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29 Settembre 2021
12:50

Giornata mondiale della rabbia, una malattia che uccide ancora 56 mila persone ogni anno

Il 28 settembre si celebra la Giornata mondiale contro la rabbia, una giorno simbolico istituito la prima volta nel 2007 in onore della morte di Louis Pasteur, fondatore della moderna microbiologia e inventore del primo vaccino contro la rabbia. La giornata ha lo scopo di promuovere la conoscenza di questa malattia e l'importanza della sua prevenzione.

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Il 28 settembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della rabbia, un giorno simbolico scelto per aumentare la consapevolezza riguardo questa malattia e l'importanza della prevenzione. La scelta della data non è casuale: fu proprio in questo giorno infatti che morì a causa di un ictus, nel 1895, Louis Pasteur, fondatore della moderna microbiologia e inventore del primo vaccino contro la rabbia.

La Giornata mondiale della rabbia è stata istituita per la prima volta dalla Global Alliance for Rabies Control (GARC) nel 2007 e quest'anno arriva alla sua XV edizione con il tema:"Rabbia: Facts, not Fear", ossia fatti non paura, proprio per evidenziare l'importanza della conoscenza e della consapevolezza.

Cos'è la rabbia

La rabbia è una malattia virale causata dai virus del genere Lyssavirus che utilizzano come ospiti diversi mammiferi, tra cui anche l'uomo. Il virus causa principalmente un'infiammazione al cervello e i sintomi includono generalmente febbre, nausea, vomito, allucinazioni, paura dell'acqua e talvolta perdita di coscienza e incapacità di movimento. Dall'inizio dei primi sintomi, generalmente dopo uno-tre mesi dalla contrazione della malattia, l'esito è purtroppo quasi sempre la morte.

Il virus della rabbia viene trasmesso tramite morso o graffio da un animale infetto o anche tramite la saliva se questa entra in contatto con naso, bocca o occhi. I cani che non sono stati adeguatamente vaccinati, a causa anche della loro vicinanza con l'uomo, sono il principale veicolo della malattia verso la nostra specie, anche se i programmi di controllo e vaccinazione hanno ormai ridotto il rischio di contrazione in diversi Paesi del mondo.

In Australia e Giappone ad esempio e in gran parte dell'Europa occidentale la rabbia canina è stata sconfitta, mentre a livello globale la malattia causa ancora circa 56.000 decessi all'anno, di cui il 40% bambini. La maggior parte dei casi, circa il 95%, avviene inoltre nelle comunità rurali dell'Africa e dell'Asia. Proprio per questo motivo è così importante cercare di prevenire questa malattia attraverso il vaccino nell'uomo, nei paesi in cui è ancora molto diffusa, che protegge al 100% se fatto prima dell'esposizione al virus, e rimane ancora efficace se somministrato entro 10 giorni. Anche vaccinare gli animali domestici è molto importante, così come non maneggiare gli animali selvatici. In caso di morso, è necessario lavare la ferita con acqua e sapone per 10-15 minuti e contattare immediatamente un operatore sanitario.

Com'è diffusa

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Mappa della distribuzione della rabbia canina. In arancione i Paesi in cui la malattia è endemica, mentre in blu quelli esenti dalla malattia ©Global Alliance for Rabies Control (GARC)

La rabbia è fortunatamente in diminuzione grazie ai programmi di controllo e vaccinazione. Il Paese con il più alto tasso di rabbia è l'India che viene trasmessa principalmente dai cani liberi sul territorio non vaccinati. In Australia e Stati Uniti la rabbia canina è stata invece debellata, ma la malattia è ancora trasmessa dagli animali selvatici come pipistrelli, procioni, puzzole e volpi.

L'Italia invece è indenne da rabbia dal 1997, con il riconoscimento ufficiale, ma nell'ottobre 2008 è ricomparsa a causa della trasmissione da parte di animali selvatici, in alcuni comuni del Friuli Venezia Giulia. Dal 1977 al 1995 i casi di rabbia hanno riguardato per il 98,2% gli animali selvatici, tra cui principalmente volpi e in minor numero mustelidi e erbivori, e solo l'1,8% gli animali domestici. Tra le vaccinazioni fortemente consigliate per i cani, i cosiddetti "vaccini core", c'è anche quello della rabbia nei paesi dove la malattia è ancora presente, secondo le linee guida dettate dalla WSAVA (The World Small Animal Veterinary Association).

Mission rabies, l'associazione che vuole porre fine alla rabbia

Tra le associazione che si occupano di combattere la rabbia nei paesi più a rischio, c'è Mission rabies, un ente benefico che si pone l'obietto di salvare la vita a migliaia di cani e persone, soprattutto in India. L'associazione opera, grazie all'aiuto dei volontari e in collaborazione con l'organizzazione benefica locale Mbwa wa Africa, nel Distretto di Meru in Tanzania, dove ha portato avanti una campagna di vaccinazione canina dal 2016 ed è riuscita a vaccinare ben 41.678 cani e ad educare 13.977 bambini. Anche in Uganda, l'associazione insieme al partner di beneficenza locale, il Big Fix Uganda, conduce una campagna di vaccinazione dal 2015 e i cani vaccinati fino ad oggi risultano essere 19.318.

Attività di Mission Rabies a Goa, in India, per la missione "Free Goa", ossia la liberazione
dello Stato dalla rabbia canina

In Malawi invece, più precisamente nella capitale Blantyre, la rabbia è ancora molto diffusa: basti pensare che in un singolo ospedale si sono registrati i numeri più alti di casi di morte infantile a causa di questa malattia in tutta l'Africa. Anche qui l'associazione porta avanti la sua battaglia e i cani vaccinati sono attualmente ben 416.875. Infine, in India i cani che sono riusciti a vaccinare sino ad oggi sono 765.882 con 1.229.508 bambini educati alla prevenzione e alla consapevolezza della malattia.

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