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20 Ottobre 2023
11:54

Gli scienziati hanno ricostruito l’albero della vita delle zanzare

Gli entomologi sono riusciti a completare la mappatura dell'albero della vita delle zanzare, che potrebbe diventare un'arma in più per comprendere meglio le malattie trasmesse da questi insetti.

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La storia evolutiva delle zanzare è tra quelle più difficili da studiare, poiché possiedono una genetica complicatissima e soprattutto sono numerosissime le specie. I ricercatori della North Carolina State University, con il contributo di diversi colleghi da tutto il mondo, sono riusciti tuttavia ad affrontare questa impresa e a ricostruire l'albero della vita di questi insetti, realizzando un importante contributo per l'intero mondo della ricerca.

La mappatura del loro albero filogenetico, infatti, consentirà in futuro agli scienziati di effettuare previsioni migliori per possibili future epidemie, di conoscere il modo con cui questi insetti scelgono i loro ospiti e di comprendere quali specie in futuro potranno diventare vettori di pericolose malattie a differenza di altre. Per quanto infatti gran parte delle persone sentita la parola "zanzare" l'accomuna alla malaria, alla febbre gialla o anche banalmente alle fastidiose punture, in verità la maggior parte delle specie non sono pericolose e non pungono gli esseri umani e hanno inoltre una grande importanza dal punto di vista ecologico.

Lo studio in cui gli scienziati riassumono i risultati preliminari prodotti dal lavoro di mappatura di questa famiglia di insetti è stato pubblicato su Nature Communications e ha avuto come principale autore Brian Wiegmann, professore di entomologia alla la NC State University. Wiegmann è uno dei massimi esperti di zanzare al mondo e secondo lui il principale risultato che si può ricavare da questa ricerca è legato alla stessa storia evolutiva e di distribuzione delle zanzare. Seguendo i dati genetici, sembra infatti che l'evoluzione delle zanzare degli ultimi 200 milioni di anni rispecchi completamente la storia della Terra, seguendo pedissequamente le migrazioni delle masse terrestri, la formazione degli oceani e i cambiamenti provocati dalla comparsa di nuovi organismi ospiti.

Questa ricerca non si limita tuttavia a comprendere il sequenziamento di un numero incredibilmente alto di zanzare. Ha preso infatti in considerazione anche i rapporti fra insetti e le loro vittime, come la stessa genetica dei vettori che inducono le zanzare a divenire a loro volta degli incubatori di parassiti e agenti patogeni. «Molte ricerche vengono svolte sulle zanzare pericolose ma non si sa molto sull'incredibile diversità delle altre zanzare in tutto il mondo – ha detto Wiegmann – Ora però abbiamo gli strumenti adatti per campionare le informazioni genetiche in modo più rapido e molto approfondito. E quindi era giunto il momento di fare un grande tentativo di inserire i vettori delle malattie e le ben note zanzare nel contesto in cui si sono coevoluti».

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Mettendo insieme le informazioni genetiche di decine di migliaia di zanzare, anche vecchie di decenni e conservati all'interno di diversi laboratori sparsi per il mondo, i ricercatori hanno anche compreso dove probabilmente si originarono le primissime specie e quali sono i modelli di distribuzioni migliori da applicare a questi insetti. Relativamente alle loro origini, gli scienziati si sono dichiarati molto soddisfatti nello scoprire con una certa precisione che le zanzare sono nate circa 217 milioni di anni fa, ovvero all'inizio del Triassico superiore, e che probabilmente ebbero origine nelle attuali zone del Sud America, che in quel periodo erano fuse con altre grandi masse terrestri a formare quella che gli geologi definiscono Gondwana, milioni di anni prima l'inizio della frammentazione dei continenti che oggi conosciamo.

Tra l'altro, Wiegmann spiega che i dati genomici confermano che la loro particolare tipologia di alimentazione, basata sulla suzione di sangue o di linfa, è stata sin da subito una delle loro caratteristiche principali, antecedente persino alla comparsa di molti gruppi di vertebrati, come mammiferi e uccelli. «Le zanzare si sono evolute insieme ai dinosauri e agli ultimi antenati diretti dei mammiferi, con una nuova strategia di alimentazione che prevedeva lo sviluppo di aghi ipodermici per la bocca in modo che le femmine potessero ottenere molte proteine ​​per sviluppare le uova», ha commentato lo scienziato.

Wiegmann ha ovviamente detto che il lavoro sull’albero filogenetico delle zanzare non si può ritenere concluso e che continuerà probabilmente ancora per anni, poiché sono troppo gli obiettivi che si possono perseguire utilizzandolo come strumento per altre tipologie di ricerche. Se gli entomologi riescono infatti a capire quali sono le zanzare più dannose per i nostri ecosistemi e quali sono invece molto importanti per gli equilibri ecologici, allora è possibile immaginare un futuro in cui algoritmi complessi, aggiornati in tempo reale con le condizioni ambientali specifiche di un luogo, possono prevedere come e perché alcune zanzare diventano portatori di virus. E cosa è possibile fare per rispondere a questa minaccia, che non mette a rischio solo gli esseri umani, ma anche altri animali e soprattutto le piante, colpite da un numero ancora non precisato di virus portati dalle punture degli insetti.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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