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13 Agosto 2021
17:03

Gli animali continuano a morire per gli incendi, colpito il Ragusano. E nella Calabria incendiata la Regione anticipa il via alla caccia

Continuano a morire animali in Sicilia a causa degli incendi boschivi. Questa volta tra le località più colpite è Giarratana, in Provincia di Ragusa. La situazione è particolarmente critica per gli animali delle fattorie: in molti casi asini, capre, vacche, non riescono a fuggire. Altrettanto capita anche per quelli selvatici che restano intrappolati nel bosco. Le associazioni si muovono per chiedere lo stop della caccia nella Regione.

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Continuano a morire animali in Sicilia a causa degli incendi boschivi. Questa volta tra le località più colpite è Giarratana, in Provincia di Ragusa. La situazione è particolarmente critica per gli animali delle fattorie: in molti casi asini, capre, vacche, non riescono a fuggire. Altrettanto capita anche per quelli selvatici che restano intrappolati nel bosco. Il cuore delle fiamme è il parco forestale di Caloforno.

Stando a una stima di Coldiretti ammonta a più di 10.000 euro a ettaro il costo per la collettività dell’emergenza incendi, con boschi e macchia mediterranea inceneriti dalle fiamme, animali morti, alberi carbonizzati, pascoli distrutti. Una situazione, dunque, che compromette profondamente l’habitat.

«Ai costi immediati per le operazioni di spegnimento e ai danni su flora e fauna, attività agricole, ambiente e biodiversità – dice Coldiretti – vanno aggiunti quelli a lungo termine per la bonifica delle aree e per far rinascere tutto l’ecosistema forestale e tutte le attività umane tradizionali». Secondo l’organizzazione dei coltivatori il caldo spinge i grandi incendi che sono più che triplicati in Italia (+220%) nell’estate 2021.

In Sicilia chiesto lo stop alla caccia

In Sicilia le associazioni si muovono per chiedere lo stop della caccia nella Regione. È Articolo 9 a farlo. «Mentre continua la tragica stagione degli incendi devasta e distrugge boschi e campagne, determinando una vera strage di animali selvatici – dice il presidente Fabio Granata – non si può consentire che, come nulla fosse, si pensi di aprire la stagione venatoria come nulla fosse. Per questo motivo il presidente della Regione che tanto ama gli animali ha il dovere morale di sospendere per il 2021/22 ogni attività venatoria consentendo cosi il ripopolamento della fauna selvatica tragicamente decimata dalle fiamme, mettendo tutte le energie possibili nel contestuale e sistematico ripristino del paesaggio boschivo e agricolo. Musumeci imponga invece la istituzione di nuovi Parchi che attendono da anni il riconoscimento, dando spazio negli stessi a quelle professionalità indispensabili per la tutela della biodiversità e delle piante, come agronomi e esperti di paesaggio agrario, e a una efficace azione di controlli diffusi attraverso associazioni, guide escursioniste, forestali. Tutelare le specie animali, la biodiversità, l’agricoltura e il Patrimonio boschivo deve rappresentare la priorità per aprire in Sicilia una nuova stagione di cura, attenzione e bellezza».

In Calabria la Regione anticipa la caccia al primo settembre

Davanti a questi danni che stanno colpendo un po' tutto il Meridione, stona la scelta della giunta regionale della Calabria (colpita anche lei dagli incendi) di anticipare al primo settembre la stagione della caccia. Questa è l’opinione di Europa Verde che chiede un intervento per tutta Italia. Gli esponenti nazionali del movimento, il co-portavoce Angelo Bonelli e Francesco Alemanni e il co-portavoce calabrese Giuseppe Campana, commentano così la scelta del governo locale. «Di fronte alla perdita di migliaia di ettari di boschi, di biodiversità, di ossigeno, e di fronte a una flotta di Canadair data in appalto ai privati con costi stellari, il ministro alla Transizione ecologica non può continuare a restare immobile ma ha il dovere di agire con urgenza, anche correggendo la decisione scellerata del Governo Renzi di distruggere un patrimonio prezioso di esperienze, conoscenza del territorio e un presidio fondamentale nella lotta al fuoco e nella tutela del patrimonio naturalistico e faunistico dell’Italia come il Corpo Forestale dello Stato», spiegano.

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