Scienziati e cittadini insieme hanno dato vita a un progetto per tracciare i cani liberi peruviani, al fine di monitorarli per evitare l'espansione di malattie come la rabbia, ancora endemica nel paese sud americano, attraverso l'uso di Google Street View.
In uno studio (in fase "pre print") appena pubblicato su bioRxiv viene spiegato il metodo che permette di osservare di localizzare gli animali in 26 aree di Arequipa, una città nel sud del Paese in cui negli ultimi due anni si sono verificati 78 degli 81 casi di rabbia canina avvenuti in Perù.
In una intervista apparsa su Science.org, Ricardo Castillo-Neyra, responsabile del progetto e direttore scientifico del Laboratorio di ricerca sulle malattie zoonotiche dell'Università della Pennsylvania, spiega: «Abbiamo sempre desiderato sapere quanti cani ci sono nelle aree urbane e rurali. Siamo stati in grado di stimarlo abbastanza bene in studi precedenti andando di porta in porta e chiedendo alle persone quanti cani hanno. Ma ciò richiede molto tempo e denaro: stiamo parlando di dozzine di addetti che devono visitare migliaia di case per raccogliere dati, il che può richiedere mesi. Questo progetto in Perù è iniziato durante la pandemia, quando non potevamo uscire di casa perché la polizia poteva arrestarci. Avevamo già utilizzato Google Street View per studiare le zone che avremmo monitorato e ci siamo resi conto che queste immagini ci permettevano di vedere abbastanza chiaramente gli animali per le strade.»
Nel documento , i ricercatori sottolineano: «Il nostro obiettivo era convalidare una metodologia remota per stimare la popolazione di cani in libertà utilizzando Google Street View (GSV). Adottando un approccio di citizen science e utilizzando i social media, abbiamo reclutato "scienziati cittadini" di Arequipa e di altre regioni e li abbiamo formati a utilizzare GSV per identificare e contare i cani in libertà in 26 comunità urbane e periurbane».
Così il team di ricerca è arrivato a contare 868 cani che vagavano per le strade di 26 zone di Arequipa. Il conteggio, secondo quanto riportano, è stato più accurato rispetto ai 909 rilevati porta a porta nel 2016, 2017 e 2018 e anche «rispetto ad altri sforzi in America Latina che hanno utilizzato droni o osservazione diretta, in cui il il numero di cani era spesso sottostimato».
I cani liberi nel mondo corrispondono ad almeno l'80% della popolazione canina totale. Lo studio, in questa fase di pubblicazione almeno, non specifica il fine ultimo del monitoraggio, ovvero come poi si voglia intervenire per scongiurare malattie intra e inter specifiche. La speranza è che questi metodi siano utili per inserire poi progetti di TNR, ovvero di "trap, neuter and release" ("catturare, sterilizzare e rilasciare") in cui sempre si include anche la vaccinazione a copertura delle patologie più rischiose per la salute pubblica.