«Se si parla di scorpioni, più grossi sono e meglio è. Se ti punge uno piccolo, allora chiamami subito». Ecco una delle frasi più famose dell'ultimo capitolo della saga di Indiana Jones.
La relazione tra dimensioni corporee e pericolosità del veleno di molte specie di scorpioni solletica da sempre la curiosità di molte persone, entrando in qualche modo nell'immaginario comune. Ma è vero?
I ricercatori della NUI Galway hanno voluto mettere alla prova quest'opinione comune e per la prima volta hanno dimostrato che le specie più piccole di scorpioni, con tenaglie più piccole, hanno veleni più potenti rispetto alle specie più grandi con "pinze" più robuste e affidabili: non è solo una battuta da film d'avventura ma una regola comprovata dalla realtà dei fatti.
I risultati della loro ricerca sono stati pubblicati in un articolo sulla rivista internazionale Toxins.
Scorpioni: piccoli e letali o grandi e (quasi) innocui
Lo scorpionismo, l'insieme delle sindromi tossiche associate dalle punture degli scorpioni, aracnidi imparentati con i ragni, è un problema di salute globale, con una stima di oltre un milione di casi di avvelenamento all'anno e migliaia di decessi.
Il dottor Michel Dugon, co-autore dello studio e capo del Venom System Lab ha affermato a riguardo: «La maggior parte delle vittime ricoverate in ospedale con sintomi gravi a seguito di punture di scorpione sono bambini di età inferiore ai 15 anni. Identificare le specie responsabili è essenziale per somministrare il trattamento corretto e una semplice regola come "più grande è meglio" è un primo piccolo passo verso il salvataggio di vite umane».
Nonostante ciò, sono ancora poche le ricerche scientifiche che indagano alcuni aspetti poco noti delle sostanze iniettate dagli scorpioni.
In questa recente ricerca, il team di scienziati ha analizzato veleno, morfologia generale e dimensioni corporee di 36 specie di scorpioni provenienti da ogni parte del mondo. Il dottor Kevin Healy, docente di zoologia alla NUI Galway e autore principale dello studio, ha affermato che «al di fuori delle divertenti curiosità da film, ci sono buone ragioni evolutive per aspettarsi una conferma positiva dai risultati e importanti implicazioni mediche per tali modelli».
Le analisi statistiche condotte dai ricercatori hanno infatti confermato ciò che suggerisce la saggezza popolare: vi è una stretta correlazione negativa tra dimensioni corporee e quantità letale di veleno per ogni specie. Ad esempio lo scorpione giallo brasiliano (Tityus serrulatus) una specie che misura dai 5 ai 7 centimetri, può iniettare una sostanza oltre 100 volte più potente delle specie più grandi prese in considerazione, come lo scorpione delle rocce (Hadogenes troglodytes) africano, lungo più di venti centimetri.
Ma non solo: gli esperti hanno anche scoperto che, indipendentemente dalle dimensioni del corpo, le specie di scorpione con chele lunghe e strette hanno potenze di veleno più elevate rispetto alle specie con chele più robuste. Questi risultati non solo supportano la percezione generale della morfologia e della potenza dello scorpione, ma anche la presenza di un compromesso ecologico con gli scorpioni selezionati per chele ben sviluppate o veleni più potenti. Secondo il parere degli autori, minore è la tua capacità di stringere una preda, maggiore dev'essere la sicurezza di abbatterla con una tossina potente. I veleni che si trovano nelle specie con le pinze più piccole, incluso lo scorpione coda spessa del Transvaal (Parabuthus transvaalicus), possono essere anche 10 volte più potente rispetto a quello delle specie con le pinze più granndi, come lo scorpione d'oro d'Israele (Scorpione maurus).