Avete presente quando tendiamo a giustificare in qualche modo un torto o una cattiva azione, con frasi del tipo «vabeh, ma non aveva altra scelta»? Un team di ricercatori ha scoperto che lo fanno anche i nostri cugini più prossimi, gli scimpanzé. Anche questi primati sono in grado di giudicare le intenzioni dell'altro quando subiscono un'ingiustizia: se non avevi scelta vieni perdonato, se invece sei stato proprio infame ti trattano male e ti insultano. I risultati di questo nuovo studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Biology Letters.
Nella nostra specie le intenzioni e le libertà di scelta hanno spesso un ruolo chiave nel giudicare una cattiva azione, anche da un punto di vista legale. Pensiamo per esempio alla netta separazione che esiste tra un omicidio intenzionale e uno colposo. La nostra mente, a seconda dei casi, riesce quindi abbastanza agilmente a separare un'azione moralmente negativa e fatta di proposito da una invece sfortunata oppure inevitabile. Il nostro giudizio morale viene quindi influenzato dalle intenzioni altrui, mitigando in un certo senso le reazioni emotive e le risposte negative a una cattiva azione.
Per scoprire se anche gli scimpanzé (Pan troglodytes) sono in grado di elaborare un simile processo cognitivo, gli scienziati li hanno addestrati a scambiare un oggetto per ricevere in cambio una ricompensa in cibo. Li hanno in un certo senso abituati a usare una sorta di moneta per comprare da mangiare. Successivamente li hanno quindi sottoposti a due precisi esperimenti condotti in cattività. Nel primo veniva offerto in cambio una ricompensa considerata di alto valore, il cibo più più buono e prediletto. Nel secondo veniva invece offerto ai primati del cibo di più bassa qualità, ma mettendo in bella vista anche al ricompensa più ambita. Ed è qui che avviene la parte più interessante.
Durante questo secondo test gli scienziati potevano scegliere quale delle due ricompense scambiare con gli scimpanzé, ma a volte c'era un intoppo: in alcuni casi lo sperimentatore si trovava con le mani legate e non aveva altra scelta se non quella di restituire in cambio il premio di più scarso valore, o perché l'altro era fisicamente irraggiungibile oppure perché non poteva vederlo. Gli scimpanzé si trovavano quindi di fronte a due possibili scenari: in uno lo sperimentatore non aveva altra possibilità se non quella di scambiare il cibo di scarso valore, nell'altro sceglieva invece di ignorare intenzionalmente il premio più ambito. Come avranno reagito i primati?
Osservando le risposte e i comportamenti di reazione è emerso molto chiaramente che gli scimpanzé sono in grado di giudicare se stanno subendo un vero e proprio torto, oppure se non potevano ottenere, per forza di cose, un trattamento migliore. I primati si arrabbiavano e reagivano negativamente sputando e rifiutando lo scambio quando veniva offerto loro il cibo più scadente, ma queste reazioni venivano contenute e limitate quando si accorgevano che lo sperimentatore non aveva altra scelta, accettando a malincuore anche il cibo più scadente.
Gli scimpanzé sono quindi in grado di giudicare le azioni, le intenzioni e le possibilità di scelta degli individui con cui interagiscono, reagendo male e arrabbiandosi soprattutto quando subiscono un torto intenzionale. Anche il loro giudizio, quindi, e fortemente influenzato dalle reali possibilità che hanno gli altri nello scegliere le proprie azioni, e sono quindi in grado di valutare moralmente le intenzioni e i comportamenti degli altri. Se sei veramente infame anche gli scimpanzé lo sanno e ti giudicano malissimo per questo.