Basta all'uccisione di animali selvatici. È l'appello lanciato dall'associazione di tutela animale LNDC Animal Protection e diretto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Gli attivisti si sono rivolti alla massima carica dello Stato per chiedere il rispetto dell'articolo 9 della Costituzione, che nella sua nuova formulazione approvata nel 2022 dal Parlamento, vede inseriti tra i valori fondamentali proprio il rispetto dell'ambiente e degli animali.
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Questo passaggio storico, tuttavia, è rimasto lettera morta, poiché nel giro di pochi mesi è seguita l'approvazione di leggi che estendono le libertà dei cacciatori. Si tratta di provvedimenti e disegni di legge come l'emendamento Far West, la ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, fino all'apice toccato in questi giorni con le misure contenute nel Decreto Asset.
Il Decreto in origine nasce per recepire attività economiche e finanziarie e investimenti strategici, ma in realtà attraverso una serie di emendamenti ha fornito la possibilità di aggirare il divieto europeo di utilizzo di proiettili di piombo nelle zone umide. Nel Decreto è passato anche un vero e proprio golpe all'ISPRA, esautorato nel suo ruolo di consulente scientifico per le decisioni del Governo sulla fauna selvatica.
Tutte azioni che vanno in aperto contrasto con la Costituzione, come ha sottolineato Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection: «Il paradosso è che tutta questa frenetica attività per demolire la legge sulla caccia e favorire in ogni modo i cacciatori e la loro attività spietata è partita a meno di un anno dalla modifica costituzionale con cui si è inserita la difesa dell’ambiente tra i principi fondamentali della nostra Repubblica. A inizio 2022, infatti, l’articolo 9 della nostra Costituzione è stato modificato, aggiungendo un comma che prevede la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Eppure, l’attuale Governo ha da subito dichiarato guerra agli animali selvatici e continua a farlo in maniera sempre più sfacciata».
L'architetto ideologico di questa "dichiarazione di guerra alla fauna" è stato individuato dagli attivisti nel ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. «Recentemente, il ministro Lollobrigida è arrivato anche a chiedere all’UE di rivedere lo status di protezione del lupo, animale ancora oggi a rischio estinzione dopo il faticoso lavoro fatto per ripopolare questa specie così preziosa per l’ecosistema – ricorda Rosati – Purtroppo, abbiamo una classe dirigente che ha scelto di vedere la fauna selvatica come un problema da eliminare anziché come una risorsa preziosa per tutti».
Alla luce di questo e altri provvedimenti, la LNDC chiede quindi a Mattarella, in qualità di garante della Carta costituzionale, di fare rispettare l'articolo 9. E, contemporaneamente, invita tutti i cittadini di alzare la voce firmando la petizione lanciata sulle sue piattaforme web e social, affinché «il Governo rispetti i principi fondamentali della Repubblica e fermi gli attacchi continui che la fauna selvatica è costretta a subire».