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18 Ottobre 2022
19:45

Greta se n’è andata: è morta l’orsa liberata da un circo in Lituania che aveva ritrovato la dignità al Parco Nazionale d’Abruzzo

Ritrovata senza vita nella sua tana, l'esemplare di orso bruno era arrivata in Italia dopo essere stata liberata dalle esibizioni forzate in un circo nei Balcani. "Non ha sofferto. se ne è andata piano piano". E in tantissimi che avevano potuto vederla nella sua area all'interno del Parco l'hanno salutata con affetto sui social.

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Giornalista
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Non è mai tornata completamente libera e selvatica, Greta. Ma gli ultimi due anni della sua lunga vita sono stati certamente i migliori, libera di giocare e nuotare nella grande area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove era arrivata nell’estate del 2020. Libera dai suoi padroni e dalla schiavitù delle esibizioni forzate in un circo itinerante che attraversava i Balcani e l’Europa dell’est partendo dalla Lituania, dove era stata prigioniera per almeno trent'anni. E proprio dalla Lituania era arrivata, poco più di due anni fa, nel grande parco del centro Italia dove ha vissuto ospite coccolata e protetta al Centro Natura di Pescasseroli, assieme ai suoi due compagni di sventura, Brumo e Nita, fino a domenica sera.

Una morte tranquilla, senza malattie

«Si è spenta piano piano, senza sofferenza – ci racconta il direttore del Parco Luciano Sammarone – già da quest’estate aveva cominciato a dare segnali di stanchezza: mangiava poco e usciva e camminava di meno. L’abbiamo monitorata quotidianamente e il nostro veterinario Leonardo Gentile, le aveva somministrato anche degli integratori per tirarla un po’ su. Ma come succede per tutti gli esseri viventi che muoiono di vecchiaia, Greta si è spenta naturalmente a conclusione del suo ciclo biologico naturale, senza nessuna malattia» come confermato dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo dove è stata portata l’orsa dopo il decesso. La notizia della morte era arrivata direttamente, qualche ora fa, dai social del parco.  «Nella notte di domenica all'interno del Centro Natura di Pescasseroli si è spenta Greta, la più anziana dei tre orsi bruni europei ospiti delle nostre strutture dall'estate 2020. Greta aveva oramai superato le 30 primavere, un'età molto avanzata per gli orsi che raramente da loro viene raggiunta in libertà».

Trent’anni che Greta, un’esemplare di orso bruno europeo, aveva trascorso in cattività sfruttata per le esibizioni. «I tre plantigradi, un maschio di circa 10-15 anni e due femmine, una molto anziana, quasi 30 anni, l'altra di oltre 10 anni di età, sono stati sequestrati a un circense in Lituania  – aveva spiegato il Parco abruzzese quando erano arrivati in Italia dopo un lungo e faticoso viaggio – che li sfruttava facendoli esibire nei circhi e li deteneva in condizioni di deprivazione, obbligandoli a passare le loro giornate in una "prigione" del tutto inadeguata alla loro natura: ricoveri senza finestre, recinzioni fatiscenti, inferriate arrugginite, nessuna vasca con l'acqua e neppure semplici mangiatoie e abbeveratoi. La femmina più anziana – Greta appunto ndr. – sembrava ormai rassegnata e passava le sue giornate in totale apatia: i suoi denti sono in pessime condizioni e ciò riflette la mancanza di una dieta adeguata e di cure veterinarie».

Gli orsi dei Balcani, prigionieri e maltrattati per l’intrattenimento nei circhi

Una condizione, quella degli orsi da intrattenimento, tristemente ancora diffusa nei Balcani. Sono davvero terribile le condizioni in cui sono costretti a vivere i cosiddetti “selfie bear”, gli orsi portati al guinzaglio sulle spiagge e sfruttati per le foto ricordo a pagamento dei turisti, e quelle dei “dancing bears”, gli orsi addestrati violentemente per costringerli a ballare in pubblico ottenendone in cambio una miserabile elemosina. Una triste realtà di cui Kodami si è già occupata più volte e che in due occasioni ha portato alcuni esemplari di orsi bruni ad essere trasferiti proprio nel parco abruzzese. «Con la more di Greta qui nel parco sono rimasti  cinque esemplari di orsi bruni – spiega il direttore – i due che vivevano con Greta nell’area faunistica di Pescasseroli e i tre, arrivati anche loro da un sequestro in area balcanica, dall’Albania, qualche anno prima di Greta e che ora si trovano nell’area di Campoli». Per Greta, Brumo e Nita è stata messa a disposizione una grande area recintata di circa 700 metri quadrati, nella quale i tre orsi potevano muoversi liberamente senza rischiare di entrare in contatto con la sessantina di orsi marsicani che vivono invece completamente liberi nel Parco Nazionale d’Abruzzo.

