Secondo uno studio pubblicato recentemente su Proceedings of the National Academy of Sciences, diverse specie di uccelli migratori interagiscono tra di loro quando compiono il lungo viaggio verso le mete estive o invernali, formando delle relazioni ecologiche e sociali finora mai osservate dagli scienziati.
A comunicare questa notizia sono stati alcuni ricercatori che lavorano al "Center for Environmental Science" (UMCES) dell'’University del maryland, un centro di ricerca specializzato sulle scienze ambientali e sugli studi inerenti gli uccelli migratori.
Fino ad oggi gli scienziati credevano che le diverse specie di uccelli volassero insieme lungo le rotte migratorie senza condividere nulla o interagire l'un con l'altro. Il lavoro del team dell'UMCES, guidato da Joely DeSimone ed Emily Cohen, ha cambiato però le prospettive della ricerca. Anche il semplice fatto di viaggiare insieme, formando degli stormi giganteschi che presentano migliaia di individui, consente infatti a questi animali d'interagire meglio tra di loro e di difendersi in maniera più efficace contro i predatori, grazie alla semplice forza dei numeri.
I ricercatori si sono anche stupiti nel realizzare che la maggioranza delle relazioni tra le specie migratrici sono in gran parte positive, visto che traggono vicendevolmente il meglio dalla convivenza, cercando di limitare la competizione spaziale e alimentare quando entrano all'interno di ecosistemi che fungono da "pit stop" durante il loro lungo viaggio.
Per compiere questo studio, i ricercatori hanno anche chiesto la collaborazione di quattro osservatori nordamericani e di diversi gruppi di ornitologi, dediti all'inanellamento, per seguire attentamente la migrazione delle 50 specie di uccelli considerati dallo studio. Fra le stazioni usate per monitorare gli uccelli si possono citare il Braddock Bay Bird Observatory, il Michigan State Bird Observatory, il Long Point Bird Observatory e il Powdermill Avian Research Center.
Per semplificare il lavoro di analisi dei dati e individuare l'elevato numero di relazioni potenziali che potevano sviluppare questi uccelli, il team ha anche usato alcuni software statistici in grado di monitorare i vari rapporti sociali esistenti fra queste specie.
Si è così visto che molte specie canore decidono di convivere tranquillamente nei vari "siti di riposo", mentre un tempo si pensava che si evitassero a vicenda. I codirossi americani e i parulidi della magnolia, per esempio, decidono di convivere negli stessi boschi in primavera e autunno, mentre i regoli corona e i passeri gola bianca decidono di riposare negli stessi siti, in modo tale da avere un maggior numero di occhi pronti a individuare l'arrivo di un predatore.
Di norma, le specie che decidono di viaggiare e riposare assieme sono quelle che hanno abitudini di foraggiamento e stili di vita molto simili e per quanto questo dovrebbe in teoria aumentare la competizione, ciò non avviene per una ragione molto semplice.
Come gli esseri umani sono attratti da quei ristoranti che sembrano essere frequentati da molti clienti, gli uccelli migratori si dirigono verso quegli areali che hanno già dimostrato a specie simili di disporre risorse appetibili. La scelta delle altre specie, in pratica, consente a questi uccelli d'individuare più velocemente le risorse.
Secondo gli autori di questo studio, queste scoperte potrebbero contribuire a far nascere un nuovo campo di ricerca, che gli scienziati hanno definito "ecologia comunitaria della migrazione". Essa avrebbe l'obiettivo di incoraggiare la ricerca ad effettuare ulteriori approfondimenti sulle interazioni tra le varie specie migratorie.