Giornata mondiale dello squalo: oltre la metà delle specie del nostro mare sono a rischio

Oltre metà delle 86 specie di squali e razze del Mare Nostrum sono a rischio di estinzione. È l'allarme lanciato dal WWF nella Giornata mondiale dello squalo.

14 Luglio 2024
8:00
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Foto di Rocco Canella, via WWF

Oltre metà delle 86 specie di squali e razze del Mare Nostrum sono a rischio di estinzione, in particolare a causa della cattura accidentale nelle attività di pesca. L’alert è del WWF in occasione della Giornata mondiale dello squalo (Shark awareness Day) il 14 luglio e nel suo ultimo report “Italia: 16 hotspot per salvare squali e razze” segnala quanto sia fondamentale proteggere e tutelare gli squali e le razze che vivono nei nostri mari dove sono state identificate, così come in tutti gli oceani, numerose aree fondamentali per il loro ciclo vitale.

Questi animali infatti svolgono un ruolo importanti per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema marino. Gli squali predatori apicali mantengono in equilibrio la rete alimentare, mentre razze e mobule sono uno dei veicoli di trasferimento di nutrienti ed energia dalle acque profonde ai livelli superficiali dell’oceano a discapito di tutta la biodiversità marina.

Le Isra (ISRA, Important Shark and Ray Areas) sono aree identificate da un gruppo di esperti internazionale e designate dall'IUCN per fornire ai decisori politici e ad altre parti interessate le conoscenze necessarie per l’attuazione di un’adeguata strategia di conservazione basata sulla gestione dello spazio marino.  Queste aree sono state identificate sulla base di 4 principali criteri concepiti per considerare i complessi comportamenti, l'ecologia e le esigenze biologiche degli squali e razze: le ISRA includono quindi aree importanti per riproduzione, alimentazione, aggregazioni, migrazioni, oppure aree che ospitano specie a rischio di estinzione, o ancora aree che ospitano una elevate diversità di squali e razze.  Nel 2023 sono state identificate e designate ben 65 ISRA in tutto il Mar Mediterraneo, di cui 16 risiedono all’interno dei mari italiani.

Per citarne alcune, solo il Mar Adriatico ospita 6 ISRA, tra cui aree riproduttive e di nursery per spinarolo, palombo, squalo grigio e verdesca, tutte specie minacciate, mentre l’intero Canale di Sicilia è stato identificato come ISRA per la diversità di specie ospitate: più di 32, come lo squalo grigio, lo squalo bianco, il mako, ma anche specie di razze come l’aquila di mare. Mar Ligure e Sardegna nord-orientale ospitano invece aree essenziali per l’alimentazione di grandi elasmobranchi filtratori come lo squalo elefante e la mobula, per la quale anche lo Stretto di Messina è un’importante area di transito.  La più piccola ISRA, il Banco di Santa Croce, occupa solo 0.13 km2 mentre la più grande, la Isra Stretto di Sicilia e Plateau tunisino si estende per 219.913 km2.

Il WWF ha contributo alla identificazione di alcune di queste ISRA. In particolare grazie al lavoro portato avanti negli anni presso la marineria di Monopoli nel Sud Adriatico insieme a COISPA Tecnologia&Ricerca, attraverso i progetti Safesharks e Medbycatch: grazie alla collaborazione con i pescatori dediti alla pesca del pesce spada nelle attività di monitoraggio delle catture accidentali e  nelle attività di tagging satellitare, sono stati raccolti  dati essenziali sui movimenti delle verdesche, utilizzati per identificare la ISRA della Fossa Adriatica meridionale, come area rilevante per la riproduzione e migrazione di questa specie a rischio critico di estinzione nel Mediterraneo.

Il numero di ISRA identificate rende evidente l’importanza e urgenza di intervenire sulla gestione e conservazione di squali e razze in Italia e le Isra stesse forniscono uno strumento chiave di supporto alla gestione. «Queste aree prioritarie devono ora essere incluse nella pianificazione dello spazio marittimo cui il Governo italiano sta lavorando al fine di ridurre gli impatti che le attività umane hanno su squali e razze – è la richiesta avanzata dal WWF – Allo stesso tempo è urgente che l'Italia si doti finalmente di un Piano di Azione per gli Elasmobranchi per garantire una più efficace implementazione della legislazione vigente e identificare, secondo un approccio condiviso e partecipativo, le azioni di gestione e conservazione necessarie».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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