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4 Aprile 2022
17:10

Hiro, il Pastore Tedesco abbandonato in rifugio che cerca adozione a Napoli

Hiro ha cinque anni ed è stato abbandonato dalla sua famiglia perché ritenuto "irrecuperabile" per il suo comportamento compulsivo di inseguirsi la coda. Da quando è in rifugio, invece, ha mostrato di essere un cane equilibrato se si entra in relazione con lui, attento al contesto e desideroso di interagire con persone e altri cani.

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La storia di Hiro inizia con l'immagine che vedete in apertura di questo articolo: un Pastore Tedesco che riposa, appagato, dopo aver fatto una bella passeggiata in compagnia di qualcuno che dal primo giorno che l'ha incontrato, senza parlare, gli ha fatto capire semplicemente: "Io ti vedo e desidero conoscerti".

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Il diario di Hiro, se fosse un vero diario, dovrebbe iniziare con la descrizione di ciò che ha rappresentato la sua quotidianità negli ultimi tempi: rincorrersi la coda fin a procurarsi delle ferite. E questo comportamento, detto di "tail chasing" è anche il motivo per cui non è più insieme a chi lo aveva comprato, quando aveva pochi mesi, da un allevamento.

Ora Hiro vive nel rifugio "L'emozione non ha voce" di Luigi Carrozzo a Napoli, dove è stato accolto e viene seguito con cura, rispetto e dedizione.

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Hiro non riusciva più nemmeno a riposare. Ora sono tanti i momenti della giornata in cui alla coda non ci pensa e gli interessa molto quello che accade intorno a lui

La prima pagina della sua storia, se avessimo puntato solo a convincere chi legge a procedere a quelle che vengono chiamate "adozioni del cuore", sarebbe potuta essere tutta condensata in un video che mostra come si rincorre la coda. Per poi appellarci a qualche "buona anima" che lo accolga per il resto della sua vita.

Se questo fosse un appello come, purtroppo, molti altri che girano in Rete, la foto più rappresentativa per indurre alla commozione e a un'inutile marea di commenti negativi nei confronti di chi ha deciso di non stargli più accanto sarebbe un primo piano della punta della coda lacerata dall'autolesionismo in cui si era rinchiuso.

Invece no. Il diario di Hiro inizia da queste foto in cui si vede un Pastore Tedesco non ancora del tutto in forma fisicamente ma che in un solo mese di percorso di riabilitazione ha dimostrato già di essere un Cane con la c maiuscola, di quelli che, appunto, bisognerebbe solo ringraziare la sorte di averli incontrati, conosciuti e sentirsi scelti più che pensare di averlo scelto.

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Hiro adora fare cose insieme alle persone: è un cane collaborativo e molto affiliativo

Hiro ha da subito dimostrato di riuscire ad uscire dal guscio in cui è finito per una depressione causata dalla completa assenza di qualcuno che si sia messo davvero in relazione con lui. E ci è riuscito da subito, grazie anche a delle splendide persone che si sono interessate alla sua storia e vedono in lui grandi margini di miglioramento: la veterinaria esperta in comportamento Ludovica Pierantoni, le veterinarie cliniche Tiziana Pinto e la nostra Eva Fonti, gli istruttori cinofili e membri del comitato scientifico di Kodami David Morettini e Luca Spennacchio. E il suo percorso sta avvenendo in un contesto come un rifugio in cui è stato lasciato ma dove sta ricevendo tutta l'assistenza che necessita per le sue condizioni grazie a Luigi Carrozzo che lo ha preso con sé.

La prima pagina di un ipotetico diario di Hiro così, e speriamo anche l'ultima, in cui raccontiamo la sua vita qui su Kodami è un riassunto di quello che gli è successo, di come sta ma soprattutto di chi cerchiamo per lui.

Perché quello che serve ad Hiro non è un'adozione del cuore ma trovare un'anima gemella pronta a vivere una delle esperienze più gratificanti che possano capitare insieme a un cane come lui che non intende sopravvivere ma dire a tutto il mondo che esiste.

Un cane che è pronto a vivere insieme a un compagno fedele e capace di dargli quella comprensione che Hiro è in grado di restituire pienamente.

