Quali sono gli animali più pericolosi al mondo? La risposta a questa domanda potrebbe sorprendervi, perché a discapito delle nostre percezioni i numeri reali ci raccontano storie leggermente diverse. Il pericolo, infatti, non è sempre legato alle dimensioni, al comportamento o al numero di denti, ma dipende molto spesso dalle probabilità con cui possiamo imbatterci in questi animali o dalle malattie che possono trasmetterci. Scopriamo quali sono alcuni degli animali potenzialmente più pericolosi del Pianeta.
Lo squalo bianco
Tra le oltre 500 specie note di squali quella più temuta in assoluto è senza dubbio il grande squalo bianco (Carcharodon carcharias). È il pesce predatore più grande degli oceani e le femmine possono superare i 6 metri di lunghezza. Vive praticamente nei mari di tutto il mondo, Italia compresa, ed è un cacciatore spietato che si nutre di pesci, cetacei e altri mammiferi marini. La sua fama di mangiatore di uomini è da ricondurre certamente al grande successo cinematografico del film di Steven Spielberg Lo Squalo, che ha cambiato per sempre la percezione che abbiamo di questi grandi e affascinanti animali. La sua reputazione è però del tutto immotivata, sebbene nessuno vorrebbe mai trovarsi faccia a faccio col suo muso dotato di enormi denti seghettati.
Gli attacchi all'uomo da parte di squali (tutti, non solo quello bianco) sono un'eventualità rarissima, poiché non rientriamo in alcun modo nella loro dieta. Ogni anno sono pochissimi gli attacchi da parte di squali in tutto il mondo, circa 80, e meno di dieci circa risultano fatali. Molta più paura dovrebbero avere loro di noi: gli squali infatti sono tra le specie più minacciate del Pianeta, soprattutto per la pesca eccessiva, sia legale che non.
Il leone
Anche i leoni (Panthera leo) sono certamente tra gli animali più temuti dall'uomo. Questo eccezionale predatore sociale è abilissimo nella caccia di grandi erbivori che cattura grazie alla forza numerica del branco. Solitamente non attaccano l'uomo ma in alcuni casi eccezionali sembra possa succedere. Essendo un predatore opportunista, e vivendo in alcune zone a stretto contatto con villaggi e pastori, può capitare che entri in conflitto con l'uomo oppure che individui deboli, anziani o malati non essendo in grado di cacciare cerchino prede più facili come l'uomo.
Esistono molti racconti e leggende affascinanti legate ai leoni predatori di umani. La più famosa è senza dubbio la storia dei "Mangiatori di uomini dello Tsavo": nel 1898, ben 28 ferrovieri furono uccisi da una coppia di leoni maschi durante la costruzione di un ponte in Kenya. La storia è stata raccontata dal cacciatore John Patterson che dopo vari tentativi a vuoto riuscì ad uccidere i due cacciatori, che ora sono esposti al museo di storia naturale di Chicago.
La distribuzione del leone oggi si è notevolmente ridotta rispetto al passato ed è limitata all'Africa sub-sahariana e una piccolissima area dell'India.
L'orso polare
L'orso polare (Ursus maritimus) è il mammifero carnivoro più grosso del Pianeta e vive intorno al circolo polare artico. È un predatore versatile e tra le sue prede preferite ci sono certamente le foche e non l'uomo. Tuttavia viste le grosse dimensioni e la forza di cui è dotato può non essere proprio piacevole imbattersi in lui. Negli ultimi anni sembra che gli attacchi di esemplari affamati, soprattutto maschi, siano sensibilmente aumentati. Tra il 1870 e il 2014 sono stati 73 gli attacchi di orsi polari registrati e le vittime umane sono state 20.
I conflitti con l'uomo sembrerebbero aumentare anche a causa dei cambiamenti climatici, che stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di questa specie costretta a spingersi sempre più vicino agli insediamenti umani per cercare cibo. Qui il loro potente olfatto li attira verso i rifiuti o gli animali domestici facendo aumentare le probabilità di un incontro.
Drago di Komodo
Con i suoi tre metri di lunghezza per circa 8o chili di peso il drago o varano di Komodo (Varanus komodoensis) è il più grande sauro della Terra e vive in pochissime isole dell'Indonesia. Grazie al suo morso velenoso riesce ad abbattere animali molto grossi come cervi o bufali e non è raro vederli cacciare anche in gruppo. L'aspetto da lucertolone, i lunghi artigli e grossa lingua biforcuta non restituiscono di certo un'immagine rassicurante agli occhi delle persone.
Le aggressioni alle persone sono piuttosto rare, e spesso sono più azioni di difesa che di attacco, ma sono diversi gli incidenti capitati sia tra i turisti che tra gli abitanti dei villaggi. Secondo i dati ufficiali del Komodo National Park tra il 1974 e il 2012 sono stati segnalati 24 attacchi attacchi diretti all'uomo, cinque dei quali risultati fatali.
Purtroppo anche il drago di Komodo non se la passa granché bene ed è stato inserito nella categoria Vulnerabile dall'IUCN. Il bracconaggio e la perdita di habitat legato alle attività umane sono i fattori che maggiormente minacciano di estinzione questa specie.
Il polpo dagli anelli blu
Tra le specie marine più temute e potenzialmente letali c'è anche un piccolissimo mollusco dai colori spettacolari: il polpo dagli anelli blu (Hapalochlaena lunulata). Questo cefalopode vive nelle acque tropicali dell'Indo-Pacifico, è grande appena 10 centimetri, braccia comprese, ma è dotato di uno dei veleni più potenti al mondo. La sua elevata tossicità è testimoniata proprio dai bellissimi e coloratissimi anelli blu che danno il nome alla specie. Questi segnali aposematici sono un vero e proprio messaggio di avvertimento del tipo «Ehi, guarda che sono velenoso! Ti conviene girare a largo!». Per avvisare potenziali predatori della sua pericolosità questi anelli possono addirittura lampeggiare. Un chiaro segnale del fatto che in realtà, questo piccolo mollusco marino, non ha alcuna intenzione di attaccare ciò che non può mangiare e preferisce di solito starsene tranquillo mentre caccia piccoli crostacei.
