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8 Gennaio 2024
11:23

Gli antenati dei primati attuali vivevano in coppia e non in gruppo, lo dice un nuovo studio

Una ricerca condotta dalle Università di Zurigo e Strasburgo svela che i primi primati probabilmente vivevano in coppia, contrariamente alle convinzioni recenti che ipotizzavano una vita in gruppo.

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La comprensione dell'evoluzione dell'organizzazione sociale dei primati è stata cruciale per approfondire anche la socialità umana e la nostra storia evolutiva. Secondo una recente ricerca dell'Università di Zurigo, si è ora scoperto che i primi primati probabilmente vivevano in coppie, con circa il 15% degli individui che conduceva uno stile di vita solitario. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

I primati, compresi gli esseri umani, sono noti per la loro natura altamente sociale, con molte specie di scimmie che vivono in gruppi. Tuttavia, gli strepsirrini come i lemuri, sono stati a lungo considerati prevalentemente solitari, suggerendo che forme alternative di organizzazione sociale si siano sviluppate solo in un secondo momento.

Ricerche più recenti, tuttavia, indicano che molte strepsirrine notturne, che sono più difficili da studiare, in realtà non sono così solitarie, ma vivono in coppie formate da un maschio e una femmina. Ma cosa significa questo dato per le forme di organizzazione sociale degli antenati di tutti noi primati? E perché alcune specie di scimmie vivono in gruppi, mentre altre vivono in coppia o sono addirittura solitarie?

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Queste sono le domande che si sono posti i ricercatori delle Università di Zurigo e Strasburgo, i quali hanno cercato di trovare delle risposte realizzando uno studio che ha raccolto informazioni dettagliate sulla composizione delle unità sociali nelle popolazioni dei primati in natura. Questo ha permesso di realizzare un database, basato su studi primari sul campo, che ha coinvolto quasi 500 popolazioni di oltre 200 specie diverse di primati e ha permesso di scoprire che più della metà di queste mostravano più di una forma di organizzazione sociale.

«L'organizzazione sociale più diffusa era rappresentata da gruppi in cui più femmine e maschi coabitavano, come nel caso di scimpanzé o macachi – ha detto Adrian Jaeggi, tra gli autori principali dello studio – Segue poi l'organizzazione con un solo maschio e più femmine, come nei gorilla o nei langur. Tuttavia, un quarto di tutte le specie risultava vivere in coppia».

A questo punto, il passo successivo era quello di cercare di ricostruire le abitudini sociali degli antenati dei primati attuali. Tenendo conto di diverse variabili socioecologiche e della storia evolutiva, come le dimensioni del corpo, la dieta o l’habitat, i ricercatori hanno calcolato la probabilità di diverse forme di organizzazione sociale adottate dai nostri antenati vissuti circa 70 milioni di anni fa.

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«Il nostro modello indica che l'organizzazione sociale ancestrale dei primati era variabile e che la vita in coppia era di gran lunga la forma più probabile», affermano i ricercatori. «Solo il 15% circa dei nostri antenati era solitario. La vita in gruppi più grandi si è quindi evoluta solo più tardi nella storia dei primati».

C'è qualcosa in tutta questa storia che vi sembra familiare? Sembrerebbe proprio che la struttura sociale dei primi primati fosse più simile a quella degli esseri umani odierni di quanto inizialmente ipotizzato. «Molti di noi vivono in coppia, pur facendo parte di famiglie estese, gruppi e società più ampie», spiega Jaeggi. Tuttavia, precisa che la vita in coppia tra i primi primati non implica necessariamente monogamia sessuale o cura cooperativa della prole.

«È più probabile però che una singola femmina e uno specifico maschio vivessero insieme per la maggior parte del tempo, condividendo territorio e luogo di riposo, il che risultava più vantaggioso rispetto a una vita solitaria», spiega Carsten Schradin di Strasburgo, l'ultimo autore dello studio. Questo stile di vita consentiva loro, per esempio, di respingere rivali o di tenersi caldo a vicenda.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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