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5 Ottobre 2024
15:00

Gli allevamenti di galline in gabbia diminuiscono in tutto il mondo

A livello globale gli allevamenti di galline ovaiole in gabbia diminuiscono. In tutto il mondo sono circa 4,8 miliardi le galline allevate per la produzione di uova. Di queste, il 77,7% vive rinchiusa in gabbie delle dimensioni di un foglio A4.

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A livello globale gli allevamenti senza gabbie di galline ovaiole sono in aumento, mentre diminuiscono i sistemi di allevamento in gabbia. I dati relativi al 2022 forniti dalla Commissione europea, dalla Commissione internazionale delle uova, dalla FAO e dall’Instituto Latinoamericano del Huevo rivelano che la transizione cage-free è in corso.

In tutto il mondo sono circa 4,8 miliardi le galline allevate per la produzione di uova. Di queste, il 77,7% vive rinchiusa in gabbia, mentre l’8,1% vive in sistemi di allevamento senza gabbie. In Europa si stimano circa 347 milioni di galline (il 56,2% del totale europeo) rinchiuse per tutta la loro vita in gabbie di dimensioni non superiori a quelle di un foglio A4, dove anche i movimenti più essenziali vengono impediti. In Italia si tratta di circa 17 milioni di galline ovaiole allevate in gabbia (il 40% del totale). Secondo le recenti rilevazioni, i sistemi senza gabbie (voliera, allevamento a terra e allevamento all’aperto) sono in aumento a livello globale, mentre i sistemi con gabbie si sono ridotti del 7% dal 2020.

Come rivela l’ultimo Eurobarometro della Commissione europea, la stragrande maggioranza dei cittadini europei vuole che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia maggiore. In particolare, il 94% degli Europei e il 93% degli Italiani ritiene che gli animali abbiano bisogno di un ambiente adatto alle loro esigenze fondamentali.

Nel 2021, la Commissione europea si è impegnata pubblicamente a porre fine alle gabbie nell’Unione nell’ambito della revisione della legislazione sul benessere degli animali che sarebbe dovuta essere pubblicata entro la fine del 2023, con l’obiettivo di arrivare, entro il 2027, al divieto totale del loro impiego nell’UE. Questo impegno è stato preso in risposta all’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End The Cage Age”, che ha raccolto 1,4 milioni di firme di cittadini di tutta l’Unione Europea. Questa ha rappresentato un passo storico per i diritti degli animali perché si tratta della terza ICE con il più alto numero di firme raccolte in assoluto e della prima ICE di successo sul benessere degli animali allevati.

Le inchieste realizzate dal team investigativo dell'associazione Animal Equality documentano condizioni di stress estremo all’interno delle gabbie: questi animali soffrono terribilmente a causa del sovraffollamento, delle malformazioni e del poco spazio disponibile che favorisce comportamenti aggressivi tra loro. «Le stime a livello globale ci dicono che la transizione cage-free non solo è possibile, ma sta già avvenendo. Questo significa migliori condizioni di vita per le galline e una presa di consapevolezza importante da parte delle persone, ovvero che gli animali non sono merci né possono essere sfruttati in modo crudele. In quanto esseri senzienti vanno protetti e l’Unione europea è chiamata ad adeguarsi alla volontà dei cittadini che chiedono di vietare le gabbie una volta per tutte, per tutti gli animali», ha detto Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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