La Sindaca della città Chiara Appendino, ha smentito le critiche ricevute in un post su Facebook,  sottolineando che l’intenzione del Comune non è quello di togliere i cani ai senzatetto, bensì intervenire laddove «i cani vengono sfruttati senza alcuno scrupolo esclusivamente per le pratiche di accattonaggio. Dietro questi fenomeni si possono celare racket e veri e propri traffici» . Secondo la sindaca le modifiche inserite in quella che al momento è ancora solo una bozza, sarebbero quindi volte a tutelare ulteriormente gli animali, ma è di tutt'altra opinione la presidentessa della 6°circoscrizione della città di Torino Carlotta Salerno, la quale commenta a Kodami la situazione così: «Ha ragione la sindaca a sottolineare che si tratta solo di una bozza, ma  è grazie al nostro intervento se è stata accesa una spia sulla superficialità del testo, all'interno del quale una modifica di questo punto del regolamento comunale ha senso solo se ha l'obiettivo di migliorare il benessere degli animali o la relazione tra uomo e cane. Scritta in questo modo non fa altro che dichiarare guerra agli homeless, i quali rischieranno di rimanere senza gli unici essere viventi che li amino e li rispettino: i loro cani». Secondo la Salerno «chi vive per strada spesso instaura un rapporto molto profondo con il proprio animale. Questo è il motivo per cui pensare di utilizzare gli animali come scusa per disincentivare l'accattonaggio è un errore e si rischia di togliere l'unica stabilità a persone sole e con evidenti fragilità».

Cosa cambia nella bozza del regolamento che Kodami ha analizzato

Il punto su cui si concentrano le critiche dei consiglieri comunali dell'opposizione è il numero 22 dell'articolo 9 dove vengono eliminate le condizioni per cui il cane può essere sottratto, mantenendo però la forma iniziale dell'articolo, dove è scritto: «E' vietato su tutto il territorio di Torino utilizzare qualsiasi specie animale per la pratica dell'accattonaggio (…) gli animali di cui sopra verranno sequestrati e ricoverati presso il canile municipale». La bozza della normativa parla quindi chiaramente dell'aspetto legato alla richiesta di elemosina, lasciando la libertà ai senzatetto di muoversi accompagnati dai loro animali. Lo conferma anche Carlotta Salerno che sottolinea che una norma scritta in questo modo e senza ulteriori approfondimenti lascia una grave difficoltà in mano alle forze dell'ordine: «Come faranno a distinguere chi sta chiedendo l'elemosina e chi no? Proprio questa è la domanda che abbiamo posto ai consiglieri promotori della modifica, i quali ci hanno risposto che la polizia locale conosce i singoli casi e sa quando non è necessario intervenire. Ma come facciamo ad accontentarci di questa tutela per i senzatetto e i loro cani?».

Il lato positivo dell'ordinanza: aprire i ricoveri anche agli animali

La bozza di modifica del regolamento non interviene unicamente riguardo la gestione dell'accattonaggio, bensì anche al punto 3 dell'articolo 23, dove il Comune invece autorizza per la prima volta l'accesso «nei luoghi di ricovero e cura, negli asili nido, nelle scuole per l’infanzia e negli istituti scolastici i cani e gli altri animali (…) salvo certificate motivazioni igienico sanitarie, comunicate dal responsabile della struttura all’Ufficio Tutela Animali». Se da una parte il comune di Torino  aggiorna il testo mettendo a rischio la relazione tra homeless e cani, proponendo un ampliamento delle possibilità di sequestro, dall'altra apre le porte ai compagni a quattro zampe all'interno dei locali di ricoveri e nelle scuole. Proprio per questo motivo Carlotta Salerno ci tiene a sottolineare che: «La proposta di modifica è stata sicuramente compilata in buona fede e senza il desiderio di penalizzare gli animali, ma pecca comunque di superficialità perché non fa che mettere in imbarazzo le forze dell'ordine e in difficoltà i senzatetto. La polizia locale si troverà obbligata a requisire l'animale o scegliere di non mettere in atto la normativa modificata e gli homeless rischiano di vedere un ulteriore peggioramento della loro condizione. Non è togliendo anche l'animale a chi non ha nulla che si risolverà il problema dell'accattonaggio, è evidente che ciò che serve, è più umanità, ma nel documento non sembra ci sia».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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