Nelle aree protette delle Alpi Cozie, in Valsusa, è partita la nuova sessione di cattura e infertilizzazione degli ibridi lupo-cane che si sono insediati nel territorio. L'operazione durerà una decina di giorni, nell'ambito del progetto pluriennale giunto alla terza fase di operatività dopo la prima, effettuata a ottobre 2022 nel Parco naturale Orsiera Rocciavrè, e la seconda svoltasi tra marzo e aprile 2023 nel Comune di Villar Focchiardo (TO) fuori dai confini del parco.
L’obiettivo del lavoro, coordinato dall’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie con la collaborazione della Città Metropolitana di Torino, dell’Università di Torino, del Centro Animali Non Convenzionali (CANC) e dei Carabinieri Forestali in seno al progetto LIFE WolfAlps EU, è contenere la diffusione degli ibridi lupo-cane in Valsusa, un progetto che ha ricevuto da Ispra e dal Ministero per la Transizione Ecologica la formale autorizzazione. Una volta catturati, gli ibridi saranno sottoposti a infertilizzazione prima del rilascio in natura, così da evitare che il dna degli animali frutto dell'incrocio tra cane e lupo si diffonda contribuendo alla perdita dell'integrità genetica del lupo.
In questa terza sessione di tentativi di cattura, il personale dei Parchi Alpi Cozie ha deciso di spostare le operazioni nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand per lavorare in condizioni logistiche più favorevoli. Le attività di vigilanza sono state rafforzate dal personale dell’Ente Parco e dal Nucleo Carabinieri Forestali in tre aree interessate dalle operazioni tecniche, dove è stato vietato l’accesso con determina delle Aree Protette Alpi Cozie e con ordinanza del Comune di Salbertrand.
L‘ibridazione è un fenomeno naturale che avviene quando individui di specie o sottospecie differenti si incrociano generando prole fertile. Si tratta di un processo positivo per l’evoluzione, perché produce diversità genetica, ma che può presentare rischi difficili da prevedere quando avviene per cause non naturali, cioè quando è provocata o favorita dagli esseri umani. Il lupo e il cane appartengono alla stessa specie (canis lupus) che si è differenziata attraverso un processo millenario di domesticazione operata per trasformare uno dei più temibili predatori nel migliore amico dell’uomo. Quella che ha portato alla mutazione del lupo in cane è stata una complessa selezione genetica e comportamentale che l’uomo ha operato con l’obiettivo di modificare l’istinto predatorio del primo nella principale risorsa del suo cugino domestico.
Con la recente espansione del lupo in Italia sono molto aumentate le opportunità di incrocio con i cani, in particolare con quelli vaganti o inselvatichiti, che secondo le stime dell’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA) ammonterebbero a circa 800.000 individui su tutto il territorio nazionale. Il processo di dispersione dei giovani lupi, che si allontanano dal branco alla ricerca di un compagno o una compagna con cui formare un nuovo nucleo riproduttivo coprendo anche grandi distanze in solitaria, rende dunque possibile, e sempre più probabile, un accoppiamento con cani, generando cuccioli fertili che a loro volta potrebbero diffondere ulteriormente le variazioni. I risultati del primo monitoraggio nazionale del lupo, effettuato nel 2020-2021 da Ispra e dal progetto LIFE WolfAlps EU, hanno infatti certificato la presenza di 4 branchi con almeno un membro ibrido nei territori di Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia.
Da un punto di vista scientifico, le conseguenze di incroci diffusi tra cani e lupi sono ancora poco studiati e quindi imprevedibili, ma per gli esperti è corretto affermare che in linea generale questo processo contribuisce alla perdita dell'identità genetica millenaria del lupo, e dunque della sua atavica natura. Si potrebbero inoltre generare modificazioni congenite a livello comportamentale, con la scomparsa del naturale istinto di timore verso l’uomo, portando i nuovi individui ad atteggiamenti di maggiore confidenza verso i centri abitati e gli allevamenti di bestiame con conseguente aumento dei danni sulle attività umane. Da qui l'avvio di sessioni di cattura di ibridi, che una volta resi non fertili non potranno riprodursi.
La prima cattura nell'ambito del progetto era stata effettuata nell'ottobre del 2022, quando il lupo era stato preso nelle trappole allestite nel territorio di Villar Focchiardo (To) all’interno del Parco naturale Orsiera Rocciavré. Trattandosi di un giovane con colorazione del manto tipica, il lupo catturato non era stato immediatamente identificato come ibrido, ma ricoverato presso il CANC in attesa dei risultati delle analisi genetiche. In meno di 24 ore era arrivata la certificazione: l’animale era un figlio della coppia formata da una femmina pura e da un maschio dal manto insolitamente chiaro, ribattezzato "il Biondo" che, dai dati dei monitoraggi, è risultato geneticamente incrociato con un cane.