Negli ultimi tre anni, un team internazionale di zoologi e biologi marini ha portato alla luce un fenomeno biologico sorprendente e ancora poco conosciuto: la fluorescenza degli animali, da oggi osservata e descritta per la prima volta in 27 nuove specie marine tra cui polpi, granchi, spugne, pesci e tanti altri. Questo straordinario risultato è frutto di una serie di spedizioni scientifiche che hanno avuto luogo nel mar Rosso, in Egitto, e nel mar di Banda, in Indonesia. La scoperta è stata recentemente pubblicata sulla rivista PLOS ONE.
La bioluminescenza, ovvero la capacità di alcuni organismi di produrre luce propria, è un fenomeno noto e ormai studiato da tempo. Tuttavia, la fluorescenza, un processo che invece permette ad alcuni organismi di brillare più intensamente quando sono illuminati da particolari tipi di luce, è ancora in gran parte inesplorata, sebbene si stata osservata in diversi gruppi animali, tra cui rane, coralli, meduse e perfino nell'ornitorinco e tanti altri mammiferi. Utilizzando particolari e sofisticate sorgenti luminose, i ricercatori hanno così scoperto tante altre nuove specie fluorescenti rimaste sconosciute.
Tra queste, ci sono spugne, coralli, granchi, polpi, lumache, nudibranchi, vermi, ascidie e pesci per un totale di 27 nuove specie. La fluorescenza in questi animali si verifica quando alcune particolari molecole assorbono luce a determinate lunghezze d'onda e la riemettono poi a lunghezze d'onda ancora più lunghe. Questo fenomeno potrebbe essere utilizzato dagli animali marini per comunicare e riprodursi più facilmente, poiché consente di assorbire la luce limitata delle profondità marine e di riemetterla in modo da essere più visibili per un potenziale partner.
Particolarmente affascinanti sono state le osservazioni di alcune specie, come il granchio pugile (Lybia tessellata), il pesce ago Corythoichthys intestinalis e soprattutto il pesce rana Abantennarius coccineus, che mostra una fluorescenza verde su tutto il corpo con macchie arancioni sparse in modo casuale, un vero e proprio spettacolo. Questa scoperta non solo amplia la nostra comprensione sulla fluorescenza animale e la biodiversità marina, ma apre anche nuove prospettive sulla funzione ecologica di questo fenomeno all'interno degli ambienti marini.
Continuare a esplorare e documentare questi processi potrebbe svelare ancora ulteriori e inaspettati segreti nascosti neo nostri oceani e contribuire alla conservazione di questi affascinanti e delicati ecosistemi. E possiamo farlo solo grazie ai ricercatori e alle spedizioni come questa, che ci ricorda quanto ancora ci sia da scoprire nel vasto e misterioso mondo sottomarino e nella comunicazione luminosa degli animali, un fenomeno sorprendente che abbiamo iniziato a scoprire a malapena da qualche anno.