Pene più severe per chi commette crimini sugli animali: è questo che chiedono i manifestanti che domenica sono scesi in piazza per ricordare il pony ucciso ad Acate, in provincia di Ragusa.
Il pony è stato trascinato per cinque chilometri e poi abbandonato sul ciglio della strada ormai in fin di vita. Nonostante l'arrivo dei soccorsi e dei volontari della locale sezione dell'Oipa, i veterinari non hanno potuto che sopprimere l'animale, troppo provato dalle sofferenze inflittegli.
I presunti autori di questa barbarie, grazie ai filmati delle telecamere di video sorveglianza presenti sulla strada, sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri. Si tratta di un 32enne originario del luogo, ritenuto responsabile di furto aggravato e maltrattamento di animali, e un 38enne indagato per favoreggiamento personale.
In vista dell'apertura del procedimento il presidente nazionale dell'Oipa, Massimo Comparotto, ha fatto sapere che l'associazione si costituirà parte civile: «Speriamo che il processo si concluda rapidamente con una condanna esemplare, avendo il trentaduenne ammesso le proprie responsabilità. Noi saremo in Aula come parte civile».
Nel corso delle recenti perquisizioni condotte dagli investigatori è emerso che l'uomo con il quale viveva il pony è un congiunto del reo confesso indagato per il maltrattamento.
«A seguito del sopralluogo, abbiamo identificato tre cavalli giovani regolarmente microchippati e in buona salute – ha racconta Riccardo Zingaro dell'Oipa di Ragusa – Gli animali erano stati dislocati in tre diverse stalle nella provincia di Ragusa, presumibilmente all'indomani della identificazione del soggetto. I tre cavalli sono intestati alla moglie del reo confesso. Abbiamo anche trovato tre cuccioli di jack russell senza microchip detenuti in ambiente non compatibile con le normative, come attestato dall’Asp veterinaria».
L'attenzione del Nucleo delle guardie zoofile dell’Oipa di Ragusa sarà estesa nei prossimi giorni anche ad altri soggetti indagati a vario titolo nella vicenda, al fine di richiedere tramite le autorità competenti l'assoluto divieto di avere animali per reati connessi.
L’Oipa ha ribadito «la necessità di un inasprimento delle pene per i reati di cui siano vittime gli animali anzitutto per l’esigenza di una loro piena tutela, ma anche perché studi scientifici attestano la correlazione tra la crudeltà sugli animali e la più generale pericolosità sociale di chi la commette».