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Hiro sale in macchina tranquillamente: è una cosa che gli piace molto fare sapendo che la prospettiva sarà passeggiate e relax in compagnia

La storia e il presente di Hiro

Hiro è stato abbandonato dai suoi umani di riferimento. Comprato in un allevamento come un oggetto qualsiasi, ha vissuto gran parte della sua vita isolato in giardino. Poi, dopo un trasloco, ha passato intere giornate chiuso dentro un appartamento. Il suo modo per sopportare l'assenza di un riferimento affettivo è stato quello di girare su se stesso e rivolgere tutta la sua disperazione sulla coda fino ad autolesionarsi.

Si usa dire nel linguaggio comune “accanirsi” e se si cerca l’etimologia di questa parola la Treccani spiega: “Far irritare come un cane … Imbestialirsi furiosamente, com’è proprio del cane: i cani si accanivano attorno alla preda. Fig., ostinarsi in qualche cosa o contro qualcuno, con impegno quasi rabbioso”.

La Treccani non va oltre l'etimologia e sarebbe utile aggiungere qualche informazione in più anche sul loro sito. C'è da far sapere al mondo, infatti, che la spiegazione umana di questo termine dal punto di vista proprio dei cani non ha alcun significato, rendendo noti moderni studi scientifici sull’etologia canina e scoprendo che le “bestie” in generale non agiscono in maniera “furiosa" senza un motivo e appunto sottolineare che noi umani abbiamo sempre affibbiato un senso negativo a comportamenti naturali e oltretutto pieni di segnali chiari prima che si manifestino.

E a proposito di segnali, il comportamento di Hiro si sarebbe potuto affrontare sin dall'inizio con maggiore tempestività nel comprendere perché lo metteva in atto se solo chi lo aveva accanto fosse intervenuto aiutandolo e supportandolo, come del resto si dovrebbe fare per un qualsiasi membro della famiglia in difficoltà.

E ritornando alla parola “accanimento” con Hiro la verità è che alla fine pur “accanendosi” non lo ha mai fatto manco contro qualcun altro ma solo verso se stesso.

Hiro non ha mai manifestato alcun comportamento aggressivo: è felice di entrare in contatto con le persone e con gli altri cani e l'unica forma di "violenza" è, appunto, quella che ha rivolto nei suoi confronti.

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Hiro apprezza il contatto, è lui ad esempio in questa foto ad essersi avvicinato spontaneamente per farsi accarezzare

Ora che vive nel rifugio di Luigi, Hiro non ha ancora del tutto lasciato perdere la sua coda ma sta dimostrando di essere esattamente l'opposto di quello che i suoi ex "proprietari" (e qui il termine che di solito su Kodami aborriamo ci sta invece benissimo) dicevano di lui: «Un cane anaffettivo, non cerca il contatto… non si mette vicino a noi… non fa "il cane"».

Hiro invece è ogni volta, sempre di più,  pronto a essere coinvolto, desideroso di stare insieme a una persona e con una gran voglia di fare cose insieme.

E' un grande amante delle passeggiate (bravissimo con pettorina e guinzaglio) e delle gite in macchina. E' attento all'ascolto e asseconda le richieste. E' affettuoso e pronto a spanciarsi per avere le carezze e cerca lui per primo il contatto.  Hiro non va mai in conflitto con altri cani con cui, anzi, gli piace interagire (tranne i maschi interi come lui con cui comunque ha un'ottima comunicazione per evitare inutili risse). Hiro ha una solida gestione dell'autocontrollo ed è pure tranquillo con i bambini. Insomma, Hiro è decisamente "un cane che fa il cane".

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Hiro al guinzaglio è abituato e gli piace molto passeggiare insieme alla persona con cui ha instaurato un rapporto di reciproca fiducia

Chiariamoci bene però su chi è Hiro oggi, per non rischiare di dare una visione che possa risultare parziale e per far sì che chi è interessato alla sua adozione abbia una visione completa da subito.

Hiro ha un comportamento compulsivo per il quale ci vuole impegno e cura per far sì che si riesca a ristabilire del tutto. Una modalità che si riesce ad interrompere però nel momento in cui si entra davvero in relazione con lui. 

Il suo disagio emotivo è l'espressione di un passato in cui è stato invisibile agli occhi della sua famiglia e la sua reazione è quella di aver deciso, come già sottolineato, di far del male a se stesso e non agli altri.

Ciò denota la sua sensibilità e la sua più grande necessità: trovare un punto di riferimento definitivo, unico e non si può assolutamente rischiare di fargli vivere altre esperienze negative.

