Il belato di una capra vale più di mille parole. Così potremmo riassumere Vocapra, un progetto dell'Università Statale degli Studi di Milano volto a mettere a punto un sistema di monitoraggio continuo in allevamenti caprini da latte attraverso un metodo molto particolare: registrare le vocalizzazioni degli animali per ottenere informazioni sul loro stato di salute.
«Vorremmo realizzare un'app per smartphone simile a un Google translate per i belati delle capre». Così descrive a Kodami il progetto Stefania Celozzi, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale di Milano. Gli animali comunicano il proprio stato fisico ed emotivo in ogni momento con voacalizzi, movimenti o anche semplicemente con il silenzio. Riuscire a decifrare queste informazioni, anche solo grazie a un singolo vocalizzo, è proprio uno degli obiettivi principali del progetto Vocapra.
«Tutto nasce dalla stretta collaborazione nata nel 2019 tra gli studiosi dell'Università di Milano Statale e gli operatori di tre Aziende Agricole – racconta la ricercatrice – Ed è il frutto di uno sforzo multidisciplinare di ricercatori esperti in benessere animale come Monica Bettini, collega del mio stesso dipartimento, relazione uomo-animale, come Emanuela Prato Previde, e bioacustica, come Stavros Ntalampiras». Il progetto ricade nella strategia dell'Unione Europea per promuovere un allevamento sostenibile che guarda al benessere degli animali e che sia in grado di adattarsi alle numerose difficoltà odierne come, ad esempio, i cambiamenti climatici.
Cambiare il punto di vista nella relazione con gli animali
Pensare di essere gli unici a poter plasmare a nostro piacimento il mondo attorno a noi è una delle caratteristiche principali dell'antropocentrismo. Non solo ci arroghiamo il diritto di abbattere foreste, dividere montagne, innalzare colline e deviare i corsi dei fiumi, ma modelliamo come vogliamo l'evoluzione stessa, selezionando artificialmente gli individui per creare razze con caratteristiche consone ai nostri scopi.
A tal riguardo su Kodami è possibile leggere proprio un articolo di Laura Arena, medico veterinario esperto in comportamento animale e membro del comitato scientifico di Kodami, che parla della differenza che molte persone credono esista tra noi animali umani e gli animali non umani: lo specismo.
Riuscire a sovvertire un punto di vista così radicato non è semplice, ma forse sono proprio le invenzione a poter dare la spinta giusta per cambiare il di modo di pensare. Questo è il caso del progetto Vocapra, iniziativa volta non solo a migliorare il benessere delle capre da latte negli allevamenti ma che intende anche spostare il punto focale sull'animale stesso.
«Il nostro progetto vuole cambiare completamente la percezione della convivenza uomo-animale domestico», afferma a tal proposito la ricercatrice. In effetti il dubbio è legittimo e spontaneo: se nel corso dei millenni gli animali si sono adattati a vivere con l’uomo, perché non dovremmo esserci adattati anche noi a comprendere il loro linguaggio?
Cos'è il progetto Vocapra
«Il progetto si costituisce di due parti: innanzitutto abbiamo installato in alcuni allevamenti sensori acustici e videocamere per ascoltare i belati delle capre e associare a ogni vocalizzo determinati fattori ambientali e comportamenti. Inoltre, si sono rivelati estremamente utili dei registri che gli stessi allevatori ci hanno fornito dove hanno appuntato tutti gli avvenimenti straordinari che capitavano, come malattie o altri eventi traumatici. Così facendo abbiamo acquisito un gran numero di registrazioni e ad oggi il progetto non è ancora concluso, per cui c'è la possibilità di ingrandire ulteriormente il nostro repertorio».
«Una volta ottenuto il giusto numero di vocalizzi e registrazioni video – continua l'esperta – Vogliamo creare uno strumento utile agli allevatori per poter comprendere immediatamente quale sia lo stato di salute fisico ed emotivo delle capre semplicemente ascoltando il belato. In poche parole vorremmo realizzare un'app per cellulare simile a un Google translate per i belati delle capre».
Le vocalizzazioni raccolte durante tutte le fasi di allevamento serviranno, dunque, per classificare i segnali acustici delle capre e sviluppare uno strumento informatico in grado di individuare automaticamente specifici eventi, segnalandoli così all’allevatore in tempo reale. «Con il progetto intendiamo anche divulgare sia nel mondo scientifico che in quello allevatoriale la possibilità di cambiare il proprio metodo allevamento – aggiunge Stefania Celozzi – In modo che queste informazioni siano accessibili a quante più persone possibili e completamente gratuite».
Dunque, un metodo prezioso per comprendere subito le necessità degli animali e migliorare di conseguenza il loro stato di salute e il rapporto stesso fra uomo e animale. Il benessere degli animali non sarebbe garantito solo dalla rapidità con cui l'uomo riuscirebbe a soddisfare le necessità di questi mammiferi, ma si potrebbero evitare numerose e invasive operazioni sanitarie, compresa la somministrazione di farmaci non necessari.
Riguardo alla seconda parte dell'esperimento, Stefania Celozzi spiega: «Con questo progetto vogliamo anche capire se l'essere umano sia in grado di comprendere a diversi livelli le vocalizzazioni delle capre. Per questo abbiamo diffuso due diversi questionari, uno per allevatori e l'altro per i non addetti ai lavori, per poter capire se effettivamente la millenaria convivenza con loro ci abbia in qualche modo influenzato».
Tutte queste scoperte andranno ad arricchire un manuale del rapporto fra uomo e animale che si baserà su una precedente pubblicazione della ricercatrice disponibile sulla rivista Animals. Nello studio il team di Stefania Celozzi ha indagato su come si stabilisca l'interazione fra uomo e capra e come migliorarla. «Abbiamo visto che non ci sono studi a riguardo – commenta la studiosa – Per cui la nostra ricerca sarà la prima a scandagliare un rapporto così profondo come quello fra uomo e capra».
Insomma, un progetto ambizioso che significherà il miglioramento della vita di migliaia di animali, per cui tutto l'aiuto che è possibile fornire al team di ricerca italiano è ben accetto. Per chi volesse contribuire al progetto partecipando al questionario, questo è disponibile fino a febbraio del 2023 sul sito di Vocapra.