Una colorata creatura marina a 10 braccia era nascosta sotto una roccia, come se fosse in attesa di qualcosa, quando i sommozzatori hanno ribaltato la pietra e hanno individuato un animale unico, portando alla luce una nuova specie dopo dieci anni di approfondita ricerca nei mari del Giappone da parte di un team di scienziati alla scoperta del mondo sottomarino.
L'animale che ancora non conoscevamo è stato battezzato Nesometra integra o "stella piumata completa". La sua descrizione è stata pubblicata all'interno dello studio pubblicato su J-STAGE lo scorso 23 agosto e il nome scientifico, nella parte in cui è stato aggiunto l'aggettivo "integra", sta a indicare la forma particolare delle sue appendici.
Per arrivare all'incontro, il lavoro è stato dunque lungo e ha comportato molte immersioni subacquee e lavori di dragaggio. I ricercatori, però, sino riusciti a incontrare così diverse stelle piumate dall'aspetto insolito e osservando più da vicino questi animali invertebrati si sono presto resi conto di aver appunto scoperto una nuova specie.
Le stelle piumate complete sono considerate «di piccole dimensioni», come è riportato nello studio. Hanno un piccolo corpo centrale da cui fuoriescono 10 braccia, ciascuna lunga fino a 4 centimetri. Da ogni braccio crescono segmenti più piccoli. Questi animali sembrano dei rami di un albero, variano di colore ma secondo quanto riportato nei risultati della ricerca hanno due trame principali: o con una tonalità uniforme (dal viola al marrone chiaro/rosso scuro) oppure punteggiate (macchie marrone scuro).
Nesometra integra vive a profondità comprese tra 60 e 360 piedi e ad oggi le stelle piumate complete sono state trovate vicino a due gruppi di isole nel Giappone meridionale (Amami e Ogasawara) e a Cunningham Island, un'isola nel nord-ovest dell'Australia.
La nuova specie è stata identificata grazie allo studio del DNA, dalla forma del corpo e da altre sottili caratteristiche fisiche che la distinguono da altri animali già noti all'essere umano. Nel team di ricerca che include Gregorius Pratama, James Reimer e Toshihiko Fujita c'è anche l'italiano Riccardo Virgili, ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.