Le aragoste sono tra i pochi animali che mangiano i ricci di mare, per questo sono considerate preziose alleate per tenere sotto controllo le popolazioni di ricci invasivi. In Australia, per esempio, questa convinzione ha portato allo sviluppo di alcune strategie di gestione volte a ridurre l'espansione incontrollata dei ricci, una minaccia concreta per le barriere coralline e la vegetazione marina. Tuttavia, una recente scoperta del tutto inaspettata ha sconvolto questa certezza.
Un team di ricercatori dell'Università di Newcastle, in Australia, stava studiando come le aragoste cacciano i ricci di mare, ma ha scoperto che i crostacei non erano affatto i principali predatori degli echinodermi. A mangiare la maggior parte di questi invertebrati spinosi sono stati, invece, gli squali e nessuno se lo aspettava. I risultati, pubblicati su Frontiers in Marine Science, suggeriscono quindi che gli squali svolgono un ruolo molto più importante nella gestione delle popolazioni di ricci rispetto a quanto si pensasse fino a oggi.
Durante un esperimento, i ricercatori hanno installato alcune telecamere fuori ad alcune tane di aragoste, posizionando poi 100 ricci di mare all'ingresso per vedere cosa sarebbe accaduto nei giorni successivi. L'obiettivo era osservare le aragoste in azione, ma gli squali, in particolare gli squali testa di toro crestati (Heterodontus galeatus), hanno letteralmente rubato la scena, divorando circa il 45% dei ricci, contro appena il 4% consumato dalle aragoste. Questa scoperta cambia radicalmente la percezione del ruolo degli squali all'interno di questi ecosistemi e nel controllo delle popolazioni di echinodermi.
Gli squali non vengono solitamente considerati predatori di ricci e si pensava che solo pochissimi altri animali uuaossero in grado di predare questi animali spinosi. Eppure, questo esperimento ha dimostrato che gli squali non solo sono capaci di cacciare i ricci, ma sembrano persino preferirli, al contrario delle aragoste che si sono dimostrate molto meno interessate. I risultati di questo studio potrebbero avere quindi importanti implicazioni per la gestione delle popolazioni di ricci di mare, soprattutto in regioni come il Nuovo Galles del Sud, dove le strategie già attuate non hanno dato i risultati sperati.
Sapere che gli squali possono giocare un ruolo attivo nel controllo di queste popolazioni, permette infatti di rivedere le strategie di conservazione degli ecosistemi marini e di proteggere meglio questi predatori e le barriere coralline. Gli squali, pesantemente minacciati in tutto il mondo dalla pesca e da altre attività umane, ci stanno offrendo una nuovo prezioso aiuto. Non che prima non fosse necessario farlo, ma adesso abbiamo uno stimolo più per proteggere questi preziosi e minacciati predatori.