Il 23 ottobre il tutto il mondo ricorre la Giornata internazionale del leopardo delle nevi. Introdotta per la prima volta nel 2014, lo scopo di questa celebrazione è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di difendere una specie tanto iconica, fragile e seriamente minacciata di estinzione. Originario delle catene montuose dell'Asia centrale e meridionale questo elegante ed elusivo felino è elencato come Vulnerabile nella Lista Rossa IUCN, perché si stima che la popolazione globale residua sia composta da poche migliaia di individui (meno di 10 mila), e si prevede che diminuirà ancora di circa il 10% entro il 2040.
Il leopardo delle nevi (Panthera uncia) è un felide che abita le zone alpine e subalpine, tra i 3.000 e i 4.500 m di altezza, che vanno dall'Afghanistan orientale, dall'Himalaya e dall'altopiano tibetano, passando per la Siberia meridionale, la Mongolia e soprattutto per la Cina occidentale. È un predatore solitario, che tende ad avvicinarsi alle sue prede di soppiatto, spesso per coglierle di sorpresa lanciandosi dalle rocce. Caccia piccoli mammiferi e soprattutto capre selvatiche, come la "pecora blu", il bharal (Pseudois nayaur) e il thar dell'Himalaya (Hemitragus jemlahicus) o i mufloni (Ovis ammon). Sono animali estremamente schivi e difficili da avvistare e proprio per questo, unito alle estreme condizioni ambientali in cui vive, è molto difficili studiarli e quindi proteggerli, per cui sono guadagnati il soprannome di “fantasmi delle montagne”.
Ciò che rende il leopardo delle nevi una specie particolarmente vulnerabile è, ancora oggi il bracconaggio. Questi eleganti felini vengono uccisi soprattutto il commercio illegale di pelli e parti del corpo, fortemente redditizi sul mercato nero in alcuni paesi asiatici come la Cina. Come se non bastasse, anche il riscaldamento globale sta contribuendo a rendere sempre più difficile la vita in natura di questi predatori. Le temperature sempre più alte spingono gli alberi sempre più in quota, restringendo gli habitat alpini del leopardo e delle sue prede naturali, che si stanno riducendo anche a causa del pascolo eccessivo e della competizione col bestiame domestico. Secondo alcuni calcoli nei prossimi decenni l'habitat del leopardo del nevi potrebbe ridursi addirittura del 30%.
Proprio per questo motivi nel 2013, i leader di tutti i 12 paesi che comprendono l'areale del leopardo delle nevi (Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakistan, Kirghizistan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan) si sono riuniti per formare il Global Snow Leopard Forum, con l'obiettivo di unire le forze e salvare questa specie tanto iconica dall'estinzione. Negli ultimi 20 anni abbiamo perso più di un quinto della popolazione e secondo il WWF ogni anno vengono uccisi tra i 220 e i 450 leopardi (quasi una media di uno al giorno) e il 55% di queste uccisioni è dovuto a ritorsioni per la predazione di questo felino sul bestiame.
Per secoli, popolazioni locali e leopardi delle nevi hanno vissuto in pace e in equilibrio, come parte dello stesso ecosistema. Oggi questo equilibrio si è rotto e bracconaggio, conflitti con l'uomo e cambiamenti climatici stanno seriamente rischiando di far sparire per sempre il fantasma delle montagne. Giornate come questa servono proprio a ricordarci che, nonostante l'impegno e gli sforzi che molti stanno portando avanti per salvare questa specie, c'è ancora molto da fare e serve l'aiuto di tutti.