Gli Uistitì si chiamano per nome. Ebbene sì: si allunga la lista degli esseri viventi che associano a ogni individuo un suono particolare che identifica chi è l'altro, esattamente come facciamo noi umani. Dopo aver accertato che homo sapiens a parte anche delfini, elefanti e probabilmente pappagalli usano suoni specifici per chiamare altri individui, ora è stato reso noto che anche queste piccole scimmie lo fanno.
La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori del Centro Edmond e Lily Safra per le Scienze del cervello dell'Università Ebraica di Gerusalemme e descritta in uno studio pubblicato sulla rivista Science.
I ricercatori armati di registratori audio e software di riconoscimento di schemi si sono interessati a questi animali altamente sociali che mantengono il contatto attraverso cinguettii acuti e suoni chiamati "phee-calls". Registrando diverse coppie di scimmie poste una vicino all'altra, il team è arrivato a scoprire che gli animali adattano i loro suoni in base al loro interlocutore.
Non è stato semplice arrivare a questa conclusione perché i nomi che gli Uistitì usano non sono realmente riconoscibili dall’orecchio umano. Sono stati identificati attraverso quella che viene chiamata una “foresta casuale”, ovvero una tecnica di apprendimento automatico statistico che il team di Omer ha utilizzato per raggruppare, classificare e analizzare i suoni.
Per dimostrare di aver decifrato il codice, i ricercatori hanno fatto ascoltare delle registrazioni alle scimmiette attraverso un altoparlante e scoprendo così che rispondevano più spesso quando sentivano il suono che corrispondeva al loro nome. Lo studio ha anche portato alla luce che le famiglie di Uistitì condividono etichette vocali simili, simili ai nomi e ai dialetti degli esseri umani.
Denominare un altro individuo è una capacità cognitiva altamente avanzata ed è interessante notare che i nostri parenti evolutivi più prossimi, i primati non umani, sembravano fino ad oggi del tutto privi di questa capacità. Questa scoperta fornisce dunque nuove intuizioni sull'evoluzione della comunicazione sociale e del linguaggio e potrebbe essere foriera di nuove scoperte sulle origini del nostro linguaggio, che è da tempo stato considerato l'innovazione più potente nell'evoluzione della nostra specie, insieme ai pollici opponibili.