La scelta del compagno è un importante processo evolutivo da cui dipende la selezione di tanti tratti specifici del sesso, come il colore, la forma, la dimensione, l’odore e così via. Sono elementi che segnalano la qualità di un individuo in termini di salute, vigore fisico o rango: valutandoli, i/le potenziali partner possono indirettamente valutare la qualità genetica che sarà trasmessa alla loro prole. Scegliendo partner portatori di specifici tratti, si aumenta la probabilità che questi individui si riproducano con più successo di altri, permettendo di fatto che quei tratti si diffondano nella specie. Perciò sì, gli animali umani e non umani, sia maschi che femmine, scelgono il partner, e lo fanno pure in una straordinaria varietà di modi diversi.
La scelta del partner è molto utile per evitare l’inbreeding, ossia l’accoppiamento tra parenti stretti, diciamo tra cugini di I grado a scendere, in pratica per limitare le relazioni incestuose. Tale strategia, che di fatto richiede una sorta di valutazione della somiglianza genetica o della parentela dei potenziali partner, è probabilmente meno “costosa” per l’individuo rispetto ad altre, come ad esempio la dispersione; dunque, ci si aspetta che sia favorita dalla selezione in molte condizioni ambientali. Di solito sono le femmine a scegliere e ad essere considerate il sesso più choosy, e questo dipende dal più elevato investimento riproduttivo per loro rispetto ai maschi, nel senso che, dopo l'accoppiamento, sono le femmine di solito a farsi carico di tutte le responsabilità e le incombenze genitoriali. Sono quelle che hanno più da perdere dalla scelta di un cattivo partner, insomma, e devono quindi fare molta attenzione.
A voler essere completamente onesti, va detto comunque che non sempre è così: in alcune specie i ruoli sessuali sono invertiti, e ad essere più esigente è il maschio. Mi vengono in mente gli arieti Soay, pecore originarie dell’omonima isola appartenente all’arcipelago di Saint Kilda in Scozia: sono molto selettivi, e a loro la femmina piace curvy. La responsabilità della scelta è grande a maggior ragione nelle specie monogame, in cui i due partner creano un legame di coppia stabile, rimanendo fedeli l’uno all’altro per sempre. Magari non sul piano sessuale, ma almeno socialmente, ossia nella condivisione della vita di tutti i giorni.
Come scelgono i/le loro partner gli animali?
Un classico è ciò che si osserva nei sistemi definiti lek, che sono abbastanza rari e tipici delle specie poliginiche. Qui i maschi si riuniscono in arene di esibizione, i lek appunto, nelle quali difendono piccoli territori, combattendo tra loro, e si scatenano in eclatanti rituali di corteggiamento. L’obiettivo è attrarre le femmine, conquistarle e accoppiarsi. Le femmine, dal canto loro, giungono nell'arena con l'unico scopo di scegliere un partner e accoppiarsi con lui. Ottenuto ciò che vogliono, se ne vanno ad allevare la prole da sé. Questa modalità di scelta è propria delle femmine di specie come le iguane marine delle Galapagos (Amblyrhynchus cristatus), il manachino barbabianca (Manacus manacus), passeriforme della foresta pluviale del Sud America, e il pipistrello dalla testa a martello (Hypsignathus monstrosus). Un altro modo attraverso cui il sesso esigente può scegliere un compagno è basandosi sul cosiddetto “tratto comportamentale” – che è un po’ come dire la personalità – proprio e del potenziale partner. È un metodo quindi che punta più sulla compatibilità comportamentale, che su quella genetica. Si dice che un certo individuo ha una certo tratto comportamentale – ad esempio, l’audacia, l’aggressività, la tendenza all’esplorazione o la socievolezza – se il suo comportamento è coerente nel tempo o nei contesti. In pratica, da un soggetto più aggressivo di un altro in un contesto di foraggiamento, ci si può aspettare che tenda ad essere più aggressivo anche in altri momenti successivi e/o in altri contesti, poniamo nell’accoppiamento.
Se una femmina, durante il corteggiamento, ravvede coerenza nel comportamento maschile, può quindi farsi un’idea sulla probabile condotta di quel soggetto nel passato e nel futuro, e prevedere come si potrebbe comportare neli confronti della prole o nei propri. Nel killifish d’acqua dolce Lucania goodei, l'aggressività di un maschio verso altri maschi è spesso correlata con l’aggressività nei confronti delle femmine. Una femmina può quindi osservare e valutare l'aggressività che un soggetto rivolge ad altri maschi per evitare la coercizione sessuale. Nei conigli pigmei del bacino della Columbia (Brachylagus idahoensis), specie a rischio di estinzione, quando la femmina può scegliere tra due maschi geneticamente compatibili, sviluppa una preferenza spiccata per uno dei due, e le probabilità di procreare e di generare nidiate più frequenti e più numerose sono maggiori se si accoppia con lui. Ciò suggerisce che la scelta femminile può essere guidata anche da tratti che vanno oltre la semplice qualità genetica dell’individuo. Certo, può anche accadere che genetica e personalità si intreccino nella scelta del compagno, facendo leva su preferenze evolutesi nelle femmine per selezione naturale a partire da bias sensoriali preesistenti. Pensiamo ai guppy (Poecilia reticulata): il maschio è ornato da una macchia arancione che fa sballare le femmine quando il colore è bello acceso. La luminosità della macchia, e quindi la sua efficacia nell'attrarre le femmine, dipende dalla quantità di carotenoidi che il pesciolino ottiene dall'ambiente. Un maschio audace o particolarmente attivo ha più probabilità di riuscire a ottenere carotenoidi; pertanto, le femmine selezioneranno inavvertitamente quel tipo comportamentale. In alternativa, una femmina potrebbe avere maggiori probabilità di accoppiarsi con maschi audaci o attivi, non perché preferisca l'audacia o l'attività di per sé, ma perché quei maschi trascorrono più tempo a esibirsi, le capita più spesso di imbattersi in quei soggetti, coi loro ornamenti.
