Il parere dell'Ispra non sarà più il solo a fornire pareri per procedere con l'abbattimento animali di selvatici, come orsi e lupi. È il contenuto di un emendamento presentato da Luca De Carlo, senatore di Fratelli d'Italia, al decreto Asset presentato in Parlamento.
L'emendamento è stato approvato dalle commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato a corredo del disegno di legge di conversione del Decreto Asset. È l'ultimo atto di una azione volta al depotenziamento dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per ciò che concerne il mondo venatorio e la libertà di abbattimento da parte dei governi regionali. Un'autonomia richiesta soprattutto dai presidenti delle provincie autonome, primo fra tutti Maurizio Fugatti che più volte ha provato a procedere agli abbattimenti di orsi e lupi senza aspettare il parere dell'Ispra, una leggerezza che gli è costata la sspensione delle ordinanze già firmate.
De Carlo attraverso i suoi emendamenti ha fatto approvare anche la depenalizzazione dell’uso del piombo per i cacciatori nelle zone umide, una pratica vietata dall’Unione Europea. A seguito del «golpe» denunciato dal co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, tutte le maggiori associazioni di tutela animale e ambientale italiane hanno chiesto di dichiarare entrambi gli emendamenti inammissibili e hanno evidenziato l’illegittimità costituzionale di tale inserimento nella legge di conversione del Decreto.
«Queste gravi modifiche sono il seguito di una campagna d’odio alimentata dalla politica al governo e dal mondo venatorio, che insieme ad alcuni esponenti dell’opposizione sono ormai diventati in gran parte la stessa cosa. Questo accanimento mediatico sta già producendo effetti devastanti in termini di aumento di episodi di intolleranza e bracconaggio e la coincidenza tra la loro approvazione e il ritrovamento del cadavere dell’orsa F36, sulla quale già pendeva una condanna a morte bloccata proprio dal TAR è a dir poco inquietante», è il contenuto della lettera inviata al presidente del Senato da Enpa, Federazione Nazionale Pro Natura, Lac, Lav, Leidaa, Legambiente, Lipu BirdLife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa e Wwf Italia.
I selvatici: dall'Ambiente all'Agricoltura
Quanto sta avvenendo in Parlamento con il decreto Aasset è il nuovo atto di una erosione di competenze che ha subìto una forte accelerazione con l'insediamento del Governo Meloni. Fin dal principio, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida si è imposto come titolare di tutti i fascicoli relativi alla fauna selvatica soppiantando di fatto il collega Gilberto Pichetto Fratin, sulla carta ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, ma che in realtà fino ad oggi ha limitato le sue (poche) dichiarazioni pubbliche alle sole questioni legate all'approvvigionamento energetico.
Lollobrigida, invece, degli animali ha parlato eccome. Lo ha fatto durante la sua prima apparizione pubblica in veste di ministro, quando a Bolzano ha aperto all’abbattimento di lupi e orsi perché ritenuti «dannosi per allevamento e agricoltura», e tutte le uscite successive sono state del medesimo tenore. Così, mentre nel dibattito pubblico i selvatici venivano associati ai danni all'economia agricola, la maggioranza in Parlamento lavorava per formalizzare questo passaggio.
Nel dicembre 2022, pochi mesi dopo l'insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, la Lega in Senato propose con un ordine del giorno il riordino delle competenze dei Ministeri, chiedendo il passaggio di tutte le competenze in materia di fauna selvatica dal Ministero dell'Ambiente a quello dell'Agricoltura.
Quel tentativo non ha prodotto risultati concreti, ma l'obiettivo è stato raggiunto nell'estate del 2023 con la ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, promosso proprio da Lollobrigida. Il Comitato è un organo sotto la titolarità del Dicastero dell'Agricoltura, composto principalmente da cacciatori e rappresentati del mondo agricolo, che dovrà fornire il proprio parere circa i calendari venatori e i fascicoli relativi alla fauna selvatica.
Attraverso la ricostituzione del Comitato, che a settembre si è riunito per la prima volta, e all'emendamento presentato dal senatore De Carlo, si sancisce il passaggio dei selvatici, soprattutto orsi e lupi, da specie particolarmente protette a voce di bilancio da gestire.
Il depotenziamento dell'Ispra
Fino ad oggi, l'Ispra era infatti l'unico ente preposto a fornire pareri in merito all'abbattimento della fauna selvatica. Si tratta di pareri che la legge nazionale ha sempre inquadrato come necessari e non vincolanti, ma che invece costituivano la basi su cui i giudici di tutta Italia fondavano le proprie sentenze di annullamento o procedibilità.
Il caso è scoppiato dopo la morte di Andrea Papi, 26enne trentino, ucciso dall'orsa JJ4. Fugatti già prima di conoscere l'identità dell'orso responsabile aveva già firmato un'ordinanza che ordinava l'abbattimento di tutti gli orsi problematici del Trentino. Il provvedimento però non è mai stato eseguito grazie ai continui ricorsi presentati dalle associazioni di tutela ambientale e animale. E nel braccio di ferro tra la Provincia autonoma e le associazioni ha avuto un ruolo determinante proprio il parere tecnico che l'Ispra è chiamato a fornire nella relazione inviata ai giudici del Tar.
Fugatti, pur avendo dichiarato di aver ricevuto l'ok da parte dei tecnici dell'Ispra, non ha potuto procedere all'abbattimento di JJ4 perché nella relazione formale richiesta dal Tar, gli esperti dell'Istituto aprivano anche a una seconda possibilità non cruenta, quella cioè del trasferimento in un'area dove l'orsa non avrebbe potuto causare problemi alle persone. Una precisazione che ha gettato le basi per la sospensione dell'abbattimento in vista dell'udienza risolutiva fissata a dicembre.
L'Ispra ha sempre sottolineato il proprio ruolo tecnico e di consulenza, e mai decisionale, ma di fatto per la sua credibilità anche internazionale era proprio sui pareri emessi dai suoi esperti che venivano prese le decisioni. Ora, però, le cose sono inevitabilmente destinate a cambiare.