Gli ibridi tra dromedario e cammello erano conosciuti ed utilizzati commercialmente migliaia di anni fa per le loro alte prestazioni fisiche. È quanto confermato da due ricercatori italiani in collaborazione con un responsabile dello State Board of Antiquities and Heritage di Mosul, Iraq, che hanno recentemente indagato alcuni bassorilievi di un fregio scolpito su un architrave del cosiddetto Tempio di Allat ad Hatra e risalenti al II secolo dC.
Nelle incisioni due file di dromedari seduti convergono verso un possibile ritratto reale, mentre i due animali in testa alla fila, posizionati vicini al sovrano, erano stati precedentemente interpretati come cammelli della Battriana perché dotati di due gobbe, a differenza degli altri animali della fila dotati solo di un'escrescenza come appunto i dromedari.
Gli studiosi hanno ora reinterpretato gli animali di testa della fila alla luce delle recenti informazioni sulle pratiche antiche e contemporanee di ibridazione tra Camelus bactrianus e Camelus dromedarius, ritendendo che possa trattarsi di antichi e preziosi incroci tra le due specie. I cammelli del re, dopotutto, sono sempre i migliori.
Il lavoro si colloca in un più generale progetto di restauro e riqualificazione del sito: il Tempio di Allat infatti riversava in uno stato di degrado ed abbandono, aggravato da alcuni atti vandalici occorsi tra il 2015 ed il 2017 da parte di alcuni fondamentalisti religiosi dell'ISIS, che per anni avevano occupato questo territorio.
L'identificazione del tempio è basata su prove epigrafiche, parte delle quali ha offerto a sua volta prove dell'assimilazione della dea a Nemesi, l'onnipresente dea greca della giustizia e della vendetta.
L'interpretazione degli studiosi
Uno degli architravi principali dell'antichissimo tempio raffigura due file di animali ai lati di un volto umano. Si tratta senza dubbio di camelidi, originariamente cinque per ogni lato, per le evidenti gobbe, per la conformazione del capo e per la posa assunta. Tuttavia, le due figure adiacenti al volto umano, interpretato come un ritratto del sovrano Sanatruq I, posseggono due gobbe invece che una, ed erano perciò già stati interpretati come cammelli.
La recente reinterpretazione si basa invece su un'osservazione più attenta dei particolari: i due "cammelli battriani" sono ben scolpiti e rappresentati in modo alquanto realistico. Entrambi mostrano una delle morbide gobbe cascante e ripiegate su se stesse, una caratteristica comune del Camelus bactrianus. Tuttavia mentre il cammello di sinistra porta ciuffi di pelo lungo il collo e sulla spalla, quello di destra è privo dei tipici peli del corpo battriano, ed è più simile ai vicini dromedari. Inoltre, le gobbe dei cammelli sono separate da una rientranza limitata, che corrisponde a quella di molti ibridi moderni.
Secondo gli studiosi quindi potrebbe trattarsi di incroci tra le due specie, considerando anche l'altissimo valore degli esemplari dovuto a migliori capacità fisiche e nella produzione di latte: sono in grado di trasportare 400–500 kg, il doppio di un dromedario e più del doppio di un normale cammello. I vantaggi dell'ibridazione sono confermati da recenti indagini di schemi di incrocio contemporanei in Turchia e Kazakistan, che producono una razza di cammelli con capacità di produzione di latte più elevate, nonché la capacità di sopravvivere al clima rigido dell'Asia centrale essenzialmente in una situazione di allevamento all'aperto, con estati calde e inverni coperti di neve con temperature sotto lo zero.
Un chiaro simbolo di potenza regale insomma: il re avrebbe espresso, attraverso le eleganti immagini dell'architrave scolpito, sia il suo sostegno attivo al culto della dea araba Allat sia il suo controllo commerciale sulle rotte carovaniere e sull'allevamento di cammelli e dromedari lungo la ricchissima Via della Seta.
Cammelli, dromedari e gli ibridi
I Camelidi sono una famiglia di mammiferi artiodattili a cui appartengono il cammello, il dromedario, il lama, il guanaco, l'alpaca e la vigogna, unici rappresentanti viventi del sottordine dei Tilopodi. Le prove paleontologiche, ottenute tramite lo studio di fossili, attribuiscono al nord America il luogo d'origine dei Camelidi, dove si estinsero durante il Pleistocene.
Piccola curiosità: come sono arrivati in Australia? Beh, ce li abbiamo portati noi generando un'ulteriore minaccia per il delicatissimo ecosistema australiano.
Animali utilissimi alle popolazioni umane di ogni continente, in antichità come oggi, per caratteristiche fisiche e comportamentali che li rendono adatti ad alcuni degli ambienti più estremi del pianeta: i deserti, le steppe e gli ecosistemi di alta montagna andini.
Alcune specie di camelidi possono inoltre essere incrociate con successo, grazie alle loro similitudini genetiche: dromedari e cammelli domestici se incrociati possono produrre prole fertile. L'incrocio tuttavia di dromedario e cammello selvatico invece, genera prole non fertile a causa di differenze cromosomiche più marcate. Un po' come nel caso del mulo, ottenuto dall'ibridazione di asino e cavalla e dotato di un numero dispari di cromosomi, 63.
Tuttavia, come quest'ultimo, questi ibridi non fertili hanno trovato nel corso della storia una loro utilità, grazie ad un'interessante regola genetica chiamata "vigore dell'ibrido" o eterosi: costituzione assai forte e robusta, rusticità, resistenza alle malattie e maggiore adattabilità ad ambienti sfavorevoli. D'altronde i muli sono considerati più intelligenti e riflessivi dei cavalli.