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8 Maggio 2021
9:29

Ghepardi, impala e gazzelle, la realtà dietro le storie fake

Ancora una volta hanno ripreso a circolare foto di ghepardi che interagiscono con gazzelle o impala accompagnate da improbabili storie strappalacrime (e like). Cosa c'è di vero dietro queste storie di insolite amicizie o valorosi sacrifici?

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Di tanto in tanto, non si sa bene perché, ricominciano a circolare sui social foto di ghepardi che interagiscono con gazzelle o impala, accompagnate da improbabili storie fasulle e strappalacrime. Succede ogni anno, ciclicamente, e in molti continuano a cascarci. I testi che accompagno queste foto, sempre senza alcuna fonte o riferimento, raccontano di inverosimili amicizie tra preda e predatore, o di coraggiosi sacrifici da parte della preda genitore (la maggior parte delle volte nemmeno identificata correttamente) per salvare la propria prole.

Mamma cerva si sacrifica ai ghepardi?

Una delle più famose che ha ripreso a circolare su Facebook nelle ultime ore recita così:

Questa foto ha vinto il premio per la migliore foto del decennio e ha portato il fotografo ad una grande depressione. I ghepardi inseguivano una madre di cervo e i suoi due cuccioli (i piccoli di cervo), la madre avrebbe potuto facilmente fuggire dai ghepardi, ma invece si offrì di far fuggire i suoi figli.

Nella foto viene vista guardando i suoi bambini che corrono sani e salvi mentre sta per essere fatta a pezzi…

Basterebbe sapere che in tutta l'Africa nemmeno ci sono i cervi per valutare l'infondatezza di queste storie, ma proviamo ad approfondire un po' di più la vicenda. Lo scatto che accompagna questa bufala fu realizzato nel settembre 2013 al Maasai Mara, in Kenya, dalla fotografa naturalista Alison Buttgieg, che ha dovuto più volte smentire lei stessa le storie fake diventate virali che accompagnano le sue foto: «Narasha, la mamma ghepardo, stava insegnando ai suoi cuccioli come uccidere la preda, ma erano un po' lenti nell'apprendimento e invece di uccidere lo sfortunato impala ci stavano giocando. Volevo che lo spettatore simpatizzasse con l'impala e allo stesso tempo che l'immagine testimoniasse la natura inquietante di questa inusuale uccisione. Alla fine, dopo quella che sembrava un'eternità interminabile (ma erano solo pochi minuti), la mamma ghepardo ha ucciso la preda e i cuccioli hanno gustato un buon pranzo».

Una storia completamente inventata per raccogliere qualche like, quindi, ma che ci permette di mettere in evidenza un comportamento del ghepardo piuttosto interessante e che è alla base di queste storie completamente inventate.

L'addestramento alla caccia dei giovani ghepardi

I giovani ghepardi imparano a catturare e uccidere gazzelle e impala dalla propria madre, più meno tra i 4 e i 6 mesi di vita. Per addestrare i suoi cuccioli alla caccia la mamma cattura le prede vive e le lascia a disposizione dei suoi figli per permettergli di fare pratica. I piccoli impiegano molto tempo per capire come interagire e uccidere correttamente una preda e spesso ci finiscono per giocare, inseguendola, accarezzandola o balzandoci su, quasi come se fossero "amici". Raramente riescono a ucciderla nei primi periodi dell'addestramento e quasi sempre deve intervenire la madre per porre fine al gioco.

Questa fase però permette di realizzare scatti sensazionali delle interazioni tra ghepardi e prede con cui i creatori di bufale vanno a nozze. Nessuna improbabile amicizia o valoroso sacrificio, quindi, solo normali dinamiche naturali.

Se proprio volete rendere virali storie di ghepardi, concentratevi sul fatto che al mondo ne sono rimasti meno di 7mila, e che le popolazioni frammentate sono in lento ma costante declino. Minacciati dalla perdita di habitat, dal commercio illegale, dai conflitti con l'uomo e dalla ridotta variabilità genetica, questi eleganti e fulminei felidi rischiano seriamente l'estinzione, e potremmo presto perderli per sempre.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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