Gli uccelli sono tra gli animali che in rapporto alla loro dimensione possiedono il cervello più sviluppato e complesso, insieme a noi mammiferi. Sono anche molto abili a risolvere problemi di logica e matematica ma ora, secondo un nuovo studio pubblicato su Science da alcuni ricercatori della The Rockefeller University di New York, si è scoperto che le specie dotate delle abilità cognitive più complesse e sofisticate sono anche quelle che possiedono le vocalizzazioni più complesse e articolate.
L’analisi effettuata durante lo studio su 214 esemplari appartenenti a ben 23 specie differenti mostra infatti una chiara relazione tra l’apprendimento vocale, una maggiore abilità canora e la predisposizione a risolvere velocemente problemi, con quest'ultimo fattore che risulta fondamentale per valutare le abilità cognitive e l'intelligenza degli uccelli studiati.
Per confrontare le specie, il biologo Jean-Nicolas Audet, insieme ai suoi colleghi, ha dovuto però escogitare un sistema capace di valutare le abilità di questi animali che potesse essere valido per tutti. Inoltre, ha dovuto pensare ad esperimenti che potessero da una parte valutare le capacità canore degli uccelli ma dall'altra anche quelle cognitive. Così gli scienziati hanno proposto per la prima volta nella storia di utilizzare dei test in grado d'essere affrontati simultaneamente da tante specie diverse.
I test prevedevano la risoluzione di alcuni compiti, tra cui uno che consisteva nel togliere il coperchio di sughero da una fiaschetta in movimento e un altro esercizio che cercava di stabilire se questi animali hanno o meno capacità di autocontrollo. Questi esercizi hanno anche cercato di verificare se tra le specie considerate più abili esistessero delle differenze cognitive in grado di stabilire chi era l'animale più dotato e ingegnoso.
I risultati hanno convinto i ricercatori a credere che tra tutte le capacità cognitive sia proprio il problem solving, non l’apprendimento o l’autocontrollo, a rendere le specie canore più intelligenti e abili a risolvere molteplici sfide. Una qualità che gli permette anche d'introdurre costantemente nuove tipologie di suoni all'interno della loro complesse vocalizzazione. «I nostri studi confermano che più è avanzata la capacità di apprendimento vocale negli uccelli, più sono avanzate anche le capacità di risoluzione dei problemi», ha affermato il coautore dello studio, Erich Jarvis, anch'esso biologo della Rockefeller University.
Se si prende infatti come esempio la cincetta crestata (Baeolophus bicolor), si scopre che questa specie riesce a introdurre e ad apprendere nuove vocalizzazioni durante tutto l'arco della sua vita e che riesce a risolvere problemi di logica più velocemente di altri uccelli, mentre il Molothrus ater, il cosiddetto molotro testabruna, apprende solo circa nove canti nell'arco del suo sviluppo e affronta gli enigmi molto più lentamente.
Gli scienziati, tuttavia, ci tengono a sottolineare il fatto che non bisogna ovviamente discriminare quegli animali che sembrano cognitivamente più lenti ad affrontare un problema per loro insolito. Questi infatti sono perfettamente adattati al loro ambiente circostante, per quanto non dispongono di una mente comparabile a quella di altre specie. Come mai però una capacità superiore nel risolvere problemi spinge gli uccelli ad apprendere di più e a sapere cantare meglio?
Non c'è ancora una spiegazione univoca proposta dagli ricercatori con cui rispondere a questo dilemma, ma secondo gli autori che hanno lavorato a questo studio esiste la possibilità che alcuni geni legati alla risoluzione dei problemi e all'apprendimento vocale abbiano portato allo uno sviluppo secondario di quelle parti del cervello che sono dedicati al canto, alla logica e alla memoria. Ciò avrebbe quindi indirettamente influenzato l'intelligenza di questi animali, andando in generale ad influenzare anche lo sviluppo del linguaggio e dell'autoconsapevolezza di sé. Proprietà che talvolta risultano fondamentali per affrontare determinate sfide.