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12 Luglio 2024
17:16

Gli orsi MJ5 ed F36 sono stati uccisi: erano nella “lista nera” della Provincia Autonoma di Trento

Gli orsi MJ5 ed F36 non sono morti per cause naturali, ma sono stati uccisi. Entrambi erano sulla lista degli orsi problematici della Provincia Autonoma di Trento.

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Gli orsi MJ5 ed F36 sono stati uccisi, non sono morti per cause naturali. Lo confermano i documenti della Procura di Trento con cui la pm ha richiesto l'archiviazione per la denuncia di omicidio colposo nei confronti del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e del sindaco di Caldes, Antonio Maini, in relazione alla morte di Andrea Papi.

Solo poche settimane fa, il Rapporto Grandi Carnivori realizzato dalla Provincia Autonoma aveva attestato la quantità di lupi e orsi in Trentino. Il documento scattata la fotografia dei nuovi nati tra i grandi carnivori, e anche dei morti. Quest'ultimo dato però aveva destato parecchi dubbi tra gli attivisti per le morti misteriose riportate.

Nel 2023 sono morti 9 orsi, 5 per cause ufficialmente non note, almeno fino a ieri. Tra questi c'erano anche MJ5, trovato morto in autunno per cause rimaste a lungo sconosciute nonostante il corpo fosse stato recuperato oltre 6 mesi fa e portato all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per l'autopsia. Stesso discorso anche per F36, trovata morta in Val Bondone in autunno per cause ignote nonostante anche il suo corpo sia stato recuperato da molti mesi. Era stata radiocollarata pochi mesi prima di morire.

MJ5 ed F36 non erano però orsi come gli altri: erano finiti nella "lista nera" degli orsi problematici della Provincia. F36 non era ritenuta un'orsa confidente, si è sempre tenuta lontana dall'abitato e dalle persone, tuttavia la scorsa estate si era resa protagonista di un incontri con persone. Il primo si è verificato il 30 luglio 2023 quando dormiva in compagnia del suo cucciolo sul sentiero Mandrel, sopra la città di Roncone. Era molto distante dalla città, come ammise la stessa Provincia nella sua nota ufficiale, e quando si è trovata davanti due escursionisti ha reagito inseguendone uno, senza però ferirlo.

MJ5 invece era ritenuto responsabile dell’aggressione di un uomo avvenuta a marzo 2023 in Val di Rabbi. Anche per lui era stato spiccato un mandato di abbattimento e  fino alla fine di dicembre era stato oggetto dei ricorsi delle associazioni di tutela animale per proteggerlo dall'abbattimento richiesto da Fugatti. In realtà l'orso era già morto da tre mesi mentre gli attivisti cercavano di difenderlo appellandosi ai giudici del Tar. Oggi il nuovo smacco: non solo era morto, ma è stato ucciso.

La vicenda fece discutere e Fugatti firmò il decreto di abbattimento. Ma a raggiungerla è stato qualcun altro. Non era difficile trovarla per chi volesse farle del male: le madri con i cuccioli infatti sono molto più stanziali dei maschi adulti.

«I due orsi sono vittime del clima d’odio creato dall’Amministrazione provinciale nei loro confronti – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della Lav – invece di diffondere le corrette informazioni per garantire la sicurezza di cittadini e orsi, il Presidente della Provincia di Trento ha sempre usato gli animali a scopo politico-elettorale, fomentando le peggiori reazioni!».

Alla luce di queste informazioni, la l'associazione ha fatto sapere che con i suoi legali provvederà a «inserirsi nei relativi procedimenti penali per assicurarsi che ogni responsabilità sia adeguatamente vagliata e garantita giustizia a questi animali».

Per Vitturi «Uccidere gli orsi è un atto vile e barbaro, oltre che illegale non potremo restituire la vita ai due animali, ma con la nostra denuncia vogliamo che i responsabili paghino, sia gli esecutori dei due orsicidi, sia i mandanti che hanno contribuito a creare il clima nel quale sono maturati i due efferati crimini».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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