Una nuova ricerca pubblicata su Proceedings of the Royal Society B da alcuni paleontologi della Flinders University e della University of Ciprus ha appena dimostrato che gli elefanti nani di Cipro (Palaeoloxodon cypriotes) e gli ippopotami (Phanourios minor) presenti sull'isola fino al tardo Pleistocene (11.000 anni fa) si sono estinti in breve tempo, per colpa dell'arrivo dei primi rappresentanti della nostra specie, che faceva parte di una società di cacciatori-raccoglitori.
È indicativo il fatto che Palaeoloxodon cypriotes fu l'unico elefante nano del Mediterraneo che si estinse direttamente per colpa della nostra specie, mentre gli altri elefanti nani – tipo quello siciliano – si estinsero precedentemente, per colpa del cambiamento climatico legato alla fine dell'era glaciale e prima dell'arrivo di Homo sapiens in Europa meridionale. Phanourios minor era invece il più piccolo ippopotamo della regione mediterranea, pesando meno di 130 kg, condizione che lo rese una facile preda per numerosi cacciatori.
Cipro all'epoca dell'estinzione di questi animali godeva delle condizioni ambientali ideali per la colonizzazione umana, visto che presentava ampi pascoli e disponeva di una mega fauna facilmente cacciabile e reperibile, soprattutto se ci si spostava da un lato all'altro dell'isola.
L'ippopotamo e l'elefante nano cipriota si erano inoltre adattati a condizioni di vita in cui mancavano dei predatori, quindi l'arrivo degli esseri umani li condannò velocemente all'estinzione. Stesso identico destino che interessò molte specie insulari del pianeta, come il Dodo, estintosi nell'arco di pochi decenni nel 1600.
Il nuovo studio tra l'altro ha effettuato anche le prime analisi del DNA antico su di un ippopotamo nano europeo, scoprendo che il Phanourios minor si era differenziato dall'ippopotamo comune (Hippopotamus amphibius) di recente, ovvero circa 1,4-1,6 milioni di anni fa, mentre l'elefante nano derivava dal più noto e gigantesco Palaeoloxodon antiquus, l'elefante dalle zanne dritte, parente dello Mastodonte che abitò l'Europa e l'Asia occidentale durante il Pleistocene medio.
Dai risultati ottenuti dall'analisi dei reperti e dal confronto diretto delle loro età, i paleontologi della Flinders University hanno anche scoperto che il periodo di convivenza fra questi animali e l'uomo è stato estremamente ridotto, a malapena 1.000 anni. Questo indica che la nostra specie ha sterminato la megafauna dell'isola in tempi estremamente rapidi e per ragioni strettamente alimentari.
Secondo le stime, 11.000 anni fa Cipro aveva uno spazio disponibile per circa 3.000-7.000 cacciatori raccoglitori, ma quando la popolazione crebbe a seguito del benessere fornito dall'isola lo spazio cominciò a non bastare più, tanto da spingere gli esseri umani ad allontanare gli animali pericolosi, a cacciare più spesso le stesse prede e a volgere la propria attenzione all'agricoltura e al mare, verso la pesca.
«I nostri risultati forniscono una prova che i popoli paleolitici di Cipro furono almeno in parte responsabili dell'estinzione della megafauna di Cipro durante il tardo Pleistocene e l'inizio dell'Olocene» hanno concluso i ricercatori all'interno del loro articolo, chiarendo che il principale fattore determinante che ha portato all'estinzione entrambe queste specie era la carne che i due gruppi di animali fornivano agli abitanti dell’isola.