Cani e gatti sempre più amati: cresce nelle case d’Europa il numero di nuovi membri della famiglia non umani e solo nell’anno 2021-2022 la popolazione è aumentata di circa 26 milioni di individui.
Sono i risultati del censimento effettuato da Fediaf, la Federazione europea dei produttori di cibo per animali domestici, che ha constato anche che sono i piccoli felini a risultare la specie prediletta con un numero che passa da 113 milioni a 127 milioni di esemplari. Seguono, a riempire case e vite di uomini e donne d’Europa, i cani il cui numero cresce da 92 milioni a 104 milioni di esemplari.
E anche l’Italia non fa eccezione rispetto alle scelte generali: i pet mate del Belpaese si scoprono più “gattari” quando si tratta di scegliere il migliore amico animale: da nord a sud dello Stivale il numero di gatti domestici raggiunto è di 10.228.000, contro gli 8.755.000 di cani.
Cardellini e pappagallini però hanno il record assoluto nelle case degli italiani. Secondo Fediaf, infatti, sono non meno di 12,9 milioni quelli tenuti tra le mura domestiche. Si tratta di un "primato" unico all’interno dell’Unione europea e di un numero che, se si considerano gli animali domestici nel loro complesso, supera quello sia dei gatti che dei cani.
Rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, l’Italia si posiziona terza in quanto a gatti e cani in famiglia e seconda per la pesci negli acquari, in particolare: 1,5 milioni tra pesci rossi, pesci pagliaccio e simili, più di Francia (1,2 milioni) ma meno della Germania (2,3 milioni).
Sul perché la preferenza degli italiani ricada sul gatto il censimento non dà spiegazione, ma non è difficile comprenderla. Domestico in parte ma anche selvatico, intelligente ma non obbediente, autonomo ma bisognoso di cure e di affetto, il gatto è un animale meraviglioso, senza nulla togliere al cane, specie per la quale non ci sono mai abbastanza parole per descriverne l’essenza.
Sicuramente i due animali sono molto diversi, questo sì, ma è necessario comunque sapere che non sono le caratteristiche in sé a rendere l’uno o l’altro una buona o una pessima scelta, a fare la differenza è l’instaurarsi di una relazione sana, fatta di comunicazione e fiducia. Infatti, se emergono delle difficoltà, delle incomprensioni, la convivenza può diventare anche fonte di stress, frustrazione e sofferenza, sia per l’animale che per il suo umano. È la relazione equilibrata a portare benefici, non l’animale in sé, creatura da amare ma sulla quale cui non si può addossare aspettative o responsabilità che non gli competono.