«Quando sono arrivati qui la prima condizione che il CITES ci ha imposto è stata la sterilizzazione, proprio per essere certi che i Marsicani non potessero in nessun modo mescolarsi con i Bruni. Infatti, dopo un paio di settimane dall’arrivo le due femmine furono sterilizzate e subito dopo anche il maschio». Da quel momento i tre ospiti si erano ritrovati al sicuro nell’area a loro dedicata. «Abbiamo diversificato l’alimentazione perché quando sono arrivati erano malnutriti, introducendo tipi diversi di frutta e proteine animali. Era un piacere vederli mangiare l’uva! Greta, poi, era molto vispa – racconta Sommarone – si faceva sentire e rispettare. Brumo, malgrado molto più grosso di lei, la temeva e ne stava alla larga. Ma avevano trovato un equilibrio e stavano benissimo. Avevano a disposizione anche due laghetti artificiali dove quest’estate facevano lunghi bagni, visto il caldo. E per Greta, dopo aver notato che si era scavata da sola una tana lungo il pendio del recinto, avevamo costruito anche una tana artificiale che infatti ha usato per due inverni per ripararsi dal freddo».

La storia di Greta e dei suoi compagni Brumo e Nita: dalla prigionia in Lituania alla vita nella natura in Italia

I tre orsi erano arrivati in Italia dalla Lituania a seguito di una complessa operazione di cooperazione internazionale realizzata dall'Associazione Salviamo gli Orsi della Luna  e la Fondazione Capellino, in collaborazione con l'Ente Parco. «Trasferire tre orsi è una missione davvero impegnativa – aveva spiegato all’epoca il Parco. – Gli orsi sono stati addormentati, preparati e caricati nelle apposite gabbie, per un viaggio condotto con la massima attenzione rispetto al loro benessere e alla loro sicurezza. Occorre l'utilizzo di mezzi speciali con un ambiente climatizzato, il costante monitoraggio dei veterinari, ed un trasportatore di grande esperienza». Sequestrati dal Ministero dell'Ambiente Lituano, dopo essere stati detenuti per anni in pessime condizioni, erano arrivati in Italia grazie ad una segnalazione degli attivisti di Salviamo gli orsi della luna, che avevano messo in moto la ricerca di un luogo adeguato che li ospitasse. «Attraverso un'intensa attività di rete, si erano attivate tutte le procedure per la realizzazione del trasferimento. I primi passi hanno visto le visite veterinarie, la vaccinazione e la microchippatura dei tre esemplari, contemporaneamente sono partite le procedure per la documentazione necessaria al trasferimento. La svolta è avvenuta quando la loro "nuova casa" è stata finalmente trovata nel Centro Visite di Pescasseroli, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise» dove i tre orsi hanno trovato il posto in cui tornare a vivere dignitosamente.

L’ultimo saluto sui social:  «Buon ponte, Greta!»

Dopo la lunga chiusura dovuta al Covid, l’area faunistica durante l’estate è stata di nuovo aperta al pubblico. E in moltissimi hanno avuto la fortuna di vedere, anche se da lontano, i tre bellissimi orsi. Tanti quelli che oggi hanno lasciato un saluto a Greta, alla notizia della sua morte apparsa sulla pagina FB del parco. «Seppur lontana dalla natura libera e selvaggia – ha voluto sottolineare il Parco – negli ultimi due anni la nuova casa di Pescasseroli ha permesso a Greta di terminare la sua esistenza con ritrovata tranquillità e soprattutto dignità. La salutiamo con affetto pensando a tutte quelle persone, e soprattutto quei bambini e quelle bambine, che grazie a lei hanno potuto osservare un orso da vicino, rimanendo colpiti dalla sua bellezza, imparando, magari, che questa specie meravigliosa ha bisogno di tanto spazio, rispetto e impegno da parte di ognuno di noi, per continuare a vivere libera sulle nostre montagne». Così come ha voluto sottolineare Lucrezia, che l’aveva potuta ammirare in tutta la sua bellezza e che ha lasciato scritto tra i commenti: «Ho avuto il piacere di vedere Greta dal vivo serena e tranquilla in quella che è diventata la sua nuova casa. Grazie per averle concesso di vivere con dignità e rispetto gli ultimi anni della sua esistenza. Buon ponte dolce e grande Greta».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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