Alcuni insetti si lasciano mangiare dagli uccelli per disperdere le loro uova su un territorio molto più vasto e superare i limiti imposti dalla loro incapacità a volare. In particolare, è l'insetto stecco Ramulus mikado, tipico del paese del Sol Levante, ad aver trovato questa soluzione per distribuire meglio le proprie uova. Guardando gli insetti stecco, è infatti possibile notare come il loro andamento sia molto lento e non permetta a questi animali di raggiungere distanze lontane dal luogo in cui sono nati, anche considerando i viaggi che effettuano nell'arco della loro breve vita. A confermarlo è un'analisi genetica effettuata dai ricercatori dell’Università di Kobe, in Giappone. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.
Come sostenuto da Suetsugu Kenji, uno degli autori della ricerca, il mimetismo di determinati insetti ha infatti comportato che non sono più in grado di esplorare agevolmente il loro ambiente, soprattutto quando sono alla ricerca dei punti migliori dove deporre le uova. Una condizione che può essere superata solo se si lasciano "accompagnare" verso altri lidi e che rischierebbe di portarli all'estinzione se non avessero trovato altre soluzioni.
Visto però che avvistare un uccello mentre si ciba di un insetto stecco è molto difficile in natura, gli scienziati hanno deciso di analizzare i modelli relazionali tra queste specie, così da determinare l'isolamento genetico degli insetti e capire quanto importante risulta il lavoro svolto inconsapevolmente dagli uccelli. «Secondo questa idea, quando le distanze di dispersione individuali sono minori, come nel caso degli insetti incapaci di volare, l'accumulo di mutazioni genetiche porta infine a una correlazione positiva tra la differenziazione genetica tra i luoghi e la distanza geografica che li separa», è possibile leggere nell'articolo.
Pertanto, gli scienziati ritengono che la variazione genetica tra diverse popolazioni di insetto stecco possa essere utilizzata come un indicatore del tasso di dispersione della specie. Per raggiungere questo obiettivo, gli esperti hanno cominciato a "cacciare" la cacca degli uccelli maggiormente responsabili della predazione di R. mikado, in diverse aree del Giappone, così da poter analizzarne il contenuto e verificare la presenza di uova d'insetto fra i resti.
Setacciando diverse foreste delle isole che compongono l'arcipelago giapponese, alla fine i ricercatori hanno definitivamente confermato questa teoria trovando le uova di questa specie in buona parte delle feci del bulbul dalle orecchie brune, noto alla scienza anche come Hypsipetes amaurotis. È un uccello che abita in particolare il parco a Kanagawa a Tokyo e altre aree forestate dell'isola principale.
Qual è il processo che porta questa specie a trovarsi l'intestino infestato di uova? Secondo le ricostruzioni degli esperti, che devono essere ancora verificate in natura, dopo aver effettuato l'accoppiamento con un maschio, le femmine di R. mikado e di tante altre specie di insetto stecco cominciano a salire sulle fronde degli alberi dove è maggiormente possibile trovare un grande numero di uccelli di medie e piccole dimensioni, pronte a divorarti. Durante questo tragitto, le uova contenute all'interno dell'insetto, continuano a maturare finché non sono pronte per essere ingerite. A questo punto le femmine abbandonano il loro comportamento prudente e da animali mimetici diventano delle facili prede da catturare.
Per Kenji, le femmine infatti cominciano a muoversi e a danzare così da farsi individuare dagli uccelli che una volta attratti dalla "trappola" diventano l'incubatore vivente delle uova: solo dopo che queste attraversano l'intestino del predatore e vengono espulse tramite le feci, concludono il loro processo di maturazione e sono pronte a schiudersi.
Considerando inoltre che le femmine degli insetti stecco possono produrre uova vitali senza la fecondazione maschile (fenomeno definito dalla scienza come partenogenesi), possono decidere di concludere anticipatamente il loro ciclo vitale, di non incontrarsi con un maschio e di attrarre gli uccelli così da dar vita più velocemente a una nuova generazione, pronta ad ampliare le dimensioni dell'areale.
Gli scienziati però ancora ignorano quali sono le ragioni che possono portare gli insetti stecco a decidere di sacrificarsi per i figli prima che avvenga una fecondazione. Può darsi che alcuni fenomeni naturali come uno sbalzo di temperatura o una riduzione improvvisa del numero di maschi possa condurre questi insetti a valutare di effettuare la partenogenesi, così da superare il periodo di crisi. «È importante tenere presente – affermano i ricercatori, che questa è la prima volta in cui la scienza si trova davanti ad un insetto che sembra seguire il ragionamento delle piante con i semi. Lasciarsi mangiare per distribuire meglio le uova non è infatti una strategia molto presa in considerazione dal regno degli animali».
È possibile trovare infatti delle specie che da morte si lasciano mangiare per raggiungere lo stesso scopo o degli organismi che inoculano le loro uova in degli alimenti appetibili, per quelli che in gergo si definiscono animali vettori. Pensiamo per esempio alle tenie o alle stesse larve di parassiti, che infestano gli intestini umani. In quel caso però ad essere ingeriti sono delle uova, non gli organismi stessi che li producono. «Questa scoperta invita quindi i ricercatori ad approfondire i meccanismi di dispersione nelle varie specie e a sfidare le ipotesi di lunga data sul destino degli organismi divorati dai predatori».