WhatTheFAQ
rubrica
11 Luglio 2023
11:00

Gli animali che vedono in bianco e nero

Cani e gatti vedono il mondo a colori, a differenza di quello comunemente si crede. Molti altri animali però, vedono in bianco e nero. I tardigradi, il capodoglio e l'armadillo sono tra questi.

40 condivisioni
Membro del comitato scientifico di Kodami

Alcuni animali, come i pesci che abitano in acque profonde, vedono in sfumature del bianco e del nero. Altri, come le scimmie, i cavalli, i bovini e i suini, i cani e i gatti vedono il mondo a colori. Altri ancora, come le rane, i pesci, alcuni roditori e molti marsupiali, percepiscono un mondo multicolore invisibile agli umani, che arriva persino allo spettro dell'ultravioletto.

In generale, per poter distinguere i colori, l’occhio deve essere in grado di rilevare le diverse lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico. Questo avviene perché, in virtù della presenza di speciali fotorecettori, detti “coni”, che sono dotati di speciali fotopigmenti, la retina percepisce la luce riflessa da un corpo e la trasforma in segnali nervosi che vengono confrontati e elaborati nel cervello, permettendo all’organismo di riconoscere i colori. Esistono diverse classi di coni, sensibili a diverse lunghezze d'onda della luce. Come regola generale, gli animali con meno tipi di coni possono distinguere meno colori. Quando è presente una sola classe di coni, o addirittura nessuna, la visione è necessariamente monocromatica poiché, come si diceva poc’anzi, il riconoscimento dei colori dipende dal confronto dei segnali. La visione in bianco e nero è un adattamento tipico dello stile di vita notturno.

procione
Stai leggendo WhatTheFAQ non perderti altri contenuti di Kodami
Immagine

La visione dei colori è particolarmente vantaggiosa? Sì, perché i segnali cromatici forniscono informazioni sensoriali preziose sull’ambiente, utili per cercare il cibo, per evitare i predatori e per trovare il compagno o la compagna con cui metter su famiglia. Ciò significa, dunque, che le specie prive di una visione dei colori hanno un deficit sensoriale? Nient’affatto! Fermiamoci a pensare un momento: quanti di noi giocano con la pallina col proprio cane? Quella palla, che per noi magari è rossa, agli occhi del nostro cane appare grigio-verde. Ma la palla, va da sé, è sempre quella. Ciò è possibile perché il colore non è una proprietà intrinseca di un oggetto…il colore è negli occhi di chi lo guarda! Esso è semmai una proprietà del sistema visivo dell'organismo che lo percepisce. In altre parole, sulla pallina si riflettono spettri della stessa lunghezza d'onda. Ma se a osservarla sono due individui di specie diverse, dotate di fotorecettori diversi, quegli stessi spettri nei loro occhi non vengono assorbiti nello stesso modo, ed ecco che quella sfera rotolante viene percepita diversamente. I mammiferi notturni monocromatici includono vari pipistrelli, roditori, come il criceto dorato, e il procione comune.

Ma vediamo quali sono alcuni degli animali che vedono in bianco e nero.

I tardigradi

tardigradi

Quello dei tardigradi è un microscopico phylum famoso per la sua estrema resilienza. Possono essere trovati in ambienti di acqua dolce, marini e terrestri, in tutti i continenti della terra.

La seppia

Immagine

Di solito, più una specie è colorata, migliore è la sua visione dei colori. Fanno eccezione i cefalopodi come la seppia larga (Sepia latimanis), che sono ben noti per i display basati sui colori e per il camuffamento, ma sono completamente monocromatici.

L’armadillo

Immagine

L’armadillo appartiene al genere degli xenontrani, insieme ai bradipi e ai formichieri. Tutte e tre le specie sono prive dei coni, il che fa si che vedano il mondo in bianco e nero, con scarsa capacità di riconoscere i dettagli in condizioni di scarsa illuminazione e cecità totale in condizioni di luce intensa. Di conseguenza, gli xenontrani probabilmente usano la vista solo di notte, al crepuscolo e nelle tane, anche se le specie che vivono nel sottobosco delle foreste pluviali del Sud America possono sperimentare livelli di luce sufficientemente bassi durante il giorno per facilitare la visione limitata. Questo tratto si è evoluto come adattamento a un habitat sotterraneo. Poiché gli xenontrani sono spesso vittime di collisioni veicolari, la consapevolezza della loro visione degenerata dovrebbe aiutare nella loro conservazione.

Il procione

procione

Il procione (Procyon lotor) è un mammifero di taglia media facilmente riconoscibile per la “maschera” nera sugli occhi e per la coda. Ha occhi grandi e tondi che facilitano la visione notturna. Hanno però una visione monocromatici o comunque una visione del colore debole, ossia non arrivano a rilevare più che una differenza di luminosità.

Il capodoglio gigante

Immagine

Il capodoglio gigante (Physeter macrocephalus) ha perso i pigmenti dei coni, e questa condizione lo rende essenzialmente monocromatico. È noto, tuttavia, che questo cetaceo si immerge a profondità di almeno 100 metri dove il campo luminoso sottomarino è debole e dominato dalla luce blu. Come fanno, dunque? Lavora bene il pigmento associato agli altri fotorecettori presenti nella retina, i bastoncelli, che funzionano principalmente in condizioni di scarsa illuminazione (visione notturna) e si è spostato verso il blu proprio per aumentare la sensibilità alla luce disponibile nelle acque profonde.

Bibliografia

Gerl, E.J., Morris, M.R. The Causes and Consequences of Color Vision. Evo Edu Outreach 1, 476–486 (2008).

Marshall, N.J. and Messenger, J.B. (1996). Colour‐blind camouflage. Nature 382: 408–409.

Peichl L, Behrmann G, Krögerm RHH. For whales and seals the ocean is not blue: a visual pigment loss in marine mammals. Eur J Neurosci. 2001;13:1520–8.

Griebel U, Peichl L (2003) Colour vision in aquatic mammals – facts and open questions. Aquat Mamm 29: 18–30.

Meredith RW, Gatesy J, Emerling CA, York VM, Springer MS (2013) Rod Monochromacy and the Coevolution of Cetacean Retinal Opsins. PLoS Genet 9(4): e1003432.

Emerling Christopher A. and Springer Mark S. 2015Genomic evidence for rod monochromacy in sloths and armadillos suggests early subterranean history for XenarthraProc. R. Soc. B.28220142192

James F Fleming, Davide Pisani, Kazuharu Arakawa, New Tardigrade Opsins and Differential Expression Analyses Show Ontogenic Variation in Light Perception, Genome Biology and Evolution, Volume 13, Issue 8, August 2021, evab164.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social