Tuttavia se particolarmente infastidito il suo morso può rilasciare una tetrodotossina pericolosissima potenzialmente letale, soprattutto per i bambini e soggetti particolarmente sensibili. Fortunatamente sono noti solamente tra casi risultati mortali fino ad oggi, due in Australia e uno a Singapore.
Gli ippopotami
L'ippopotamo (Hippopotamus amphibius) è il terzo mammifero più grande del mondo e sebbene siano animali quasi esclusivamente erbivori occasionalmente possono comportarsi da necrofagi o addirittura attaccare altri animali per nutrirsi di carne.
Sono anche animali incredibilmente territoriali e aggressivi si stima che ogni anno causino la morte di circa 500 persone in Africa. Attaccano non solo le persone ma persino le barche che entrano nel loro territorio. I maschi più grossi possono essere lunghi più di 4 metri e pesare oltre 2 tonnellate. Di certo non un peso piuma.
I coccodrilli
Diverse specie di coccodrilli condividono l'habitat con numerose popolazioni umane, soprattutto in Paesi e zone molto povere o politicamente instabili. I conflitti e gli incidenti sono quindi difficili da evitare e parecchio numerosi. Due specie in particolari sono le protagoniste degli attacchi più letali e pericolosi: il coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus) e quello marino (Crocodylus porosus).
Queste due specie sono tra i rettili più grossi e pericolosi, responsabili di circa un migliaio di morti ogni anno. Anche se è difficile fare un stima precisa considerando che la maggior parte degli incidenti si verifica in Africa, dove non sempre vengono registrati. La maggior parte delle vittime non viene mangiata, quindi significa che si tratta quasi sempre di attacchi difensivi, poiché questi animali sono incredibilmente territoriali, soprattutto se ci sono i piccoli da difendere.
I serpenti
Con i serpenti la cosa si complica ulteriormente. Delle circa 3500 specie conosciute sono 600 quelle velenose e potenzialmente mortali. Molte di queste vivono a stretto contatto con le popolazioni umane e rappresentano un serio problema di salute pubblica a livello mondiale. Si stima che ogni anno circa 5,4 milioni di persone vengono morse dai serpenti e 2,7 vengono avvelenate.
I morsi dei serpenti velenosi possono causare danni considerevoli molto diversi a seconda delle specie: dalla paralisi seguita dall'arresto della respirazione, ai disturbi della coagulazione che possono portare a un'emorragia, passando per l'insufficienza renale o alle lesioni dei tessuti che possono causare invalidità permanente o amputazione degli arti.
Ogni anno si stima che dalle 81mila alle 138mila persone perdono la vita a causa dei serpenti velenosi e circa il triplo di queste subisce danni permanenti o l'amputazione di un arto. In Italia le uniche specie velenose sono le vipere, con cinque specie differenti. Fortunatamente gli incontri con queste specie sono rari e non rappresentano un vero e proprio pericolo. Basta davvero poco per ridurre i rischi di un morso imparando a conoscere questi rettili tanto affascinanti.
Le meduse
Anche le meduse oltre che essere tra gli animali più affascinanti e antichi del mondo possono rappresentare un serio pericolo per l'uomo. Le specie più velenose al mondo sono senza dubbio le piccolissime e trasparenti cubomeduse, un gruppo che include circa una 50ina di specie distribuite prevalentemente nelle regioni tropicali indopacifiche. Le punture causate dalle cnidocisti delle specie più velenose possono uccidere una persona di stazza media in poche decine di secondi.
Fortunatamente in Italia non ci sono specie letali ma alcune possono comunque risultare pericolose, come la medusa luminosa (Pelagia noctiluca), considerata la più importante del Mediterraneo tra quelle pericolose. Le punture provocano dolori che di norma durano 1-2 settimane, arrossamenti locali, gonfiori o eruzioni cutanee, ma generalmente lascia danni permanenti e non sono noti decessi.
Le zanzare
Ma gli animali senza dubbio più pericolosi per l'uomo (anche se involontariamente) restano le zanzare. Questi piccoli insetti ematofagi presenti in ogni angolo del globo (anche perché le abbiamo portate noi in giro) ogni anno causano centinaia di migliaia di morti, a causa dei numerosi patogeni che possono trasmettere con le loro punture.
La dengue è l'infezione virale più diffusa trasmessa dalle zanzare tigre del genere Aedes. Più di 3,9 miliardi di persone in oltre 129 paesi sono a rischio di contrarre la dengue, soprattutto nei Paesi tropicali o più poveri del mondo. Si stima che ogni anno sono circa 96 milioni i casi sintomatici e circa 40 mila i decessi. Esistono diversi altre patologie virali pericolosissime trasmesse da questi insetti, come Chikungunya, Zika, la febbre gialla e quella West Nile.
La malaria invece è un'infezione causata da un parassitaria trasmesso dalle zanzare Anopheline. Purtroppo ancora oggi ogni anno ci sono circa 219 milioni di casi in tutto il mondo, che si trasformano in più di 400mila decessi l'anno. La maggior parte dei decessi spesso si verifica nei bambini di età inferiore ai 5 anni.
La quasi totalità di queste malattie colpisce i Paesi più poveri del mondo e potrebbero essere contrastate con adeguati interventi sanitari e di prevenzione.