La foce del fiume Swan, nell'Australia occidentale, vedrà la sua popolazione di squali leuca (Carcharhinus leucas) passare attraverso una grande opera di cattura e marcatura della specie per ordine delle autorità locali. Una decisione importante presa dopo un evento drammatico recente: in un sobborgo di Perth nell'Australia occidentale, Stella Berry, una ragazza di 16 anni, è stata uccisa da uno squalo leuca.
È accaduto lo scorso 4 febbraio vicino al Fremantle Traffic Bridge a North Fremantle, proprio lungo il corso del fiume Swan, e da allora le istituzioni si sono messe all'opera per trovare una soluzione. Stella aveva deciso di nuotare con alcuni delfini avvistati in un tratto di acqua dolce e per colpa dell'acqua torbida e della concitazione del momento non si era accorta dell'imminente pericolo. Purtroppo sono stati inutili i soccorsi che si sono immediatamente precipitati sul posto e la giovane non ce l'ha fatta dopo essere stata trasportata urgentemente in ospedale per via delle gravi ferite inferte dall'animale.
Uno sfortunato caso in cui la ragazza si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Infatti, subito dopo l'accaduto abbiamo chiesto il parere di una esperta per comprendere se potesse essere un caso isolato e la biologa marina Laura Piredda aveva confermato a Kodami la rarità dell'evento. Mentre Stella nuotava con tutta probabilità con alcuni esemplari di delfino appartenenti a una specie sorella dell'orcella asiatica, un mammifero marino che può trovarsi anche in acque dolci in Australia, deve aver agitato e reso ancora più turbolente le acque del fiume provocando una reazione difensiva nell'animale che si trovava nelle vicinanze.
Inoltre l'esperta aveva spiegato come lo squalo leuca venisse spesso confuso con lo squalo toro per via di un errore di traduzione. Infatti, per noi in Italia lo squalo toro è la specie Carcharias taurus ma quella indicata dalle autorità locali è definita in inglese "bull shark" che in italiano invece traduciamo come squalo leuca (Carcharhinus leucas). Molti erroneamente traducono letteralmente la parola inglese "bull" con toro, ma è errato. Fare questa differenza è importante poiché lo squalo leuca è piuttosto comune in tutto il mondo ed è normale che potesse trovarsi in quella zona. Lo squalo leuca ha distribuzione circumglobale e può anche abitare acque dolci e si trova anche in oceani tropicali, sub tropicali e acque temperate.
L'attacco all'essere umano, invece, è certamente meno comune, proprio come è possibile notare negli archivi del Florida Museum che grazie al progetto International Shark Attack File ha raccolto e documentato scientificamente tutti gli attacchi di squali conosciuti al mondo a partire dal 1500 ad oggi. Secondo il database l'Australia occidentale in questo lungo lasso di tempo ha collezionato solo 111 attacchi di squali, un numero estremamente irrilevante se paragonato alle dimensioni delle popolazioni di squali nelle acque australiane e all'incredibile arco temporale nel quale gli attacchi sono distribuiti.
In ogni caso è normale voler prendere provvedimenti nei confronti degli animali e le autorità australiane hanno pensato a una soluzione che potesse mettere in sicurezza le persone, garantendo l'incolumità dei pesci. Gli squali leuca della foce del fiume Swan, infatti, saranno catturati e marcati con appositi sensori GPS. Questo garantirà agli esperti di poter monitorare con precisione i loro spostamenti, avvertendo quindi la popolazione per tempo nei mesi in cui gli animali si inoltrano nelle acque dolci, ad esempio, per partorire.
Il fine degli sforzi, dunque, è evitare che si ripeta una tragedia simile, proprio come afferma Reece Whitby, ministro dell'Ambiente dello stato australiano: «I fiumi Swan e Canning sono molto frequentati. Il programma di marcaggio degli squali leuca aiuterà i ricercatori a saperne di più sui movimenti degli animali e a costruire un nuovo approccio con la popolazione per mitigare il possibile scontro fra esseri umani e fauna selvatica, basandoci sull'evidenza dei dati».