Una storia dell’orrore quella che avvenuta alla stazione di Montparnasse a Parigi: minuti di terrore, urla e lacrime che però non hanno evitato la morte del povero Neko, un gatto di 4 anni che era scappato dal trasportino e si era nascosto sotto un treno in partenza.
Nonostante infatti le suppliche delle due pet mate, madre e figlia, il convoglio è partito lo stesso lasciando choccate le due donne a guardare il loro grande amico morire travolto dal convoglio. «Il treno lo ha tagliato in due, è stata un’esecuzione», accusa l’umana di Neko intervistata da Le Parisien, il quotidiano francese che ha riportato la notizia.
Le due donne ora cercano disperatamente risposte dalla Sncf, le ferrovie francesi che, pur avendo ammesso «di essere molto dispiaciuti per l’accaduto», hanno liquidato il gesto con un gelido «motivi di sicurezza».
«È estremamente pericolo scendere sui binari, ci passa l’elettricità – ha spiegato la società delle ferrovie – poi ci sono altri treni che possono arrivare, si può cadere e ci si può fare male».
Purtroppo, però, quei motivi di sicurezza risultano incomprensibili alla maggior parte delle persone e soprattutto alle due pet mate che da quel 2 gennaio sono perseguitate da ciò che hanno visto e dal dolore per la perdita del loro micio in quel modo inaccettabile.
«Le ho provate tutte con il conducente, ma invano – racconta la madre al quotidiano – "È solo un gatto" ci ha detto, "quando il treno parte lui scappa"». Ma, probabilmente troppo spaventato, il micio non si è mosso di lì.
«Neko mi ha guardato un’ultima volta da sotto al treno – ha aggiunto la figlia della donna, Melania – E poi in un attimo la scena è diventata quella di un film dell’orrore».
Ora le umane di Neko chiedono giustizia, ma al momento le ferrovie sono inflessibili. Unica “concessione” un biglietto gratuito per entrambe sul treno seguente diretto a Bordeaux.
A chiedere di andare a fondo su quanto accaduto c'è anche l’associazione animalista, "30 millions d'Amis" che ha presentato denuncia contro la compagnia ferroviaria per «gravi abusi e atti di crudeltà che hanno portato alla morte di un animale».
Secondo Reha Hutin, presidente dell'associazione, visto che per il gatto era stato pagato un regolare biglietto, «Neko è un passeggero del treno che è stato consapevolmente investito».
Inoltre, per l’avvocato dell'associazione, Xavier Bacquet, si è trattato di un evidente atto di crudeltà, visto che «i responsabili della stazione erano stati informati della presenza di un gatto sui binari» ma «avrebbero lo stesso, deliberatamente, deciso di far partire un treno».