Attualmente tantissime specie in tutto il mondo rischiano l'estinzione per via di una serie di minacce correlate alle attività umane, come i cambiamenti climatici, l'urbanizzazione e l'inquinamento. Tuttavia, vi sono altri fenomeni che possono mettere a rischio la biodiversità. Secondo un recente studio, un raro pappagallo australiano, già in pericolo critico di estinzione, potrebbe essere ulteriormente minacciato dopo la scoperta che l'esigua popolazione sopravvissuta è portatrice di diversi pericolosi virus. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Microbiology Spectrum.
La specie in questione è il pappagallo panciarancio (Neophema chrysogaster), uccello dai vivacissimi colori, la cui popolazione conta circa 80 individui rimasti in natura (fortunatamente in aumento), motivo per il quale è gravemente a rischio di estinzione. Ultimamente, infatti, il rilevamento di malattie infettive emergenti (EID) all’interno delle popolazioni animali minacciate sta aumentando rapidamente a causa di molti fattori, come le influenze antropiche e il cambiamento climatico. Di fronte a questa crescente minaccia recente, un team di ricercatori ha quindi condotto un'analisi approfondita per valutare il potenziale rischio di patologie virali per gli ultimi pappagalli panciarancio rimasti al mondo.
Per condurre lo studio, il dottor Subir Sarker, microbiologo e docente senior presso la James Cook University, ha effettuato analisi su campioni fecali prelevati nel 2021 da individui allevati a scopi di reintroduzione allo zoo di Victoria, al fine di individuare la presenza di eventuali virus. E i risultati ottenuti sono purtroppo allarmanti. «In seguito a questa indagine, abbiamo identificato diversi agenti patogeni virali già noti nella popolazione, ma abbiamo scoperto anche la presenza di sei virus mai identificati prima», ha dichiarato Sarker. Il team ha infatti individuato complessivamente 11 virus appartenenti alle famiglie Adenoviridae, Circoviridae, Parvoviridae e Picornaviridae. Di questi, otto sono stati rilevati in una voliera e i restanti in un'altra.
I ricercatori che studiano e tutelano questa specie sono quindi parecchio preoccupati da questa scoperta. Questa specie di pappagallo è infatti già alle prese con diverse minacce per la sua sopravvivenza in natura, tra cui la perdita dell'habitat, la predazione da parte di specie aliene e gli impatti con le strutture e gli edifici. La sua salvezza risiede perciò nei programmi di reintroduzione in natura di individui ospitati in strutture come zoo, dove però è essenziale che questi siano in ottima salute.
Secondo Sarker, il passo successivo sarà continuare lo studio su questi individui per comprendere appieno se i nuovi virus individuati siano circoscritti agli uccelli esaminati in questo studio e se possano costituire una minaccia per la popolazione selvatica nel caso in cui vengano liberati in natura. «Spetta ora agli zoo di Victoria e alle autorità di conservazione, compreso il National Recovery Team dei pappagalli panciarancio, decidere come gestire questo rischio», afferma il ricercatore. «Questo è un contesto in cui abbiamo bisogno di più attenzione e di maggiori finanziamenti per la ricerca per comprendere e proteggere questi uccelli iconici in Australia».