Piovono polemiche su Lily Allen, cantante britannica nota per la tendenza a fare dichiarazioni spesso molto contestate. L’ultima, in particolare, le è costata una valanga di critiche e addirittura minacce di morte sui social (come lei stessa ha dichiarato su Instagram): l’artista 39enne nel suo podcast ha rivelato di avere riportato al rifugio da cui l’aveva adottata Mary, cucciola di pochi mesi, dopo che aveva masticato e distrutto il suo passaporto e quello delle due figlie Ethel, 12 anni, e Marnie, 11, avute dall’ex marito Sam Cooper.
Durante la registrazione del podcast “Miss Me?”, il podcast che co-conduce con Steve Jones, Allen ha rivelato che con il nuovo marito, la star di “Stranger Things” David Harbour, starebbe valutando di adottare un cane, aggiungendo poi di averne già adottato uno in passato ma «ha mangiato il mio passaporto, quindi l’ho restituita».
«Ha mangiato tutti e tre i nostri passaporti, che all’interno avevano il visto – ha proseguito la cantante – Non avete idea di quanto mi sia costato rifare tutto, perché era il periodo del Covid. Ovviamente è stato un incubo. E visto che il padre delle mie figlie vive in Inghilterra non ho potuto fare loro vedere il papà per quattro o cinque mesi, visto che quel maledetto cane ci aveva mangiato i passaporti. Non potevo neppure guardarla, e i passaporti non sono le uniche cose che ha mangiato. Era un cane molto maleducato. Ci ho provato in tutti i modi con lei, ma non ha funzionato e i passaporto sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
I cuccioli con i nomi dei cantanti di Sanremo sono stati tutti adottati
Dichiarazioni che hanno prevedibilmente suscitato una valanga di critiche e proteste, sia per il modo in cui la storia è stata raccontata sia per l’epilogo: adottare un cane e riportarlo in rifugio per un comportamento del tutto naturale come masticare oggetti è un atto di estrema irresponsabilità, e in molti hanno condannato il modo superficiale e leggero con cui Allen ha raccontato l’accaduto, quasi fosse un episodio divertente. Molti fan hanno però ricordato che la cantante spesso utilizza un linguaggio e un atteggiamento cinico e un “umorismo nero” per raccontare aneddoti della sua vita, come quando ha dichiarato in un’intervista che le sue figlie «le avevano rovinato la vita». Ai tempi era stata sommersa di critiche, e si era ritrovata costretta a spiegare che il suo era un modo brutalmente onesto di spiegare che la maternità aveva ostacolato la sua carriera, ma che (ovviamente) adorava e adora le figlie.
Allen alla fine ha deciso di prendere la parola sui social per difendersi: «Non sono mai stata accusata di maltrattare un animale e ho trovato questa settimana molto angosciante», ha scritto nelle sue storie su Instagram domenica. Poi ha proseguito: «Ho ricevuto alcuni messaggi davvero abominevoli, tra cui minacce di morte, alcuni dei commenti più disgustosi sono apparsi su tutti i miei canali social ma non sono del tutto sorpresa perché è esattamente ciò che alcuni articoli comparsi sulla stampa volevano provocare».
Poi ha fornito alcune spiegazioni dettagliate su quanto accaduto con Mary, cercando di aggiustare il tiro e raccontando di avere adottato Mary da un rifugio di New York. Anche se «le volevo molto bene», ha scritto, la famiglia ha faticato ad adattarsi a quella che ha definito «grave ansia da separazione» che Mary aveva sviluppato. La cantante ha scritto che il cucciolo non poteva essere lasciato solo «per più di 10 minuti alla volta», e che la famiglia lavorava con un veterinario comportamentalista del rifugio che si occupava di Mary quando erano via. Alla fine però, dopo mesi di tentativi, «tutti erano d'accordo sul fatto che la nostra non era la casa più adatta per Mary». E così la cucciola è stata riportata dalla persona da cui era stata adottata, una conoscente di Allen, e «è stata adottata nel giro di 24 ore dal suo ritorno. Non siamo riusciti a soddisfare le esigenze di Mary e la sua felicità e il suo benessere sono stati fondamentali per prendere quella decisione, per quanto difficile fosse», ha continuato la cantante.
Il danno però era ormai fatto. Sull’episodio era nel frattempo intervenuta anche la Peta ("People for the Ethical Treatment of Animals"): «I cani sono impegni per la vita – ha scritto l’associazione su Instagram – Non è giusto trattarli come accessori da scartare quando non convengono più. Manderemo alla cantante un cane giocattolo che non richiede alcuna cura, pazienza o impegno». Allen, nel pubblicare le storie, è stata molto critica con l’associazione accusandola di gettare benzina sul fuoco, e molte persone l’hanno difesa invitando a inserire nel giusto contesto le dichiarazioni fatte durante il podcast. Resta comunque una grande leggerezza, tenuto conto dell’importanza che i personaggi famosi rivestono nel diffondere un messaggio incentrato su adozioni responsabili, l’unico modo per evitare che gli animali tornino in canili e rifugi perché considerati «troppo impegnativi».