Con un turismo che è tornato a superare nettamente i livelli pre pandemia e che ha riportato, soltanto in Egitto, il 60% in più dei visitatori, si celebra anche quest’anno il 22 giugno la Giornata Mondiale del Cammello che, assieme agli elefanti e ai dromedari, è forse tra gli animali più sfruttati per intrattenimento turistico. Già dall’antichità, infatti, il cammello è stato utilizzato per il trasporto, oltre che per il suo grasso, la lana, il latte e ovviamente la sua carne.
Questo straordinario quadrupede, infatti, riesce a sopportare un peso di 450 chili e a camminare, ad una velocità massima di 4 km orari, anche per 24 ore consecutive, arrivando a percorrere anche 50 km in un solo giorno. Inoltre, è famosa la sua sopportazione alle alte temperature, essendo in grado di tollerare escursioni termiche da -20 °C a oltre 50 °C. Forte e resistente, è adattissimo alle zone desertiche perché riesce a sopportare l’assenza di cibo e di acqua anche per una ventina di giorni. Queste sue caratteristiche uniche ne hanno fatto un insostituibile protagonista di alcune zone del mondo ma, anche, l’oggetto di un terribile sfruttamento.
Il giro turistico sul dorso di un cammello continua ad essere un’attrazione a cui ancora oggi in pochi resistono: dalle piramidi egiziane al deserto giordano del Wadi Rum, la foto ricordo scattata in groppa al cammello sullo sfondo delle rovine archeologiche più famose del mondo, rappresenta quel lusso esotico da portarsi a casa a qualunque costo. A pochi interessa che, dietro ai selfie e alle passeggiate nel deserto, ci siano condizioni di vita terribili per questi animali e modalità di addestramento ben al di sotto di qualsiasi considerazione del benessere animale. Animali frustati a sangue, trascinati per il muso, schiacciati dal peso dei turisti che sono costretti a trasportare. Scheletrici, denutriti, piagati: ferite aperte e non curate, poco riposo, nessuna ombra. Queste sembra essere le condizioni a cui sono costretti molti di loro sulla base di video di denuncia realizzati e diffusi da numerose associazioni animaliste, prima fra tutte Peta.
Un video di Peta denuncia i maltrattamenti al mercato del Cairo
Soltanto a marzo di quest’anno, l’organizzazione ha diffuso un ultimo video girato al Birqash Camel Market, al Cairo, principale fornitore di cammelli per l'industria turistica egiziana. Da questo mercato provengono i cammelli utilizzati per le gite alla piramide di Giza. Da questo mercato i cammelli partono per andare a rifornire i locali che vendono i loro servizi agli stranieri ansiosi di partecipare alle lunghe carovane al tramonto, dove i cammelli sono legati in fila indiana, tirati per il naso e frustati quando non vogliono muoversi. Il video realizzato da Peta mostra cammelli con facce insanguinate e uomini che frustano e colpiscono ripetutamente gli animali mentre urlano.
«Le zampe degli animali – spiega la stessa associazione – sono legate strettamente insieme per impedire loro di muoversi o scappare, e alcuni cammelli sono legati alla parte posteriore dei veicoli e trascinati nella terra. Quando i loro corpi sono troppo sfiniti per essere usati per le giostre, vengono venduti per essere uccisi per la carne». Uno sfruttamento che continua da centinaia di anni ma che è notevolmente aumentato negli ultimi decenni, età della fotografia ricordo e del turismo largamente diffuso.
«Dietro ogni foto di un giro in cammello pubblicata online c'è un commercio orribilmente violento che lascia i cammelli picchiati e insanguinati prima di mandarli infine al macello», afferma Ingrid Newkirk, presidente di PETA. "PETA esorta tutti i viaggiatori ad evitare le cavalcate sugli animali, escludendole dai loro itinerari in Egitto e nel mondo». Già da diversi anni l’associazione chiede, ancora senza successo, al governatore di Giza di indagare sui commercianti che sono stati sorpresi ad abusare dei cammelli al mercato e al Ministero del Turismo e delle Antichità di rimuovere le cavalcate di animali dalla Grande Piramide di Giza.
Ma l’Egitto non è il solo paese del mondo dove lo sfruttamento a fini turistici dei cammelli è all’ordine del giorno. Anche la Giordania, altro luogo dalle bellezze archeologiche incomparabili e dal turismo aumentato esponenzialmente, sfrutta ancora largamente i quadrupedi dalle due gobbe, o i loro fratelli dromedari con una gobba sola, per le passeggiate esotiche. Un giro di un paio d’ore a dorso di cammello nel tramonto infuocato del deserto giordano su Tripadvisor si può acquistare a poco meno di 85 euro a persona. Anche il Marocco è una località dove i tour si possono effettuare in cammello, con un ventaglio di possibilità che spazia dall’esplorare il palmeto di Marrakech in un paio d’ore pagando 24 euro a persona, fino a pacchetti di due o tre giorni nelle oasi, con pernottamenti in tenda e passeggiate cammellate. Anche Dubai, una delle mete turistiche più in crescita di consensi negli ultimi anni, non sfugge alla moda del binomio cammello/tramonto: con una settantina di euro il tour è assicurato ed inclusa anche la foto con i falchi.
I concorsi di bellezza: anche il botox per vincere la gara del cammello più bello
Eppure, in Oriente la passione per i cammelli è così smisurata da aver portato anche alla nascita di veri e propri concorsi di bellezza dove questi animali sono giudicati in base alle dimensioni di labbra, collo, manto, gobba. In Arabia Saudita, dove questi appuntamenti sono tra le attrazioni più frequentate dalla popolazione locale, gli allevatori dei cammelli partecipanti al concorso di bellezza King Abdulaziz Camel Festival, sono arrivati a ricorrere a lifting facciali e botox per “migliorarli” esteticamente. Pur di ottenere il ricco montepremi finale di circa 66 milioni di dollari, infatti, gli allevatori di questi animali sono disposti a tutto. Anche a ricorrere a lifting facciali, oppure usare ormoni per aumentare i muscoli, o ancora iniettando Botox nelle labbra, nel naso, nelle mascelle per rendere più belli esteticamente i loro cammelli. Ovviamente in questo caso i cammelli non sono maltrattati fisicamente, anzi, ma coccolati e vezzeggiati come star. Ma non per questo meno bistrattati nella loro dignità di esseri senzienti trasformati in fenomeni da baraccone.