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9 Ottobre 2022
16:00

Golden Retriever aggredito da un Pitbull, l’esperto: «Gestire un Pitbull richiede molto senso di responsabilità»

Un Pitbull è fuggito dal giardino di famiglia e ha assalito un Golden Retriever. Il cane è salvo ma ancora una volta la superficialità stava per fare danni.

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Stavano passeggiando nel centro del paese, una donna e il suo amico a quattro zampe, un Golden Retriever di 15 mesi. Improvvisamente un altro cane si para davanti i due. È un Pitbull, completamente solo e incustodito. Seguono minuti di terrore. Solo dopo una lunga lotta le persone accorse sul posto riescono a separare gli animali, salvando il Golden Retriever.

L’episodio è avvenuto lo scorso giovedì a Conversano, in provincia di Bari. A ricostruire l’accaduto la pet mate del Golden Retriever, che si è sfogata in un gruppo del paese sui social: «Io e il mio cane siamo stati aggrediti da un Pitbull – racconta – non eravamo in una stradina di campagna ma in pieno centro. Non si trattava di un randagio ma di un cane di famiglia».

La donna è poi entrata nei dettagli dell’episodio: «Il Pitbull è riuscito a scappare da un atrio a piano terra – ha continuato a spiegare – dove viene tenuto chiuso da un cancelletto fatiscente. I responsabili del cane erano in casa ma hanno detto di non essersi accorti della fuga del cane».

La donna ritiene di aver vissuto un vero incubo poiché improvvisamente ha visto il suo cane azzannato ripetutamente al collo, alle zampe e sul dorso mentre i responsabili dell’animale, accorsi sul posto dopo aver sentito le urla, hanno provato in tutti modi a porre fine all’aggressione. Il cane, infatti, non voleva in nessun modo arrendersi.

Dopo non pochi tentativi infruttuosi si è riusciti finalmente a placare il comportamento del Pitbull: «Ringraziando il cielo il mio cane è vivo – ha concluso la donna – questo messaggio vuole essere un invito a sensibilizzare le coscienze di tutte le persone che hanno degli animali. Tutti pensiamo che il nostro cane sia più il bello e il più bravo del mondo. Anche i responsabili del Pitbull si sono giustificati dicendo che il cane con loro non era mai stato aggressivo».

Sui Pitbull ci sono molti luoghi comuni e Kodami ha fatto chiarezza sulla loro storia e sui pregiudizi di cui i Pitbull sono vittima in un video con l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio e la veterinaria esperta in comportamento Elena Garoni, entrambi membri del comitato scientifico del magazine.

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In virtù di ciò abbiamo contattato Luca Spennacchio per commentare l'accaduto: «Siamo qui a ripetere ancora le stesse cose, da anni, ma le persone alle quali sarebbero dirette raramente le percepiscono, raramente fanno parte di una cerchia che discute e commenta, raramente pensano di aver bisogno di consigli e quindi, per l’ennesima volta, siamo qui a mettere l’accento sulle caratteristiche di cani appartenenti a certe categorie a causa di un fatto che, fortunatamente non si è concluso con la morte di un cane, ma ci è mancato proprio poco».

«Ora ci sono da considerare i traumi e strascichi (speriamo non troppo gravi) a livello comportamentale da parte della giovane vittima – ha proseguito – forse non vedrà più i cani come li vedeva prima. Ripetiamo ancora una volta che i cani di questa tipologia, detti cani da presa, soprattutto i terrier di tipo bull, facilmente sviluppano un comportamento aggressivo/competitivo nei confronti degli altri animali, soprattutto dall’adolescenza in poi, anche se hanno avuto un buonissimo processo di socializzazione. Non ha molta rilevanza l’atteggiamento del cane nei confronti degli esseri umani, né tantomeno con i familiari. In questi casi generalmente è di tipo affettuoso, giocherellone e affabile».

Per quanto riguarda la gestione di questa razza, poi, Luca Spennacchio afferma: «Il fatto che sia affabile in famiglia non basta per prevedere il comportamento nei confronti di altri animali, soprattutto cani. E sì, ci sono mille eccezioni a questo, e ci sono anche incidenti che non coinvolgono cani di questo tipo, ma deve essere chiaro che gestire un terrier di tipo bull richiede molta attenzione, preparazione e senso di responsabilità, il margine d’errore con loro è ridotto al minimo, se non a zero e raramente le conseguenza delle nostre distrazioni si concludono con pochi danni.

«Questi cani vanno via come il pane – continua Spennacchio in merito all'adozione di questi animali – perché c’è tutto un mercato di allevamenti casalinghi, importazioni dall’estero, a fronte di controlli zero (il cane in questione non era microchippato, per esempio, e chissà da dove veniva) e una retorica buonista che non aiuta a proteggere questi stessi cani che in un numero sempre maggiore finiscono poi ad impazzire in un box in canile».

Non a caso proprio i Pitbull affollano sempre più i canili a seguito di abbandono, evidentemente perché dopo averli adottati con una certa leggerezza ci si rende conto della difficoltà e dell’esperienza che è richiesta per la loro gestione. Ecco perché ricordiamo sempre che prendere con sé un animale richiede tanto senso di responsabilità.

Occorre avere la consapevolezza che quello che comincia è un percorso, in cui sarà bene farsi affiancare da gente esperta senza mai abbassare i livelli di attenzione. Solo così si potrà vivere un’esperienza di piena condivisione con l’animale in cui garantire il benessere dell’animale, la propria soddisfazione e la sicurezza di chi ci sta intorno.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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