Era caduto in mare, forse per un colpo di calore. Per sua fortuna un gruppo di bagnanti lo ha visto e lo ha portato in salvo, contattando immediatamente il WWF. Un gheppio è stato recuperato a Giovinazzo dopo che era finito in acqua.
A prenderlo in custodia è stato Pasquale Salvemini del WWF di Molfetta: «Era molto disidratato – racconta a Kodami – per fortuna lì vicino c’erano persone a fare il bagno che l’hanno recuperato. In attesa che io arrivassi se ne sono presi cura i responsabili della struttura “Torre Gavetone”. Ancora qualche minuto e non ce l’avrebbe fatta. Una volta che le ali si bagnano questi uccelli non riescono più a galleggiare e finiscono per annegare».
Come detto, l’ipotesi più probabile è che il rapace, un esemplare adulto di una specie ampiamente presente in zona, abbia perso forze per il caldo. L’uccello, infatti, era molto disidratato. Più difficile che, invece, sia stato attaccato da altri uccelli durante il volo. Soprattutto i corvidi, le gazze o le taccole, possono attaccare in gruppo un rapace se devono difendere i propri piccoli nella zona. L’ipotesi più probabile resta comunque quella del colpo di calore.
«Le cadute provocate dal caldo per altre specie capitano spesso – ha aggiunto Salvemini – soprattutto con i rondoni. In giornate molto calde, se non riescono a idratarsi, cadono a picco e spesso non ce la fanno a riprendersi».
Il gheppio, nel giro di pochissime ore è stato rimesso in sesto dalle cure del personale esperto. Una volta reidratatosi ha mostrato la sua voglia di libertà, che gli è stata prontamente restituita in condizioni di sicurezza.
Non si tratta del primo recupero eseguito durante questa estate su esemplari di questa specie, anche se di solito i salvataggi riguardano esemplari più giovani: «Le criticità registrate in questi anni sono di due tipologie – spiega il referente WWF – prima di tutto gli avvelenamenti: loro si nutrono di topi che possono aver mangiato veleni, magari utilizzati illegalmente da privati e che vengono diffusi sui campi. Nei topi quella per avvelenamento è una morte topo lenta. Un topo, se ha mangiato veleno, può morire dopo 3-4 giorni e in quei tre giorni diventa una preda facile. Solo che una volta che i gheppi lo catturano finiscono per rimanere avvelenati a loro volta e ci rimettono le penne. In questo periodo nelle nostre campagne vengono utilizzati inoltre pesticidi ovunque: anche mangiando una cavalletta l’animale può finire intossicato e morire. Altro rischio è che l’uccello resti ferito a seguito di un impatto violento, magari per una lesione causata da pali o da edifici. L’animale può subire un trauma che delle volte può rilevarsi letale».