Gli uccelli sognano? Sì e gli scienziati hanno trasformato in suoni i loro sogni

Alcuni ricercatori hanno trasformato in suoni i sogni degli uccelli partendo dall'attività muscolare durante il sonno della siringe, l'organo del canto e delle vocalizzazioni.

15 Aprile 2024
12:41
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Quanto sarebbe bello se potessimo registrare e ascoltare le conversazioni che viviamo nei nostri sogni? Probabilmente ne uscirebbero fuori semplici chiacchierate o magari accese discussioni con amici, familiari, vicini e colleghi di lavoro. E in un certo senso, è più o meno quello che accade anche nei sogni di alcuni uccelli. Un gruppo di ricercatori è riuscito infatti a tradurre i sogni degli uccelli in veri e propri suoni che sono simili alle vocalizzazioni che emettono quando sono svegli. I risultati di questo singolare studio sono stati pubblicati sulla rivista Chaos.

I cervelli degli uccelli sono parecchio diversi da quelli di noi mammiferi, ma nonostante ciò hanno in comune numerose caratteristiche e processi cognitivi tra cui la capacità di sognare. I ricercatori sanno da tempo che anche gli uccelli sognano e di recente, per esempio, si è scoperto che i piccioni non solo sono in grado di sognare ma quando lo fanno potrebbero persino provare emozioni e vivere nel sonno esperienze reali come volare. Altre specie più canore, invece, sembrano sognare di cantare: quando dormono, infatti, si attivano le stesse aree del cervello che si accendono mentre cantano da svegli.

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Quando dormono, i kiskadì maggiori muovono gli stessi muscoli della siringe usati per cantare da svegli

Di recente, inoltre, il professor di fisica Gabriel Mindlin e i suoi colleghi hanno scoperto che alcuni uccelli, quando dormono muovono anche gli stessi muscoli della siringe collegati alle emissioni di canti e versi, esattamente come farebbero cantando da svegli. È un po' come se si stessero esercitando, ma tradurre quel pattern in un vero e proprio suono, tuttavia, si era rivelato parecchio difficile. Mindlin e colleghi ora ce l'hanno fatta, sintetizzando in suoni i movimenti muscolari del kiskadì maggiore o pitango solforato (Pitangus sulfuratus), un uccello che vive in Centro e in Sud America.

Quando i ricercatori hanno identificato i movimento muscolari nel sonno dei kiskadì, lo hanno fatto utilizzando una tecnica chiamata elettromiografia (EMG) che viene utilizzata, semplificando un po', per registrare simultaneamente sia l'attività muscolare che quella neuronale a essa collegata. Grazie poi a modelli avanzati di analisi sono poi stati in grado di sintentizzare in suoni questi dati, trasformando in audio i sogni di questi uccelli. Non si tratta di veri e propri canti melodiosi, poiché oltre ai movimenti muscolari, manca l'attività respiratoria collegata al canto.

Tuttavia, i suoni ottenuti, vagamente metallici e "sintetici", sono ugualmente molto interessanti. Quando infatti un kiskadì litiga con un proprio simile per conquistare il possesso di un territorio, emette un trillo composto da una sequenza di brevi sillabe emesse a circa 10-20 Hz. E i canti sintetici prodotti dai ricercatori hanno svelato che, quando dormono, kiskadì sembrano proprio sognare questo tipo di confronto. I sogni sintetizzati mostrano infatti modelli e frequenze comprese tra 15 e 20 Hz che sono quasi del tutto corrispondenti alle vocalizzazioni territoriali.

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L’attività EMG registrata dai muscoli durante il sonno mostra la caratteristica modulazione del trillo territoriale. Immagine da Döppler et al., 2024

In sostanza, quando dormono i kiskadì probabilmente rivivono proprio come noi umani esperienze reali vissute da svegli, come appunto una disputa territoriale canora con un proprio simile. Gl istessi autori hanno affermato di aver provato molta empatia immaginando come uno di questi uccelli stesse ricreando nei suoi sogni una disputa territoriale, l'ennesima dimostrazione che abbiamo davvero molto in comune anche con animali biologicamente molto diversi e distanti da noi.

Questo studio, quindi, non solo fornisce un affascinante sguardo nel mondo dei sogni degli uccelli, ma suggerisce anche che le similitudini tra le specie possono essere molto più profonde di quanto pensiamo. E chi sa cosa ci riserva il futuro della ricerca sugli animali e sui loro enigmatici mondi onirici.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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