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Con gli altri cani Hiro ha una comunicazione chiara e riesce a mediare e non andare in conflitto. E’ un maschio intero e dunque non preferisce di certo stare in contatto con quelli come lui. Con le femmine è un "gentil cane"

Allo stesso tempo scegliere di vivere con lui non è così complicato come potrebbe sembrare: il percorso che sta facendo, cominciato da un mese, è del resto iniziato con un incontro in cui ha da subito mostrato i grandi margini di recupero che ha. E' bastato osservarlo senza giudicarlo, rimanere al suo fianco, dargli il tempo di comprendere che finalmente aveva di fronte qualcuno che lo accreditava e comunicargli chiaramente: "Ehi, ti va se facciamo qualcosa insieme?" per avere la sua attenzione e la sua fiducia, per  farlo uscire a piccoli ma in realtà già grandi passi fuori dalla depressione in cui si era rinchiuso.

Hiro così ha iniziato a raccontarsi, a mostrarsi come un individuo presente a se stesso e al contesto, capace di grande comunicazione con gli altri cani e con le persone, disponibile ad ascoltare a sua volta e pronto a vivere un rapporto di reciproca considerazione in cui poter esprimersi accanto a chi è al suo fianco e sentirsi vivo, consapevole finalmente del fatto che ha un sacco di cose belle da condividere.

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Hiro con la pettorina

E ora è necessario che io passi alla prima persona, perché seguo personalmente il suo percorso. Quando sto con Hiro penso che ogni tormento che ci portiamo dietro ha un senso e sradicare una radice profonda, piantata nell’anima come una maledizione è un compito arduo che pochi riescono ad assumersi, finanche ci sia qualcuno che ci tende la mano o che addirittura è pronto a calarsi nel buio di un pozzo senza luce dove l’altro si è ormai rinchiuso.

Ma i cani come Hiro insegnano, ancora una volta e loro malgrado, qualcosa a noi umani che della nostra sensibilità, a un certo punto della vita, ne facciamo solo fonte di malessere, chiudendoci in un tormento che non ha voce e mordendoci anche noi la coda dentro i nostri pensieri alienanti.

E invece lui, ogni volta che lo incontro, sapete cosa dice? Qualcosa tipo: “Eh sì, prima o poi la smetto di rincorrermi la coda ma non so se ce la faccio… però ora che stiamo facendo cose insieme… cavolo! Non ci sto nemmeno pensando a… cosa? La coda? ma chi se ne frega! Dai dai andiamo a fare un giro… che fai lì impalata!”.

Oggi Hiro è supportato e seguito da un team di persone che si sta impegnando e spendendo per lui. Ma l’unico modo per cambiare davvero il suo assetto emotivo è dargli uno spazio all’interno di una relazione. Non uno spazio solo fisico ma un luogo emotivamente concreto e reale con una persona che, sì, all’inizio dovrà dedicargli tempo e grande cura soprattutto ma che poi si ritroverà a fianco un amico vero, leale e pronto a restituire lo stesso rispetto che finalmente gli è stato concesso.

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Hiro e Luigi Carrozzo

Hiro ha cinque anni ed è un Pastore Tedesco. Si potrebbe aggiungere a questa storia tutta una parte legata al profilo genetico della sua razza e alle patologie fisiche e comportamentali cui l’estrema selezione umana ha contribuito a fare dei Pastori Tedeschi, cani solidi e collaborativi, un “prodotto avariato” da buttare dopo essere stato un “bene di lusso” da possedere.

Sarò pronta a spiegare tutto a chi davvero si mostrerà interessato a conoscerlo e a continuare insieme il cammino, fino al giorno in cui sono certa che lui e la sua persona di riferimento non avranno bisogno di nessuno se non dell'uno e dell'altro.

Hiro è in buona salute generale ed è negativo alla leishmania. Se non fosse per le condizioni della coda, nel vederlo sereno in passeggiata o a interagire con gli altri cani e le persone nessuno potrebbe immaginare che “guerra” sta cercando di mettere a tacere dentro di sé per bombe seminate nella sua vita da un invasore chiamato in origine "superficialità", negli anni “ignoranza” e, soprattutto, “abbandono”.

Per informazioni su Hiro:

Diana Letizia  – direttrice di Kodami, esperta in etologia canina, istruttrice cinofila in formazione – Contatto diretto, solo telefonico al numero 3421418144

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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