Alcune specie di uccelli, nonostante la loro apparente ingenuità, sono davvero degli ottimi strateghi. Tra questi infatti ce ne sono alcuni che vengono definiti i "parassiti della covata" perché, dopo essersi accoppiati depongono le uova nel nido di qualcun altro, rinunciando così alle cure genitoriali, generalmente molto costose, e lasciando che siano gli altri a prendersi cura dei loro pulli.
Questa strategia spesso funziona: il cuculo (Cuculus canorus) ad esempio, lascia spesso il proprio uovo nel nido della cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) che si ritroverà a alimentare e prendersi cura di un figlio non proprio, molto diverso dagli altri suoi discendenti biologici. Il cuculo è infatti di dimensioni molto più grosse della cannaiola e, di conseguenza, anche l'uovo e l'individuo che ne uscirà è ben distinguibile.
Incredibilmente però, spesso l'uccello parassitato, anche chiamato ospite, non se ne rende conto e lo alimenta lo stesso, conferendo così un gran vantaggio al genitore parassita, che vedrà il suo pullo crescere senza dover smuovere un dito. Altre specie invece, riconoscono l'imbroglio e espellono l'uovo o abbandonano il nido. Un team di ricercatori si è chiesto se il riconoscimento o meno dell'uovo estraneo negli uccelli parassitati sia dovuto alla dimensione del loro occhio, correlato con l'acuità visiva e la capacità di discriminazione. La ricerca è stata recentemente pubblicata su Biology Letters.
Lo studio: gli occhi più grandi rilevano maggiormente l'imbroglio
I ricercatori hanno utilizzato i dati riguardanti la dimensione degli occhi, la massa corporea, l'habitat, il comportamento di foraggiamento e la dieta degli uccelli conservati nei musei arrivando a un totale di 750 specie ospiti, 42 parassiti della covata e 1985 non ospiti. Questi dati erano stati raccolti da Stanley Ritland, uno studente dell'Università di Chicago, negli anni 70.
Hanno poi ricavato l'identità dei parassiti specifici dell'ospite e i tassi di rigetto delle uova da parte degli ospiti. Dopo aver digitalizzato tutte queste informazioni, hanno effettuato le analisi per vedere se la dimensione degli occhi degli uccelli influenzava in qualche modo gli altri tratti inclusi nello studio. I risultati sono stati molto interessanti: i parassiti della covata, come il cuculo, avevano in media occhi più grandi in relazione alle dimensioni corporee, rispetto agli ospiti.
Gli ospiti con occhi più grandi rifiutavano più velocemente le uova dei parassiti, se queste non erano mimetiche e quindi ben distinguibili dalle loro, mentre quelli con occhi più piccoli avevano meno probabilità di accorgersi dell'inganno. Infine, gli uccelli con occhi più grandi avevano meno probabilità di essere parassitati dagli altri.
I parassiti della covata prendono di mira chi ha una capacità visiva ridotta
Questa ricerca dimostra che i parassiti della covata scelgono preferenzialmente gli ospiti con occhi più piccoli, che hanno quindi minore capacità di riconoscere gli oggetti estranei nel nido. Gli occhi più grandi sono infatti capaci di assorbire più luce, grazie a un maggior numero di cellule gangliare retiniche, e hanno quindi una migliore acuità visiva e riescono a riconoscere più facilmente il contrasto.
Gli ospiti con occhi più grandi erano invece più abili a rigettare uova non proprie, se queste non erano troppo simili alle loro. I ricercatori suggeriscono infatti che questi ospiti hanno una migliore capacità di discriminazione del colore e dello sfondo dell'uovo. I parassiti avevano invece in media occhi più grandi rispetto a quelli degli ospiti e questa ricerca pone le basi per verificare con ulteriori studi come le interazioni parassita-ospite si stanno evolvendo negli uccelli, suggerendo una vera e propria corsa agli armamenti tra l'evoluzione delle uova parassite mimetiche e le abilità visive dell'ospite.