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5 Agosto 2023
17:00

Hologram Zoo in Australia: uno zoo senza animali prigionieri

A Brisbane un giardino zoologico tridimensionale e in 3D che ricrea ambienti, odori e animali di ogni specie e dimensione con una tecnologia avanzatissima e iper immersiva. Un'alternativa all'esposizione permanente di animali vivi costretti alla cattività per tutta la loro esistenza.

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Giornalista
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La tecnologia è la più avveniristica che si possa immaginare e di conseguenza gli effetti sono i più realistici visti finora. Hologram Zoo non è solo una rappresentazione per ologrammi degli animali presenti sulla terra, con un escursione fra quelli scomparsi come i dinosauri, ma una vera e propria ricostruzione tridimensionale di ambienti naturali e dei suoi abitanti che possono essere attraversati, sfiorati e vissuti pienamente.

Non a caso la balena lunga 25 metri che scivola placidamente accanto all’osservatore è una gigantesca meraviglia alla quale nessuno riesce a sottrarsi, come spiega Bruce Dell, CEO di Axiom che ha inventato e realizzato il primo Hologram Zoo a Brisbane in Australia. «Non credo che le persone sappiano davvero quanto sia grande una balena – spiega Dell – ma quando vedono una balena gigante a grandezza naturale nuotare davanti a loro all'Hologram Zoo, sembrano tutti fermarsi in un silenzio riverente perché è qualcosa avrebbero sempre voluto vedere nella vita reale ma non ne hanno mai avuto l’opportunità».

Un “miracolo” al momento solo australiano ma presto nel resto del mondo, a quanto dice il Ceo della società: «Il nostro primo Hologram Zoo è un sito di prova per perfezionare la tecnologia, quindi apriremo centri di intrattenimento ologramma in tutto il mondo».

I precedenti tentativi di spettacoli cruelty free

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Lo zoo "al contrario" in Sud Africa (credits: @GlennGarriffConservation)

Una tecnologia che sembra essere molto più raffinata rispetto a quanto già tentato e ottenuto in altri contesti come ad esempio il Roncalli Circus in Germania, con i suoi animali tridimensionali al posto di quelli in carne e ossa esibiti nelle consuete performance circensi oppure il Il Circus Atmosphere che, con gli animali tradizionali sostituiti dalle loro rappresentazioni in 3D ha fatto la sua prima tappa italiana a Bari dopo aver riscosso successi in Grecia.

Una tendenza, quella di sostituire gli animali reali con sostituti alternativi per pratiche completamente cruelty-free, che è riuscita a essere sdoganata anche nella tradizionalissima India, dove, come primissimo passo per porre fine all'uso degli animali nelle celebrazioni religiose, un tempio dello stato meridionale del Kerala ha iniziato ad utilizzare nei rituali religiosi un elefante meccanico in ferro alto 3,30 metri e pesante circa 800 kg e donato da Peta, in sostituzione agli esemplari vivi.

L’estrema frontiera è poi rappresentata dallo zoo “al contrario”: il Glen Garriff Conservation  è un santuario in Sudafrica che ospita oltre 70 leoni recuperati da zoo e altri parchi faunistici, che da due anni sta ribaltando il tradizionale concetto di zoo: gli umani sono in gabbie da plexiglas in cui possono essere avvicinati dai leoni che girano liberamente nel territorio.

Come funziona l’Hologram Zoo di Brisbane

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Hologram Zoo in Australia (credits:sito web dello zoo)

Come spiega il sito di Hologram Zoo «uno zoo ologramma è come uno zoo normale. Vedi elefanti, orsi polari, canguri e altri animali da vicino e personali. Tutti gli animali sembrano reali e solidi, ma in realtà sono fatti di luce laser. Sono in 3D, quindi puoi camminarci intorno e toccarli (ma la tua mano li attraversa perché sono fatti di luce)».

Per rendere l’esperienza ancora più coinvolgente Oixom ha sfruttato anche le potenzialità degli odori e dei profumi per ricostruire il fascino degli ambienti naturali. «Abbiamo anche aggiunto la tecnologia dell'olfatto agli ologrammi in modo da poter annusare alberi e fiori» spiegano.

E non mancano venti e brezze marine che danno la sensazione dell’aria aperta e  del contatto diretto con la natura. Con 25 esperienze nei tunnel animati da creature marine e terrestri tra cui scegliere, che vanno dagli emozionanti safari africani ai paesaggi artici fino ai  viaggi in terreni preistorici pieni di dinosauri, le sessioni di visita partono dai 39 dollari australiani per un’ora e mezza.

Gli zoo tradizionali oggi

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Una tigre si rinfresca con un gelato al Bioparco di Roma (foto dalla pagina Facebook del Bioparco di Roma)

Attualmente gli zoo o giardini zoologici si possono classificare a seconda del ruolo che svolgono e a seconda della loro struttura. Abbiamo quindi il parco immersivo, cioè lo zoo tradizionale in cui gli animali sono esposti in recinti più o meno grandi che replicano (più o meno) il loro ambiente di vita originario. Poi c’è lo zoo safari, dove gli animali sono tenuti in zone esterne più estese rispetto agli zoo tradizionali e i visitatori girano il parco con autoveicoli su tragitti tracciati.

Il Bioparco è invece un parco zoologico che mira a conservare una risorsa naturale, come un’area di territorio o un gruppo di animali a rischio di estinzione ed effettuare ricerche scientifiche. Infine ci sono gli acquari, dedicati al mondo marino, i parchi a tema, che abbinano lo zoo ai parchi divertimenti come ad esempio nei delfinari e le fattorie didattiche, dedicate in genere agli animali domestici e ai piccoli animali da allevamento. In tutte queste strutture sono condivise condizioni di cattività a cui gli animali sono obbligati a cui si aggiungono spazi ipo-stimolanti e la continua esposizione al pubblico.

Questi elementi, secondo gli etologi, fanno sì che gli animali soffrano frustrazione, stress, apatia e depressione e che finiscano spesso per manifestare comportamenti stereotipati, ovvero comportamenti anormali, ossessivi e ripetitivi che l'animale compie senza alcun fine apparente e che, come già confermato da studi scientifici, si osservano solo negli animali in cattività.

Ricerca e salvaguardia: le due ambizioni, spesso tradite, degli zoo

Al di là dell'esposizione al pubblico, che costituisce l'elemento fondante degli zoo, nei secoli si è evoluto il fine della sua stessa esistenza, cioè il collegamento con la ricerca e la salvaguardia delle specie in via d'estinzione che, per le leggi moderne, dovrebbero essere alla base del giardino zoologico. Per quanto riguarda la ricerca, però, sono davvero la minoranza gli zoo che svolgono studi scientifici. Mentre gli studi, dato che sono centrati principalmente sullo studio delle problematiche o dei comportamenti disadattativi presentati dagli animali in cattività, non possono in nessun modo essere estrapolati per aiutare le specie che vivono in natura.

Riguardo la conservazione delle specie, alcuni animali sono realmente a rischio d’estinzione, mentre altri no, e sono tenuti esclusivamente per scopi ricreativi legati all’esposizione. D’altro lato, vengono mantenute specie ad alto rischio d’estinzione, come l’elefante asiatico, che molto difficilmente è in grado di adattarsi alla cattività e che sviluppa malattie e disturbi comportamentali che spesso ne impediscono la riproduzione o ne possono causare la morte precoce. Per approfondire.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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