Gli animali che si scelgono per la vita
Gli animali che si scelgono per la vita sono quelli monogami. La monogamia sociale è molto comune tra gli uccelli (90% delle specie), mentre è assai rara tra i mammiferi (meno del 3% delle specie). Di solito avviene l’allevamento dei piccoli è condiviso, il che è appunto più frequente tra gli uccelli. Le cure parentali impegnano entrambi i genitori, e questo li porta a rimanere insieme. La regola generale vuole dunque che nelle specie socialmente monogame anche i maschi tendano a prendersi cura della prole.
L’arvicola delle praterie
Il maschio e la femmina di questi microscopici topolini di campagna (Microtus ochrogaster) sviluppano una relazione monogamica che, dal punto di vista neurobiologico, è molto simile a quella che sviluppiamo noi. L’accoppiamento con un partner provoca nel cervello della femmina e del maschio il rilascio, rispettivamente, di ossitocina e vasopressina, due neuropeptidi che facilitano lo sviluppo di una preferenza per quel partner. Per stimolare la formazione del legame monogamico, però, serve anche che, prima dell’accoppiamento, la femmina trascorra del tempo insieme al partner (alle arvicole bastano 6 ore). Conoscersi prima, probabilmente, lascia un’impronta nella mente dei topolini e questo, in combinazione con l’aumento dei neurotrasmettitori innescato dall’accoppiamento, fa sì che essi siano disposti a rimanere fedeli l’uno all’altro per tutta la loro breve vita. Entrambi i genitori si dedicano all’accudimento dei piccoli e la morte di uno dei due partner provoca forte stress e depressione, o qualcosa di molto simile, in quello che rimane.
L’aquila di mare testabianca americana
L’aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus) americana, uno dei più grossi rapaci della famiglia Accipitridae, ha la reputazione di essere altamente monogama. Il legame tra un maschio e una femmina nasce sulla scia di numerosi rituali aerei di corteggiamento che incorporano anche elementi di aggressività, il più famoso dei quali è forse la “spirale della morte”: le due aquile calve si librano ad alta quota, e afferrandosi con gli artigli si lasciano poi cadere, roteando a spirale, per staccarsi, infine, appena prima di toccare il suolo. Una volta che si sono scelti, restano assieme fino alla morte di uno dei due. Essendo una specie migrante parziale, i partner si riuniscono ogni anno per utilizzare lo stesso sito di nidificazione. Come in tutte le regole, anche in quella della fedeltà tra aquile vigono le dovute eccezioni. Se un uccello muore o non torna dalla migrazione, ad esempio, il/la partner cerca una nuova compagna o un nuovo campagno, ma accade anche che le femmine si accoppino occasionalmente con altri maschi, lasciando il partner inconsapevole a curare anche i pulcini che non suoi.
La rondine comune
La rondine comune (Hirundo rustica) è un’altra specie socialmente monogama. Il maschio adulto usa le sue lunghe penne timoniere per attrarre la femmina e ha un ruolo attivo nell’accudimento della famiglia, di cui si preoccupa indirettamente con ampio anticipo, quando è ancora single. Sul finire dell’inverno, arriva infatti per primo nei siti di riproduzione, anticipando la femmina adulta, per scegliere il luogo più adatto per il nido. Una volta formatasi, la coppia difende il territorio selezionato e si adopera per costruire un nuovo nido, o per ristrutturarne uno già esistente, foderandolo di piume.
Il topo della California
I topi della California (Peromyscus californicus) sono monogami stretti. Piccoli ma dal caratterino acceso, sono molto territoriali, aggressivi e solitari. Il legame tra il maschio e la femmina è per la vita e il maschio è gelosissimo. Se la coppia viene separata, mettendo la femmina con altri topi, e poi riunita, si arrabbia moltissimo e reagisce alla separazione emettendo una vocalizzazione simile a un abbaio. Quando nascono i piccioli, il padre aiuta nelle cure parentali, aumentando la loro probabilità di sopravvivere. Le femmine, così alleggerite dal carico di lavoro, svezzano una prole più numerosa per ogni incontro riproduttivo e si riproducono più frequentemente rispetto a quanto si osserva in altre specie di topi non monogami.
Gli aotidi
Gli aotidi, scimmie della notte sudamericane, hanno il volto incorniciato in un cuore di pelo bianco e per occhi due nocciole tonde e vispe. Sono animali socialmente monogami, in cui la coppia resta unita per la vita. La femmina partorisce un piccolo all’anno e il padre svolge il ruolo principale nel suo accudimento, trasportandolo, giocandoci e proteggendolo per il 90% cento del tempo, durante il quale lo restituisce alla madre solo per le poppate d’ordinanza. Se il padre muore, il figlio maggiore, non la madre, assume il ruolo genitoriale. Occuparsi dei figli lo distrae anche dagli alterchi con gli altri maschi adulti, che sono infatti molto rari, al contrario di quanto avviene in specie in cui le cure paterne sono assenti o minime, come i Cercopitecidi.
Aoto di Azara.
Bibliografia
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