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9 Maggio 2024
12:53

Gli alimenti per cani e gatti valgono oltre 3 miliardi di euro: i dati del Rapporto Assalco-Zoomark 2024

In Italia sono presenti quasi 20 milioni di cani e gatti che - insieme a conigli, uccellini, pesciolini  e tartarughe – costituiscono i 65 milioni di animali che vivono nelle nostre case. Secondo il Rapporto Assalco-Zoomark 2024 il pet food ha sviluppato nel mercato italiano un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro.

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In Italia sono presenti quasi 20 milioni di cani e gatti che – insieme a conigli, uccellini, pesciolini  e tartarughe – costituiscono i 65 milioni di animali che vivono nelle nostre case. È quello che emerge dalla XVII edizione del Rapporto Assalco-Zoomark, realizzato annualmente da Assalco per documentare l’evoluzione del mercato del pet food e del pet care e l’importanza degli animali da compagnia in famiglia e in società.

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Nel 2023 il pet food ha sviluppato nel mercato italiano un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro. Anche il mercato  degli alimenti per cani e gatti, alla stregua della maggior parte delle categorie del Largo Consumo Confezionato è  stata oggetto di un’importante dinamica inflattiva che ha generato un incremento di fatturato pari al +13,4%. In  termini di volumi, sono state 673 mila le tonnellate vendute, stabili rispetto all’anno precedente

«Nel 2023 il Pet Food si conferma un mercato resiliente – ha commentato Giorgio Massoni, presidente di Assalco – Questo  risultato conferma l’attenzione che i le persone riservano ai loro pet, compagni di vita».

Osservando gli ultimi 15 anni, il mercato del pet food ha generato un progressivo aumento di fatturato mediamente superiore alla crescita dei volumi. Il trend è spiegato da alcuni fattori: sicuramente dal fenomeno della continua adozione da parte delle famiglie italiane di animali da compagnia. Sempre di più le persone considerano gli animali d’affezione come veri e propri membri della famiglia e, di conseguenza, sono disposti a investire una maggiore spesa per la loro salute e benessere. Non da ultima, l’attenzione alla premiumizzazione dei prodotti: i consumatori desiderano prodotti sempre più personalizzati per le esigenze specifiche del loro animali in base alla razza, all’età, alle abitudini e alle eventuali patologie.

Cani, gatti e non solo

Secondo le stime Euromonitor, in Italia sono presenti quasi 30 milioni di pesci, poco meno di 13 milioni di uccelli e  più di 3 milioni tra piccoli mammiferi e rettili. Nel 2023 il mercato degli alimenti per questi animali da compagnia è  cresciuto a valore del 5,8%, sviluppando un fatturato di 14 milioni di euro presso la Grande Distribuzione  Organizzata.

Il segmento principale si conferma quello degli alimenti per uccelli che copre quasi il 45% del valore, mentre gli  alimenti per roditori, al secondo posto, rappresentano il 34% del totale.

I prodotti per gatto rappresentano il 55,3% del valore complessivo, con un fatturato di poco più di 1.663 milioni  di euro. Gli alimenti per cane rappresentano invece il 44,7% del mercato totale, ovvero oltre 1.344 milioni di  euro.

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Fonte dati: CIRCANA

Sul totale mercato, il segmento degli alimenti umidi si conferma il più importante: registra 1.467 milioni di euro circa che equivalgono al 54,4% di quota sul totale mercato. L’incremento del fatturato del segmento (+13,4%) è  accompagnato anche da un aumento a volume (+1,1%). Il segmento degli alimenti secchi, invece, ha sviluppato  1.227 milioni di euro (+ 13,4% in valore) e si ritaglia il 40,8% di quota.

Nel 2023 si riscontra un andamento positivo anche per quanto riguarda il mercato dei prodotti per l’igiene, i giochi  e l’accessoristica, ovvero guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere e utensileria varia. Nel  canale GDO il segmento vale 85 milioni di euro, con il fatturato in crescita del 6%.

A trainare questo mercato è il segmento dell’igiene (tappetini assorbenti igienici, salviette, shampoo, spazzole,  deodoranti, prodotti per la cura e la bellezza), che vale oltre il 51% del segmento.

Le lettiere per gatto, rilevate a parte, costituiscono la più importante categoria non food nel canale della Grande distribuzione organizzata. Nel 2023 questo mercato raggiunge i 100 milioni di euro, con un trend positivo a valore del +14%.

Il 2023 è stato sicuramente un anno di sfide per il Largo Consumo in Italia: i principali eventi che lo hanno  influenzato riguardano sicuramente l’inflazione, i prezzi all’offerta, infatti, sono aumentati del 9,7% e hanno eroso  il potere d’acquisto delle famiglie italiane. La crisi energetica, così come i conflitti in corso, hanno altresì contribuito  al fenomeno del rincaro generalizzato dei beni di Largo Consumo.

Iva sugli alimenti per animali: la sfida del futuro

La congiuntura economica attuale ha comportato per numerose famiglie la necessità di prestare molta attenzione  alle spese. Per quanto riguarda cani e gatti, permane per le famiglie la gravosa applicazione agli alimenti per cani e gatti e  alle loro cure dell’aliquota IVA del 22%, usualmente attribuita a prodotti e servizi non essenziali, che assimila il pet  food e le visite veterinarie ad un lusso. La richiesta di riduzione dell’aliquota IVA al 10%, sostenuta coralmente da  Associazioni Animaliste e dei consumatori, dalle principali Associazioni veterinarie nonché dal mondo industriale, è pertanto una questione di civiltà, in linea con la normativa europea che indica i prodotti alimentari per animali tra  quelli a cui è possibile applicare le aliquote agevolate.

«Convivere con un pet comporta responsabilità – ha affermato il presidente Massoni – I proprietari desiderano fornire  un’alimentazione equilibrata e nutriente, prendersi cura della salute dei propri animali da compagnia, educarli alla  convivenza e al rispetto degli spazi comuni. È quindi necessario l’acquisto di prodotti d’uso quotidiano, oltre ad alcune  spese, che incidono sul bilancio familiare. In Germania, ad esempio, in considerazione della quotidianità d’utilizzo del  pet food, allo stesso viene applicata un’aliquota IVA ridotta, pari al 7%. Significa che gli italiani sugli stessi prodotti  sono gravati da un’imposta sul valore aggiunto 3 volte superiore, pari al 22%. La riduzione dell’aliquota IVA sugli  alimenti per cani e gatti e sulle prestazioni veterinarie al 10% potrebbe influire sul numero di abbandoni e cessioni, un  atto deprecabile ma che sempre più spesso è causato da motivazioni economiche».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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