Guarda le api che prendono a schiaffi le formiche con le ali per difendere l’alveare

Le api giapponesi difendono l'alveare schiaffeggiando le formiche con le ali e facendole letteralmente volare via. Questo comportamento, documentato per la prima volta da alcuni ricercatori giapponesi, svela una strategia difensiva inedita e sorprendente.

18 Luglio 2024
10:59
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Immagine da Seko et al., 2024

Un colpo d'ala secco, preciso e la piccola formica viene lanciata via, lontano dall'alveare. Recentemente, un team di ricercatori giapponesi ha documentato e descritto per la prima volta questo comportamento difensivo straordinario messo in atto dalle api asiatiche giapponesi (Apis cerana japonica), che con un rapido colpo d'ala riescono a schiaffeggiare le formiche che tentano di infiltrarsi nell'alveare. E incredibilmente, come sottolineato nello studio pubblicato sulla rivista Ecology, nessuno fino a oggi se n'era mai accorto.

Le piccole formiche sono una minaccia costante per le colonie di api: cercano di rubare miele, di predare le uova o di uccidere direttamente le operaie. Per difendersi, le api hanno quindi sviluppato diverse strategie, come l'uso delle ali per creare correnti d'aria che respingono i piccoli invasori. Tuttavia, ciò che è emerso per la prima volta dalle riprese ad alta velocità è ancora più sorprendente: le api non si limitano solo a creare solo una barriera d'aria, ma colpiscono deliberatamente le formiche con le ali, facendole letteralmente volare via dall'alveare.

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In un filmato catturato da telecamere ad alta velocità, si può osservare come le api guardiane, posizionate all'ingresso dell'arnia, inclinare il corpo verso le formiche in avvicinamento, sbattere rapidamente le ali e "schiaffeggiarle" con forza. E un colpo ben assestato può facilmente far volare via la formica. Sorprendentemente, molti apicoltori non erano minimamente consapevoli di questa strategia. Yoshiko Sakamoto, una delle ricercatrici coinvolte nello studio, ha ammesso: «Io stessa non ho mai notato questo comportamento durante i miei circa dieci anni di esperienza nell'apicoltura».

Sakamoto, insieme ai colleghi Yugo Seko e Kiyohito Morii dell’Istituto Nazionale per gli Studi Ambientali di Tsukuba, in Giappone, ha quindi introdotto tre specie locali di formiche all'ingresso di due colonie di api giapponesi, filmando centinaia di incontri tra gli insetti. Nella maggior parte di questi scontri, le api colpivano le formiche con le ali. Tuttavia, la difesa non sempre funzionava. Con Pristomyrmex punctatus, una specie di formica senza regine, e con le formiche giapponesi dei marciapiedi (Tetramorium tsushimae), circa metà o un terzo dei tentativi riusciva a respingere efficacemente gli invasori.

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Una serie di scatti fotografici mostra l’intera sequenza dello "schiaffo" che spazza via una formica. Foto da Seko et al., 2024

Il colpo d’ala era però molto meno efficace contro le formiche del legno giapponesi (Formica japonica), una specie parecchio più grande e veloce delle altre. Non tutte le formiche sono infatti uguali e, a seconda della specie, cambia anche il livello di pericolosità per le api: alcune specie mordono o uccidono le operaie, mentre altre si limitano a rubare miele. Le api potrebbero quindi aver evoluto questa tecnica di difesa per evitare il contatto diretto con le formiche più pericolose, ma il colpo d'ala e poi diventato un comportamento più efficace contro le altre specie più piccole, suggeriscono i ricercatori.

Il team spera ora di approfondire questa teoria mappando le risposte delle api in relazione al grado di aggressività delle formiche. Inoltre, intendono studiare anche come cambiano le interazioni tra api e formiche nel tempo e se le api migliorano con l'allenamento e l'esperienza. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione sul comportamento delle api, ma sottolinea anche l'importanza di continuare a osservare e studiare questi straordinari insetti sociali, he evidentemente hanno ancora tanto da raccontarci, nonostante siano tra gli animali più studiati e meglio conosciuti da sempre.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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