Una giovane lupa affetta da rogna e in fin di vita è stata trovata a Vallarsa, in Trentino. Il carnivoro è stato prelevato dagli uomini del Corpo Forestale Trentino che lo hanno trasportato immediatamente dal veterinario incaricato per la gestione dei grandi carnivori. Purtroppo, però, a causa delle condizioni critiche dovute alla malattia, non è stato possibile recuperarla e il veterinario ne ha quindi disposto l'eutanasia.
La rogna è una malattia molto diffusa sia tra i cani domestici che nei canidi selvatici, come lupi o volpi. È causata da acari invisibili ad occhio nudo e provoca dermatite con arrossamento della pelle, caduta del pelo, formazione di croste ed è spesso accompagnata da infezioni secondarie batteriche e fungine. Non comporta rischi sanitari per l'uomo ma nei selvatici, come in questo caso, può essere estremamente debilitante.
In Trentino, e più in generale sulle Alpi, non è la prima volta che viene rilevata nei lupi e con la popolazione ancora in forte crescita occorre prestare attenzione. Di recente, infatti, sono stati pubblicati i risultati del primo e più completo monitoraggio della specie su scala nazionale, che ha confermato una forte crescita demografica in tutta la Penisola.
Per quanto riguarda le regioni alpine, in particolare, il numero stimato varia dagli 822 ai 1099 lupi. Di questi, 680 individui circa appartengono alla popolazione centro occidentale, mentre 266 appartengono, invece, alla sezione centro-orientale della popolazione. L'estensione del territorio all'interno del quale è diffusa la specie è pari a 41.600 km², ovvero il 37% della superficie delle regioni alpine.
I lupi rilevati Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia (comprese anche le zone collinari e di pianura) sono suddivisi in 102 branchi e 22 coppie, per un totale di 124 unità riproduttive. La maggior parte di esse è concentrata nella popolazione occidentale dell'arco alpino, dove sono presenti 91 branchi/coppie, mentre nella zona centro orientale sono solo 33.
Un ulteriore importante dato rilevato dal monitoraggio riguarda i lupi che si muovono su territori transregionali: 10 branchi sono a cavallo proprio tra le Province Autonome di Trento e Bolzano e la regione Veneto. Con questi numeri in crescita aumentano anche le possibilità di imbattersi in un lupo, anche nelle immediate vicinanze delle città. Non c'è niente da temere, però, basta seguire poche semplici regole per godersi in fortunato incontro in tutta sicurezza.
Generalmente, infatti, i lupi sono animali timidi e schivi, che si allontanano cercando di non dare nell'occhio appena notata la nostra presenza. Se però capita di trovarsi davanti a uno di questi carnivori la prima regola è, senza dubbio, dare molto spazio all’animale. Basta restare calmi, a distanza e in silenzio, senza mai seguire il lupo in nessun caso. Nella sventurata ipotesi in cui ci si ritrovi, all’improvviso, molto vicini a un lupo, non bisogna assolutamente urlare né scappare.
La cosa migliore da fare è parlare pacatamente, per farsi riconoscere (come si è detto, la fauna selvatica, se può, è portata ad evitarci). Se poi l’animale rimane fermo, allora ci si può allontanare con calma, indietreggiando o spostandosi lateralmente. Infine, è sempre buona norma segnalare la presenza di lupi e altri carnivori alle autorità competenti (Carabinieri e Forestali), soprattutto se si tratta di animali in difficoltà o malati, come la sfortunata giovane femmina trovata a Vallarsa.