Dopo aver lasciato Spoleto, Nino Frassica e la moglie Barbara Exignotis, sono rientrati a Roma con tanta angoscia ancora per la scomparsa del loro gatto Hiro, avvenuta ormai più di un mese fa nella cittadina umbra dove si erano trasferiti per le riprese della nuova stagione di Don Matteo. Dopo averle provate tutte, la coppia prima della partenza aveva anche detto di essere certa che il gatto sia nella mani di qualcuno che lo detiene in maniera illegittima.
I due, oltretutto, hanno dichiarato pubblicamente anche di sapere chi ha "preso" il gatto ma poiché non hanno aveva le prove l’unica denuncia possibile che hanno fatto è di scomparsa, cosa che ha impedito – sempre per quanto riportato dall'attore e dalla moglie – rivolgersi alle forze dell'ordine per fare altro. Ora, però, a entrare in campo è Valentina, la figlia di Barbara Exignotis, anche lei legatissima al micio e disperata per la sua assenza, che ha lanciato un ennesimo messaggio sullo smarrimento di Hiro.
«È troppo difficile senza di lui, non ce la facciamo più: per noi non è solo un gatto, è come un figlio», dice la ragazza in un video pubblicato sul profilo Instagram di Frassica che ripercorre dall’inizio la vicenda del Sacro di Birmania, riconfermando – come già avevano detto i genitori – che il gatto è attualmente trattenuto nella città umbra e precisamente in una casa in piazza Campello. «Ormai non resta che pregare che queste persone lo rilascino o che le forze dell’ordine, che ora non possono operare, riescano a farlo – dice la giovane – Quando siamo partiti con solo due trasportini dei fratelli di Hiro, è stato terrificante, perché ho realizzato davvero la sua mancanza». La giovane ha fatto sapere anche che ci sono denunce in corso.
Proseguendo con il racconto di quelle giornate, Valentina racconta nuovamente il caso della vicina che avrebbe cacciato in malo modo il gatto dopo che si era intrufolato erroneamente dentro la casa dell’anziana dalla finestra e anche di come, una volta presentati con la polizia, erano riusciti anche a entrare ma senza successo perché del gatto non c’era alcuna traccia.
Quindi Valentina va avanti descrivendo le estenuanti ricerche di settimana in settimana, l’arrivo dei cani molecolari e poi, infine, l'apparire della coppia umbra di piazza Campello. «I sospetti sono moltissimi, ma la certezza assoluta che stiano trattenendo Hiro, non ce l’abbiamo. Quando ci hanno invitati a casa loro, abbiamo trovato peli del nostro gatto, anche perché loro non hanno mici bianchi – spiega ancora racconta la ragazza – A quel punto siamo voluti tornare una seconda volta e una terza volta, quando mio padre Nino ha chiesto di poter vedere la cantina e il padrone di casa ha detto prima di sì, poi non si è fatto trovare, quindi ha chiamato la polizia perché lo stavamo disturbando. Alla fine ce l’ha fatta vedere: anche lì abbiamo trovato peli bianchi di Hiro, ma non Hiro e così continuando a negare negare ci ha fatto scortare via dalla polizia», ha concluso la ragazza tra le lacrime.
Frassica nel suo ultimo post prima di lasciare Spoleto, aveva detto anche che queste due persone sarebbero state due accumulatori seriali di gatti, ma di prove al momento non ce ne sono. Chiaramente se di questo si trattasse, la situazione si complicherebbe ulteriormente. Gli individui affetti da animal hoarding, l’accumulo compulsivo di animali, soffrono di una patologia grave che causa problemi non solo agli animali, soggetti involontari di maltrattamento spesso anche gravissimo, ma anche alle stesse persone malate e alla loro famiglia. In Italia, purtroppo, la maggior parte delle volte viene ignorato, mentre trattandosi di una vera e propria patologia sarebbe opportuno intervenire, comprendendo e rimuovendo le condizioni che hanno portato alla creazione di questo disagio.